Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1021 Come mediatore tra pari, come posso aiutare gli altri senza citare il Corso

 

D # 1021: Alcuni dei miei amici e dei membri della mia famiglia sono molto depressi, alcuni si mutilano o si fanno del male in altri modi. Nella mia scuola, sono un mediatore tra pari ed ho aiutato tantissime persone a superare i loro conflitti. Ma sento di non avere più alcun buon suggerimento da offrire, perché ora credo in Un corso in miracoli, e in che modo si suppone che io aiuti la mia famiglia ed i miei amici ad affrontare i loro problemi senza citare il Corso? Cosa posso dire? Cosa dovrei fare? Mi fa molto male sapere che non sto facendo assolutamente nulla.

 

R: Non è mai facile vedere le persone che si auto distruggono, specialmente quelle che ci sono vicine. Ma se il contenuto della tua mente riflette il sistema di pensiero di perdono dello Spirito Santo, risponderai automaticamente con amore, indipendentemente da quale possa essere la situazione. E’ importante notare che la risposta amorevole potrebbe essere di non fare o non dire niente, e semplicemente amarli nella tua mente non vedendole come vittime. E altrettanto importante che in quanto studente del Corso puoi dare consiglio senza mai usare il linguaggio del Corso. I suoi principi ed il suo messaggio riguardano sempre il contenuto della tua mente, non la forma in cui si esprimono. Il punto è se stai vedendo la situazione con gli occhi dell’ego o con gli occhi di Gesù.

Quando sarai nella tua mente corretta e guarderai con gli occhi di Gesù, percepirai che la gente condivide con te la stessa mente sbagliata, la mente corretta e il potere di scegliere tra le due. Ti renderai conto che tutti provano intenso dolore e sperano disperatamente di sbagliarsi in merito a ciò che percepiscono come un loro peccato che non può essere redento. La risposta è nella loro mente corretta, come nella tua, e quando saranno pronti la sceglieranno. Così, quando entri in empatia con la forza in loro, sono più propensi a percepirti come colui che rappresenta quell’alternativa (M.5.III.2:6), anche se potresti non aver detto loro una parola. Il messaggio sarebbe stato convogliato attraverso quell’istante in cui la tua presenza è priva di ego, e se la loro paura della guarigione sarà placata abbastanza, udranno quel messaggio (M.5.III). Se non lo odono ora, lo faranno in seguito, o lo udranno da qualcun altro. Questo è il punto dell’insegnamento di Gesù riguardo al fatto che scegliere il perdono è nostra responsabilità, ma l’estensione del perdono o del miracolo attraverso di noi non lo è (T.16.II.1).

Così, se ti concentri unicamente sul contenuto della tua mente, non ti sentirai frustrato del fatto che non stai facendo nulla. Tu stai presupponendo che devi risolvere il problema, avendo definito sia il problema che la soluzione. Ti sentirai molto più libero ed aperto alla risposta nella tua mente corretta se lascerai cadere questo presupposto. Questo ti porterà anche a rispettare il potere della mente di queste persone di scegliere il loro ego e non giudicarle per averlo fatto, poiché ti renderai conto che possono usare proprio lo stesso potere per scegliere contro l’ego. In questo non sono diversi da te e da chiunque altro. La forma è irrilevante. Questa è l’essenza della vera compassione e della vera empatia.

Abbiamo discusso alcune di queste idee nelle Domande #45 e #647.