D # 188: Dopo aver studiato Un corso in miracoli per 11 anni, sto solo ora incominciando a comprendere quanto non voglia impararlo. So che questo significa quanto in realtà ne abbia paura e che potrei aver bisogno di essere più “gentile” con me stesso. Ma cercare di prendere le cose meno seriamente sembrerebbe minare il tentativo del Corso di mostrarci proprio come siamo profondamente impegnati con il sistema di pensiero dell’ego. Grazie per qualsiasi suggerimento al riguardo, da uno studente che ama ancora essere il personaggio del sogno tra barlumi in cui non lo è.
R: Apparentemente, il cercare di prendere le cose meno seriamente ti ha di fatto mostrato “proprio come sei profondamente impegnato con il sistema di pensiero dell’ego”. Prendere le cose meno seriamente non è così facile come può sembrare. Qualsiasi tentativo di farlo ci porta a renderci conto che effettivamente prendiamo le cose molto seriamente. Nello studiare il Corso, diventiamo presto consapevoli del fatto che se incominciamo a prendere meno seriamente alcuni aspetti del sistema di pensiero dell’ego finiremo col prendere ogni cosa meno seriamente. Alla fine, anziché minare l’insegnamento del Corso, ciò di fatto minerà il sistema di pensiero dell’ego. Ecco perché non lo facciamo. E questo è il motivo per cui non vogliamo imparare ciò che il Corso insegna. Questa è di per sé una importante ed utile realizzazione. Significa che hai una qualche comprensione di ciò che il Corso afferma riguardo a chi sei (il sognatore del sogno) e, cosa ancora più importante, a chi non sei (un personaggio del sogno). Un chiaro riconoscimento della nostra resistenza nell’imparare ciò ci offre un apprezzamento del processo e, come tu dici, del bisogno di gentilezza nell’applicare gli insegnamenti del Corso.
Non sorprende che sia difficile prendere le cose meno seriamente. Il Corso non sottovaluta quanto seriamente abbiamo preso le nostre errate credenze su noi stessi ed il nostro mondo. “Nessuno crede che ci sia veramente stato un momento in cui non sapeva nulla di un corpo e nel quale non avrebbe mai potuto concepire che questo mondo fosse reale. Avrebbe visto subito che queste idee erano un'unica illusione, troppo ridicola per qualsiasi cosa che non fosse riderci sopra. Come sembrano serie adesso! E nessuno si ricorda di quando sarebbero state accolte con risate e incredulità. Possiamo ricordarci di ciò se solo guardiamo direttamente alla loro causa. E noi vedremo i motivi per ridere, non una ragione di paura” (T.27.VIII.5:5,6,7,8,9,10).
Il nostro processo di apprendimento richiede che dapprima riconosciamo proprio quanto ci prendiamo seriamente. Cercare di forzarci a non prendere le cose seriamente probabilmente non funzionerà. Il solo modo in cui possiamo imparare a farlo è menzionato nella citazione qui sopra. Dobbiamo imparare a guardare la causa delle nostre credenze. La causa è la decisione nella mente di separarci da Dio e poi credere che sia un fatto compiuto.
Il Corso ci dice che questo è ridicolo, e alla fine ci rideremo sopra. Ciò accadrà quando avremo lasciato andare la nostra colpa per averla innanzitutto presa seriamente. Ovviamente non stiamo ancora ridendo. Puoi trovare utile far pratica nel non prendere troppo seriamente la tua resistenza, e nel non giudicarti per il fatto che ami essere un personaggio del sogno.
La nostra resistenza e mancanza di disponibilità non cambiano la verità, né giustificano la nostra paura, e non siamo banditi dal Cielo per causa loro. Inoltre non ci viene chiesto di accettare pienamente per praticare ciò che il Corso insegna. Come afferma l’introduzione al libro degli esercizi: “Ricorda solo questo: non è necessario che tu creda alle idee, non è necessario che tu le accetti e nemmeno che tu le accolga volentieri. Ad alcune opporrai attiva resistenza. Niente di tutto ciò ha importanza, né ridurrà la loro efficacia” (L.in.9:1,2,3). Se continui a ricordarti che ciò che vedi e ciò di cui fai esperienza nel sogno non è reale e non ha alcun effetto sul te reale, diventerà sempre più facile prendere le cose meno seriamente. Ogni ricordo rafforza il credere nel sistema di pensiero dello Spirito Santo e diminuisce la nostra “serietà”. Come con Dio, ridere è inevitabile.