Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 889 Una mia amica vuole che reciti il rosario con lei. Sarebbe disonesto da parte mia fare ciò?

 

D #889: Una persona con cui ho fatto amicizia ha l’abitudine di recitare il Rosario quando qualcuno viaggia con lei e si aspetta che l’altra persona lo reciti assieme a lei. Come studente di Un Corso in Miracoli, sarebbe disonesto recitare: “Ave Maria… prega per noi peccatori adesso ….” Oppure sarebbe una cosa amorevole da fare e in accordo con l’insegnamento del Corso: “Riconosci ciò che non ha importanza e, se i tuoi fratelli ti chiedono qualcosa di 'assurdo' fallo perché non ha importanza”. (T.12.III.4:1)? Questa esortazione si potrebbe applicare alla situazione di cui sto parlando?

Sono un cattolico non praticante e sono uno studente del Corso da 6 anni. Alcune delle donne con cui socializzo vanno in chiesa regolarmente. Mi è stato chiesto quale chiesa frequento. Non mi è piaciuto che me lo chiedessero, in quanto c’è un’unica chiesa nella nostra parrocchia. Quindi la prima volta ho ignorato la domanda. La seconda volta ho risposto spontaneamente: “Bella domanda!” Non mi va di rispondere che il mio percorso spirituale è Un Corso in Miracoli. Quale sarebbe un modo amorevole ed onesto per rispondere a questa domanda?

 

R: Ti sei dato un’ottima risposta alla tua domanda. Potrebbe certamente essere una cosa amorevole recitare l’Ave Maria con la tua amica. Non c’è nulla di disonesto nell’essere disponibili ad andare incontro alla tua amica nel suo terreno e nei suoi termini. Mentre la tua amica fa pratica del suo credo anche tu puoi fare pratica del tuo focalizzandoti sul contenuto (i pensieri nella tua mente), non permettendo alla forma (il rosario) di frapporsi tra te e la tua amica. Questo renderà il viaggio molto rilassante.

Allo stesso modo, non c’è alcun bisogno di dire a qualcuno che sei uno studente del Corso. La cosa importante, dalla prospettiva del Corso, è prestare attenzione al disagio che provi per le richieste dei tuoi amici, poiché esso riflette il conflitto della mente. L’obiettivo del Corso è aiutarci a diventare consapevoli proprio di tale disagio così che le credenze e i giudizi che sono nascosti al di sotto di esso possano essere svelati. Questa è la sola cosa su cui lo Spirito Santo porta l’attenzione. Se sei disponibile a guardare qualsiasi giudizio che hai riguardo la pratica cattolica della tua amica e riguardo la tua identità di cattolico non praticante / studente del Corso, potresti sorprenderti nello scoprire credenze di cui non eri consapevole. Queste credenze e questi giudizi sono ciò che rende difficile discernere cosa dire ai tuoi amici in merito alla tua frequentazione della chiesa. Ogni giudizio è una qualche forma di non perdono e il non perdono blocca la comunicazione. Come ci dice Gesù nel libro degli esercizi: “Certo è che ogni angoscia non sembra essere che una mancanza di perdono. Tuttavia questo è il contenuto che sta dietro alla forma” (L.pI.193.4:1, 2). Con questo in mente è possibile trovare il modo di uscire da ogni dilemma: “… solo il perdono guarisce un non perdono, e solo un non perdono può dare origine a qualsiasi malattia [angoscia, disagio, inquietudine]” (P.2.VI.5:5).

Quando il perdono dei propri giudizi diventa l’obiettivo della relazione, la relazione cambia, e ad un qualche livello tutti coloro che sono coinvolti percepiscono il cambiamento. Le domande e le risposte possono cambiare, ma è il cambiamento di contenuto che importa davvero. Il messaggio che tu non sei a disagio per le richieste dei tuoi amici verrà loro comunicato in qualche forma. Liberarli da ogni responsabilità per le tue sensazioni rende più leggera ogni interazione. Qualsiasi cosa tu dica sarà libera dal giudizio. Se rimani un amico gentile ed amorevole in questo modo, probabilmente non saranno più interessati a quale chiesa frequenti, sempre che ce ne sia una. Se invece dovessero essere interessati, non sarà un problema per te. Non puoi perdere.