D # 637: Potete affrontare un paio di tematiche sul Corso che faccio fatica a cogliere?
I: Un corso in miracoli sostiene che la rabbia è semplicemente una manifestazione dell’ego, basata sulla paura. Tuttavia le scritture parlano spesso della rabbia di Dio: per esempio il Diluvio Universale, Sodoma e Gomorra, l’idolatria degli Ebrei nel deserto. Se Dio non ha ego, come potrebbe mostrare la Sua rabbia? O in realtà si trattava di qualcosa d’altro? Se non era rabbia, cosa era?
II. Sto iniziando a rendermi conto che il Corso ha a che fare solo con i pensieri, non col comportamento. Tuttavia continuano a permanere le annose domande sul comportamento. Se trattiamo il concetto tradizionale di “peccato” semplicemente come un’illusione del sé egoico, come possiamo distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato? Se il peccato non è reale allora posso fare quello che voglio senza paura di punizione o di azioni disciplinari. Se il sistema di giustizia fosse governato dal Corso, significa forse che non ci sarebbe punizione perché l’ “attacco” era solo un’illusione dell’ego che agiva tramite il corpo? Il Corso intende implicare che la risposta della società nei confronti di atti criminali dovrebbe essere perdonare i colpevoli anziché punirli o in altro modo “disciplinarli”? Come dovremmo funzionare – in quanto società – senza regole di condotta concordate e strumenti per farle rispettare?
R: La tua confusione su Dio non sorprende: molti studenti nuovi al Corso, provenienti da un contesto ebreo o cristiano tradizionale, la condividono. Ma può essere affrontata facilmente, anche se uno deve decidere per sé da che parte vuole stare. Molto semplicemente il Dio della Bibbia non è il Dio di Un corso in miracoli. Il Corso descrive ed offre effettivamente una correzione per un “Dio” che si arrabbia, condanna, punisce ed esige sacrificio per placare la Propria rabbia (es. T.3.I.1,2,3,4; T.9.V.3; T.23.II.4.5.6.7.8; L.Pi.170; M-17.5,6,7). Ma secondo il Corso questo è un Dio inventato dall’ego, un personaggio fondamentale del suo mito artificioso, che afferma che la separazione da Dio è reale, è realmente avvenuta, ha implicato un attacco a Dio e Lui è arrabbiato per quell’attacco e cerca risarcimento. Niente di tutto ciò per il Corso è vero, dal momento che la separazione non è mai avvenuta in realtà e Dio non sarebbe più Dio – Amore perfetto – se la rabbia potesse essere parte di Lui. Ma questo, ci dice il Corso, è ciò che l’ego vuole che crediamo, per assicurarsi la propria sopravvivenza. Perché l’ego prospera nel conflitto – è letteralmente un pensiero di conflitto – ed esige un nemico per mantenere la propria esistenza come qualcosa di separato e a sé stante.
Il reale Dio del Corso è Amore perfetto ed Unità perfetta, incapace di rabbia o di condanna e assolutamente non influenzato dall’illusorio pensiero di separazione ed attacco della Figliolanza. Da queste distinzioni consegue che il Dio della Bibbia non può essere la stessa cosa del vero Dio del Corso, ma piuttosto assomiglia in modo impressionante al Dio inventato dall’ego, arrabbiato e vendicativo. E ci sono molte altre differenze tra il Dio della Bibbia e il Dio del Corso. Nella Bibbia Dio crea il mondo fisico e tutto quello che abita quel mondo, compresi l’uomo e la donna. Condanna e punisce Adamo ed Eva per il loro peccato di disobbedienza contro di Lui, e alla fine manda il Suo unico Figlio perché venga sacrificato affinché gli effetti altrimenti irreversibili di quel peccato che tutti ereditiamo possano essere espiati.
Man mano che studi il Corso diventa sempre più evidente che questo Dio ed il Dio del Corso non hanno nulla in comune. Gesù nel Corso chiarisce bene che Dio non ha creato il mondo o i corpi (es. T.4.I.11:6,7), non è mai stato influenzato dalla nostra credenza nella separazione e nel peccato (es. T.30.III.10) e così non avrebbe mai potuto esigere sacrificio (es. T.3.I.4; T.11.VI.5). Inoltre il Gesù del Corso non è Dio, ma piuttosto un aspetto della Figliolanza uguale a tutti i suoi fratelli e sorelle, che ha ricordato la verità di Chi lui e tutti noi siamo in quanto l’unico, perfetto Cristo (T.1.II.3; C.5.2,3,4,5). Anche se ogni studente dovrebbe seguire qualsiasi percorso o percorsi verso i quali si sente guidato, queste differenze sulla natura di Dio sono alla base della nostra posizione secondo cui il Corso e il Cristianesimo tradizionale sono insegnamenti spirituali che si escludono a vicenda e non si possono riconciliare. La domanda # 439, così come il set di cassette audio dal titolo The Bible from the Perspective of A Course in Miracles, [disponibile solo in inglese] tratta la tematica della relazione tra il Corso e gli insegnamenti biblici.
II) Fuori di contesto sembra che dire che il peccato non è reale significhi che non importa cosa facciamo. E questo è vero ad un livello metafisico estremo. Ma il problema è che tutti noi che crediamo di essere qui nel mondo crediamo inevitabilmente anche nel peccato e nelle sue leggi di dolore e punizione, e così pensare di poterci comportare come vogliamo senza conseguenze per noi, sarebbe folle nel migliore dei casi e tragico nel peggiore (T.5.VI.1:3,4). Il corso non fa mai alcuna affermazione su quale sia un comportamento accettabile. E delle regole che governino un comportamento esterno sono una necessità pratica per la maggior parte delle menti, non pronte ad accettare la totale responsabilità per la propria esperienza, che in base all’insegnamento del Corso alla fine dobbiamo imparare ad accettare (T.21.II.2).
Nulla nel Corso dice che queste regole debbano essere ignorate o eliminate. Ed è possibile fornire delle conseguenze per le trasgressioni comportamentali, con l’intento di contenere comportamenti dannosi e distruttivi ma senza l’intenzione di punire (se lo desideri, rileggi le domande #371, #484 e #584 per un’ulteriore discussione sulle tematiche riguardanti il porre dei limiti e il prendere decisioni all’interno dell’illusione). Tuttavia il comportarsi “appropriatamente” di per sé non porterà alla salvezza. Deve avvenire un cambiamento al livello della mente, da cui poi deriva un comportamento “appropriato”.
Il Corso, pur non occupandosi di comportamento giusto o sbagliato, distingue tra modo di pensare o percezione della mente corretta e della mente sbagliata T.3.IV.4), affermando che il pensiero è il livello al quale deve essere fatta la distinzione, dal momento che il comportamento è sempre e solo un effetto o un risultato dei pensieri che ci sono nella mente. Gesù lo puntualizza molte volte all’inizio del Corso:
“Tu non puoi comportarti in modo appropriato se non percepisci correttamente” (T.1.III.6:5).
“Ho detto che non puoi cambiare la tua mente cambiando il tuo comportamento, ma ho anche detto, e molte volte, che puoi cambiare la tua mente” (T.4.IV.2:1).
“Ti ho ingiunto di comportarti come mi sono comportato io, ma per fare ciò dobbiamo rispondere alla stessa Mente. Questa Mente è lo Spirito Santo, la Cui Volontà è sempre per Dio. Egli ti insegna a tenermi come modello di pensiero e, come risultato, a comportarti come me” (T.5.II.12:1,2,3).
“abbiamo imparato che il comportamento non è il livello né per l’insegnamento né per l’apprendimento, poiché tu puoi agire in accordo con ciò in cui non credi” (T.7.V.2:4).
E in seguito, nel testo: “non cercare di cambiare il mondo, ma scegli di cambiare la tua mente riguardo al mondo (T.21.in.1:7).
In quella che forse è la più chiara discussione di questo punto del Corso, Gesù afferma:
“Non dovresti scusare un comportamento folle da parte tua dicendo che non puoi farci niente. Perché dovresti lasciar correre pensieri folli? C’è qui una confusione che faresti bene a guardare chiaramente. Puoi credere di essere responsabile di ciò che fai, ma non di ciò che pensi. La verità è che sei responsabile di ciò che pensi, perché è solo a questo livello che puoi operare una scelta. Ciò che fai deriva da ciò che pensi… Non ha senso credere che controllare il risultato di un pensiero errato possa produrre guarigione… Devi cambiare la tua mente, non il comportamento, e il farlo è una questione di disponibilità. Non hai bisogno di guida se non a livello mentale. La correzione appartiene solo al livello dove è possibile il cambiamento. Cambiamento non significa nulla al livello dei sintomi, dove non può funzionare” (T.2.VI.2:2,3,4,5,6,7; 3:1,4,5,6,7).
Il modo di pensare della mente sbagliata, o basato sull’ego, si fonda sempre sul credere in interessi separati, che devono produrre dolore e colpa per colui che pensa con la mente sbagliata e che si identifica con l’ego. Perché nella sua mente sta rendendo reale il peccato – la separazione – ed il sistema di pensiero dell’ego è stato impstato in modo tale da far sì che inevitabilmente ne conseguano dolore e colpa. Così sarebbe auto distruttivo ed auto ingannevole credere che possiamo agire in qualsiasi modo vogliamo restando impuniti. Se comprendessimo ed apprezzassimo pienamente gli insegnamenti del Corso sulla causa del nostro dolore e della nostra sofferenza, non prenderemmo mai in considerazione l’utilizzo di qualsiasi principio del Corso come giustificazione per attaccare chicchesia.
Il riconoscimento che il peccato non è reale non è semplicemente una comprensione intellettuale. Sapremo di aver veramente accettato l’irrealtà del peccato quando non saremo più identificati con il sé fisico e la personalità che ora crediamo di essere. Fino a quel momento, dal momento che il mondo è letteralmente una proiezione del nostro sé colpevole, ogni apparente attacco sul mondo fuori di noi deve essere un attacco a noi stessi, con tutte le conseguenze dolorose (es. L.pI.196). Quindi, qualunque cosa tu abbia pensato di fare, non farla!