Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1193 Perché non riesco mai a rivolgermi a Gesù per avere aiuto?

 

D #1193: Quando provo paura non chiedo a Gesù di aiutarmi. Egli afferma chiaramente che sono io ad aver scelto di avere paura e che non dovrei chiedergli che mi liberi dalla paura, ma che mi aiuti con le condizioni che mi hanno reso pauroso: il desiderio di essere separato (T.2.VI.4). Talvolta mi ricordo di farlo, ma altre volte tutto ciò che ricordo è la preghiera di cinque lettere: “Aiuto!” Tuttavia, voglio davvero che mi porti via ogni paura e odio e essere perdonato. Cosa non riesco a cogliere qui?

 

R: Il solo modo in cui possiamo essere totalmente e per sempre liberi dalla paura è dandoci il permesso di tornare in contatto con il potere di scelta delle nostre menti. Allora ci renderemo conto di esserci ingannati in merito a noi stessi, e che per tutto il tempo in cui pensavamo di vedere la realtà stavamo prendendo in considerazione le illusioni (L.pII.240). Stiamo scegliendo di rendere vere le illusioni e poi di nascondere a noi stessi tale scelta. Siccome questa è la radice di ogni paura, quale giovamento arrecherebbe che Gesù porti via la nostra paura quando noi siamo aggrappati alla sua causa? Non è che egli si rifiuti di farlo, ma che non può portare via la nostra paura perché noi siamo attaccati a ciò che la produce.

In Un corso in miracoli Gesù ci insegna anche ad assumerci la responsabilità dei nostri pensieri, poiché afferma: “Puoi credere di essere responsabile di ciò che fai, ma non di ciò che pensi. La verità è che sei responsabile di ciò che pensi, perché è solo a questo livello che puoi operare una scelta. Ciò che fai deriva da ciò che pensi” (T.2.VI.2:5,6,7). La paura viene dal nostro scegliere il sistema di pensiero di separazione, ed è qui che si rivolge l’aiuto di Gesù: verso  l’aiutarci ad entrare in contatto con il potere delle nostre menti così che noi si possa cambiare la nostra decisione ed essere in pace. Ecco perché nella sezione che segue afferma: “Puoi ancora lamentarti della paura, ma ciò nonostante persisti nel renderti pieno di paura. Ho già chiarito che non puoi chiedermi di liberarti dalla paura. Io so che non esiste, ma tu no. Se intervenissi tra i tuoi pensieri ed i loro risultati, interferirei con la legge fondamentale di causa ed effetto: la legge più fondamentale che ci sia. Non ti aiuterei affatto se sminuissi il potere dei tuoi pensieri. Questo sarebbe in diretto contrasto con lo scopo di questo corso” (T.2.VII.1:1,2,3,4,5,6). Per noi è molto difficile accettare ciò, e lavorare su questo perché non vogliamo accettare la responsabilità della nostra grave situazione. Ma questo è la sola via verso una pace sicura e duratura.

Sebbene Gesù non elimini la paura dalle nostre menti, egli promette di venire con noi nei recessi delle nostre menti che abbiamo mantenuto nascosti nell’oscurità: “La paura vive nell’oscurità, e quando hai paura hai fatto un passo indietro. Allora uniamoci velocemente in un istante di luce e sarà sufficiente per ricordarti che il tuo obiettivo è la luce” (T.18.III.2:4,5; vedi anche T.11.V.1:3,4). Abbiamo semplicemente bisogno di ricordare che la sua confortante presenza è lì con noi in ogni istante: “Se sapessi Chi ti affianca sul cammino che hai scelto, la paura sarebbe impossibile” (T.18.III.3:2). Così, la liberazione dalla paura è guardare con Gesù la nostra attrattiva verso la separazione, e ne facciamo pratica ogni volta che scegliamo di non vedere i nostri interessi separati da quelli di chiunque altro.