Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 492 Perché Gesù non viene mai raffigurato sorridente?

 

D #492: La mia domanda riguarda il perdonare Gesù. E mi rendo conto che ho molto su cui lavorare per perdonarlo. Stavo pensando, l’altro giorno, di non aver mai visto un Gesù sorridente in qualche sua immagine. Questo è uno dei modi in cui il mondo ha diffuso la sua immagine: mostrandolo sempre severo e infelice? Perché non sorride mai? 

 

R: Puoi trovare molte immagini di "Gesù sorridente" in Internet. In "Google," inserisci “Gesù sorridente” e clicca sulle immagini. Inoltre fai riferimento alla Domanda #265 per maggiori informazioni riguardo a Gesù come simbolo nella forma.

Comunque, più importante del fantasticare sulle  immagini di Gesù più o meno sorridente, è il tuo riconoscere la necessità di perdonarlo. Questa cosa è particolarmente degna della tua attenzione. In Un Corso in Miracoli Gesù stesso ci dice: "Perdonami, dunque, oggi. E saprai che mi hai perdonato se vedi tuo fratello nella luce della santità. Egli non può essere meno santo di quanto non possa esserlo io e tu non puoi essere più santo di lui" (L.pII.288.2:1,2,3). Anche solo in questo breve passaggio troviamo l’intero ciclo della proiezione. La colpa che sentiamo per aver scelto di credere nel pensiero di separazione viene proiettata su tutti gli altri nella nostra vita in una forma o in un’altra. Ad un livello ancora più profondo, la colpa per non essere disposti ad accettare il principio dell’Espiazione (in base al quale la separazione non è possibile) viene proiettata su Gesù, che rappresenta la parte della nostra mente che effettivamente accetta l’Espiazione. È comprensibile che Gesù, e chiunque altro possiamo scegliere di attaccare, sarebbe allora percepito negativamente.

Il perdono di Gesù, assieme a quello di tutti i nostri fratelli, inizia con il riconoscimento che non sono loro i responsabili della nostra scelta di credere nella separazione. Come ci dice il Corso essi non hanno fatto nulla: "…perdonare il Figlio di Dio per ciò che non ha fatto" (T.17.III.1:5). La disponibilità ad assumerci la responsabilità della nostra scelta libera Gesù e i nostri fratelli dalle nostre proiezioni, cosa che ci rende liberi di vedere loro e noi stessi in una luce differente. Sebbene la differenza sia di fatto uno spostamento verso una maggiore quiete mentale, essa potrebbe essere simboleggiata da un sorriso, come viene espresso in modo così bello in questa preghiera del libro degli esercizi, indirizzata al Padre: "Io sono colui al quale sorridi con amore e tenerezza così care, profonde e quiete, che l’universo Ti restituisce il sorriso e condivide la Tua Santità" (L.pII.341.1:2). È difficile immaginare Gesù o anche noi stessi pronunciare questa frase con un’espressione severa e  infelice.