D # 685: Nel libro degli esercizi di Un corso in miracoli ero impegnato con la lezione 122, davvero una bellissima lezione, quando una parola del paragrafo 10 ha catturato la mia attenzione. “Siamo veramente vicini alla fine del sogno prescritta” (L.pI.122.10:4). Potete per favore approfondire il termine “prescritta”?
R: in questo contesto la fine del sogno è “prescritta” perché è certa, e in realtà è già computa, perché “… la separazione non è mai avvenuta” (T.6.II.10:7). Tutti giungeremo a questa realizzazione, ciascuno col proprio tempo, e ci risveglieremo dal sogno: “Non dimenticare che una volta cominciato questo viaggio, la fine è certa. I dubbi lungo il cammino verranno per tornare nuovamente. Tuttavia la fine è sicura. Nessuno può non riuscire a fare ciò che Dio gli ha assegnato” (C.ep.1:1,2,3,4).
Il momento “prescritto” non si riferisce ad un momento specifico nel sogno, ma ad una decisione nella mente che è fuori dal tempo e dallo spazio. Tuttavia Gesù sa che crediamo di essere veramente separati da Dio, e di vivere nel tempo e nello spazio, e quindi ci parla al livello della nostra esperienza nel sogno. Ci dice in tutto il Corso che per finire il sogno tutto ciò che ci viene richiesto è ricordare la verità che abbiamo negato e dimenticare tutto il resto. E in un istante ci sveglieremmo. Ecco perché la fine è “vicina”: perché è lontana sempre e solo un istante.
Mentre continuiamo a scegliere la separazione, tuttavia, usiamo il tempo come meccanismo ritardante per difendere la nostra scelta: “Rimandare è dell’ego, perché il tempo è un suo concetto” (T-5.III.5:1). Il tempo è una delle migliori difese dell’ego per la sua frottola di peccato, colpa e paura. Solo nel tempo possiamo difendere la nostra credenza nella punizione da parte di Dio che pensiamo ci sia dovuta per il terribile “peccato” di aver scelto contro di lui nel passato. L’ego insiste nel dire che uno di questi giorni Egli ci prenderà. Usiamo anche il nostro concetto di tempo per proiettare la salvezza fuori di noi, in un momento distante nel futuro, perché abbiamo paura di accettarla nel presente. Così, contrariamente al detto popolare “il tempo non aspetta nessuno”, il tempo è in realtà sotto il comando dell’ego. Per il suo scopo di rifiutare di accettare la nostra unità con Dio, che porrebbe fine al sogno, abbiamo tutto il tempo del mondo. Il tempo effettivamente aspetterà che noi si scelga di nuovo, perché lo abbiamo fatto esplicitamente per servire le nostre tattiche dilatorie. Ecco perché, nella nostra esperienza, il sogno sembra durare eoni. Nella follia della nostra mente scissa noi temiamo che duri per sempre, e insieme speriamo che sia così. Nella sua gentilezza, Gesù ci rassicura dicendoci che effettivamente finirà, ma non all’improvviso: “Non aver paura di essere improvvisamente sollevato e scagliato nella realtà. Il tempo è cortese, e se lo usi in favore della realtà, manterrà un ritmo dolce con te nella tua transizione” (T-16.VI.8:1,2).
La fine “prescritta” del sogno, quindi, è certa come ci dice lo Spirito Santo, e vicina tanto quanto vogliamo che sia. Nel testo ci viene detto: “Il tempo è tuo amico se lo lasci usare allo Spirito Santo. Non ne ha bisogno che di molto poco per ripristinare a te tutto il potere di Dio. Colui Che trascende il tempo per te capisce a cosa serve il tempo” (T-15.I.15:1,2,3). Il concetto di tempo nel sogno serve lo scopo dello Spirito Santo quando lo usiamo per guarire le nostre menti dal pensiero di separazione, vedendo ogni momento come un’opportunità per scegliere il perdono anziché il giudizio nel presente. Così il “peccato” passato e la punizione futura vengono liberati del loro potere di ritardare il nostro viaggio, portando la verità più vicina alla nostra consapevolezza.