Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1255-ii Come può esserci un modo giusto e sbagliato per rispondere all’attacco se l’attacco non è reale?

 

D #1255 (ii ): In Introduzione a “Un corso in miracoli” Ken offre uno scenario di come rispondere dalla mente sbagliata e poi dalla mente corretta quando qualcuno ci sta attaccando. Trovo che confonda perché pensavo che in qualsiasi momento in cui percepisco che qualcuno mi attacchi ho l’opportunità di vedere come sto proiettando la mia colpa su di loro vedendo che mi attaccano. Non sto sempre e solo vedendo me stesso (il sé C)? Se sono nella mia mente corretta, perché mai vedrei qualcuno che mi attacca? Questo non significa rendere reale l’attacco? Pensavo non ci fosse davvero nessuno là fuori che mi attacca o nemmeno nessun altro, perché sto inventando tutto io e l’attacco è sempre una mia proiezione.

 

R: Tutto ciò che dici è corretto in relazione al percepire con la mente corretta. La discussione di Ken è nella cornice di cosa il mondo percepirebbe come attacco: in altre parole sta parlando dei due modi di rispondere quando qualcuno agisce in un modo che il mondo chiamerebbe attacco.