D #1022: Pratico il Corso da molti anni e in tutto questo tempo ho cercato di interessare gli altri ad esso senza successo. Ora mi rendo conto che il Corso è inteso per me e che gli altri troveranno il loro percorso. Una volta ho partecipato ad un incontro di gruppo su Un corso in miracoli che era parte di un contesto cristiano e fui sorpreso quando il facilitatore chiese a tutti di prendersi per mano e vedere se eravamo in grado di canalizzare un’entità. Sfortunatamente a quel punto il mio ego intervenne e dissi al gruppo quello che pensavo della loro follia. Fu il mio primo ed ultimo incontro. Ho pensato che sarebbe stato carino condividere il Corso con gli altri, ma a parte questo sito faccio il mio viaggio da solo.
R: Non ci può essere modo migliore per imparare la distinzione fondamentale tra forma e contenuto! Tu puoi praticare il perdono e relazionarti a chiunque nel contesto di interessi condivisi senza mai usare il linguaggio del Corso e discuterne la metafisica. Questo talvolta può essere un modo più efficace di apprendere che non incontrarsi regolarmente con altri studenti del Corso per condividere esperienze e discuterne la teoria. Non c’è nulla di sbagliato in questo, ma non è una parte necessaria del processo totalmente interiore di spostarci dall’ego come insegnante a Gesù o allo Spirito Santo. E se ti focalizzerai sul contenuto del nostro viaggio comune verso casa in Dio – che è il viaggio di chiunque – non sentirai che stai viaggiando da solo. Questo è l’aspetto chiave della dimensione di addestramento mentale del Corso, come Gesù afferma eloquentemente in un passaggio del libro degli esercizi: “Tu vuoi la pace di Dio. E così anche tutti coloro che sembrano cercare sogni. Per loro come per te stesso, non chiedi che questo quando fai questa richiesta con profonda sincerità. Perché così raggiungi ciò che essi vogliono realmente, e unisci il tuo intento a quello che essi cercano sopra ogni cosa, forse a loro insaputa, ma in modo sicuro per te. … È questo unico intento che cerchiamo oggi, unendo i nostri desideri con il bisogno di ogni cuore, l’appello di ogni mente, la speranza che sta oltre la disperazione, l’amore che l’attacco vuol nascondere, la fratellanza che l’odio ha cercato di spezzare, ma che rimane ancora come Dio l’ha creata. Con un tale Aiuto al nostro fianco, possiamo fallire oggi quando chiediamo che ci venga data la pace di Dio? (W.pI.185.10:1,2,3,4; 14:1,2). Avvicinarci a questo ideale ogni giorno può condurre solo al disfacimento di ogni senso di solitudine ed isolamento.
La tua reazione al gruppo non è stata atipica rispetto alle esperienze di moltissimi altri studenti del Corso. Richiama alla mente il dolce ammonimento che Gesù diede a Helen un giorno quando era stata molto critica nei confronti del percorso spirituale che un’altra persona aveva intrapreso. Può benissimo essere adattato alla tua esperienza. Come riportato in Absence from Felicity di Kenneth Wapnick, “sentì improvvisamente la voce non giudicante di Gesù che le diceva, troncando i suoi giudizi: ‘non prendere come tuo il percorso di un altro, ma non dovresti nemmeno giudicarlo’. Alla presenza di questa correzione amorevole e gentile del suo giudizio, la rabbia di Helen si dissipò rapidamente” (pag. 430). Questa è una delle direttive che dovrebbero sempre stare in primo piano nella nostra mente quando incontriamo le situazioni di sfida della vita quotidiana.