Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 563 Domande riguardanti il film “La Passione di Cristo”

 

D # 563: Recentemente abbiamo ricevuto parecchie domande sul film “La Passione di Cristo” e sull’argomento della crocifissione e Un corso in miracoli. Risponderemo a tutte le domande con una sola risposta.

  1. Il film “La passione di Cristo” ha ricevuto un sacco di attenzione. Potreste parlare di come il Corso vede la crocifissione e di come questa visione differisce dal modo di vedere dei cristiani tradizionali?

 

  1. Il film di Mel Gibson “La passione di Cristo” ha creato un gran trambusto. In che modo il Corso affronta il tema del film secondo il quale Gesù è venuto a dimostrare l’Amore di Dio? Ha dovuto morire per quella prova oppure si tratta solo di un comodo gioco di prestigio che la Chiesa cristiana ha sviluppato per perpetuare la credenza nella colpa e nella separazione?

 

  1. Sulla base degli insegnamenti del Corso, come valutate il film di Mel Gibson “La passione di Cristo” ?

 

  1. C’è una domanda sulla crocifissione che ho da parecchio tempo: perché Gesù ha scelto la crocifissione come strumento di insegnamento? In T.6.I.9:1 leggiamo: “Ho scelto, nel tuo e nel mio interesse, di dimostrare che l’attacco più assurdo a giudizio dell’ego, è irrilevante”, il che sta a significare che Gesù ha messo in scena la sua crocifissione.

Poi nella serie di estratti “Gesù: manifestazione dello Spirito Santo”, parte VIII sul sito http://www.facim.org/excerpts/s4e8.htm  ho letto: “Per Gesù la sua crocifissione ha lo scopo dell’amore avuto uno scopo d’amore. Per la maggior parte di noi essere crocifissi non avrebbe uno scopo d’amore. Ma non possiamo giudicare dalla forma. La forma di ciò che è accaduto a Gesù alla fine della sua vita non è stata amorevole o sicura: è stata sanguinaria. Ma siccome c’era un pensiero di amore nella sua mente – e solo un pensiero di amore – dal suo punto di vista la sua crocifissione è stata un atto d’amore, anche se non è stata così dal punto di vista di chi non condivideva il suo sistema di pensiero.

Sembra che coloro che assistettero alla crocifissione – o successivamente ne hanno sentito parlare – poterono vedere l’incidente solo come una catastrofe, dato che ben difficilmente erano / sono senza ego.

Perché chi vuole vivere una vita d’amore per poi essere catturato ed ucciso come Gesù? Come poteva Gesù aspettarsi che la gente non giudicasse la crocifissione dalla forma quando nella vita di tutti i giorni giudichiamo solo dalla forma? Quindi mi sembra quasi che la crocifissione non potesse causare niente altro che paura e sconcerto, e mi riferisco anche al fatto che un uomo santo potesse permettere che tanta gente vedesse la sua crocifissione e così pochi  la sua riapparizione dopo la sua “morte” e la sua successiva ascensione. So che c’è qualcosa di sbagliato in quello che dico, ma sento che il mio ragionamento è piuttosto logico. Per cortesia aiutatemi a chiarire questa cosa. Grazie.

 

R: Mettendo da parte per un attimo la questione se la crocifissione sia veramente un fatto storico, possiamo vedere molto chiaramente una delle differenze fondamentali tra il Corso ed il Cristianesimo tradizionale mettendo a confronto il modo in cui vedono il significato e il significante della crocifissione. Il Cristianesimo – e molta gente al mondo – asserisce che l’amore disinteressato si dimostra con il sacrificio e che non c’è amore più grande del dare la vita per un amico (Giovanni 15:13). E siccome secondo la teologia Cristiana Gesù– un essere totalmente senza peccato, innocente e immeritevole di alcuna condanna – ha dato la propria vita per tutti i suoi fratelli e sorelle, la crocifissione diventa la più grande dimostrazione di amore che il mondo abbia mai visto fino a ché essi sono disposti ad accettare il suo sacrificio per loro.

Sostenendo questa linea di pensiero il recente film enfatizza quanto abbiano dovuto essere grandi la sofferenza, il dolore e l’umiliazione che Gesù ha subito per noi, come ulteriore dimostrazione di quanto lui e suo Padre debbano amarci. L’Amore di suo Padre viene dimostrato dalla Sua disponibilità ad offrirci il Suo unico Figlio affinché i nostri peccati possano essere perdonati. In generale c’è poco da discutere sulla premessa che sta dietro alla credenza che Dio Padre sia Colui Che stabilisce le condizioni che esigono un sacrificio del genere dal Suo unico Figlio: che i nostri peccati possano essere così atroci che Dio possa essere appagato solo dal Sacrificio Perfetto del Suo Perfetto Figlio.

Invece il Corso afferma: “Il sacrificio è così essenziale al tuo sistema di pensiero che la salvezza senza il sacrificio non significa niente per te. La tua confusione tra sacrificio e amore è così profonda che non puoi concepire amore senza sacrificio. Ed è questo che devi vedere: il sacrificio è attacco, non amore” (T.15.X.5:7,8,9). Il confronto è del tutto stupefacente In precedenza, nella sezione “Espiazione senza sacrificio”, Gesù spiega: “Il sacrificio è una nozione totalmente sconosciuta a Dio. Esso deriva solamente dalla paura e chi è terrorizzato può diventare malvagio. Qualsiasi forma di sacrificio è una violazione della mia ingiunzione ad essere misericordioso com’è misericordioso il Padre tuo in Cielo” (T.3.I.4:1,2,3).

Pertanto cosa dire dell’amore altruistico che è disposto a sacrificare il sé? E’ una delle tattiche più ingegnose dell’ego, perché il suo “amore altruistico” glorifica il sé che è stato sacrificato e distrutto tramite la morte. Il Corso, per contro, insegna che l’amore genuinamente altruistico viene non dalla negazione del sé – che in maniera molto efficace rende reale il falso sé – ma dalla negazione della credenza nel sé, e questa è un’affermazione del principio di Espiazione del Corso secondo cui la separazione non è mai avvenuta. E l’ego non può tollerare questo tipo di altruismo.

Dalla prospettiva del Corso la questione della natura storica della crocifissione finisce con l’essere un depistaggio.  

Ciò che è importante riconoscere è che la storia è stata una parte importante del mito egoico che perpetua il nostro credere nel peccato, nella colpa e nella paura. Gesù nel Corso fornisce semplicemente un modo alternativo di guardare la cupa storia che abbiamo accettato come vera per molti, molti eoni: che la nostra colpa sia reale e che Dio esiga sacrificio. Egli ci offre una “totalmente benigna” “interpretazione positiva della crocifissione che è totalmente scevra di paura” (T.6.I.1:5). La sua morte non ha nulla a che fare con l’espiare i peccati  . Capovolgendo completamente l’interpretazione Cristiana tradizionale, è semplicemente un “esempio estremo” (T.6.I.2:1) del basilare insegnamento del Corso secondo cui la persecuzione non è reale e nessuno può essere una vittima!

Possiamo solo credere nella persecuzione e nell’assalto se ci equipariamo ad un corpo, cosa che Gesù chiarisce di non aver fatto (T.6.I.4).

Così, anche se all’interno del sogno c’era stata una crocifissione fisica, essa sarebbe stata una parte del nostro sogno e non del sogno di Gesù, dal momento che egli sapeva di non essere quel personaggio del sogno che tutti gli altri vedevano. Il copione degli eventi che sembrò svolgersi nel mondo verrebbe dall’ego collettivo, ma l’interpretazione alternativa del significato di quegli eventi verrebbe dalla mente unita allo Spirito Santo, che Gesù rappresenta. Gli eventi stessi sono sempre e solo simboli neutrali, che possono rappresentare o le proiezioni di colpa dell’ego o le estensioni di amore dello Spirito Santo. E quella è la sola scelta che Gesù cerca di insegnarci in merito alla crocifissione. L’interpretazione che sceglieremo determinerà se continuare a vederci come simboli crocifissi dalla colpa dei nostri fratelli o come gentili promemoria della loro innocenza così come della nostra.

Per un ulteriore, utile approfondimento sulla natura e la realtà di Gesù vedere la domanda #473 ,  e sulla crocifissione in particolare vedere le domande # 219 e 220.