D # 819: Ho una domanda sulla metafisica di Un corso in miracoli. Secondo me il senso degli insegnamenti è che: 1) noi siamo “a casa in Dio sognando l’esilio…” (o continuando a rivedere e ad identificarci con un sogno che è durato solo un momento ed è finito molto tempo fa) e che 2) Dio non sa niente “riguardo” a questo sogno, dal momento che è per definizione irreale. La mia domanda è: pur non conoscendo tutte le macchinazioni di peccato-colpa-paura del sogno stesso, Dio comunque sa che c’è stato un sogno e che noi – in Cielo e a casa con Lui – continuiamo ad impegnarci (rivedere e identificarci) in quel sogno? L’immagine che continuo ad avere è che noi siamo per così dire una sorta di “assenti-in-azione”, a casa in Cielo, ma non pienamente là: addormentati. Dio sa che siamo addormentati, ma non sa cosa sogniamo mentre dormiamo? Oppure “noi” siamo una parte dormiente della più ampia Figliolanza, mentre l’altra parte è “completamente presente” nel canto di preghiera con Dio?
R: Non c’è alcun sogno: il Figlio non si è mai addormentato. Questo esprime l’assoluto non dualismo del Corso, un non dualismo che non consente alcun compromesso. Il Cielo (realtà) è “una consapevolezza di Unicità perfetta e la conoscenza che non c’è niente altro: nulla al di fuori di questa unicità e niente altro all’interno” (T-18.VI.1:6). Se anche solo una parte della Figliolanza fosse addormentata, la perfetta Unicità non sarebbe più perfetta Unicità: l’imperfezione coesisterebbe con la Perfezione, e la limitazione con l’Interezza. Dal punto di vista del Corso questo è impossibile. Quindi, e per quanto umiliante e sconcertante per noi un Figlio che non condivida eternamente la Perfezione di Suo Padre, ossia della Sua Fonte, è impossibile. Dire pertanto che Dio sa che “qualche parte della Figliolanza è ‘addormentata’,” è dare realtà ad uno stato dualistico. Questo sarebbe incoerente con lo stretto non dualismo di Un corso in miracoli.