Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 839 Come posso sentirmi in maniera diversa riguardo a qualcuno che abusa verbalmente?

 

D # 839 Come posso usare la prospettiva di Un corso in miracoli per guardare una persona che abusa verbalmente e sentirmi interiormente più in pace? 

 

R: Il primo posto che il Corso ci chiede di guardare in una relazione è in noi stessi. I nostri sentimenti, giudizi e pensieri ci mostrano il contenuto inconscio della mente, ossia la scelta dimenticata di negare il Sé che Dio ha creato e di identificarci invece con l’ego. La colpa, insieme ai sentimenti di vuoto, vulnerabilità e indegnità, è il risultato inevitabile di quella scelta. Quando è proiettata all’esterno la colpa viene sperimentata in relazioni caratterizzate da copioni di vittimismo. Sebbene nella relazione la vittima/abusata e il carnefice/abusante abbiano ruoli diversi, entrambi mettono in scena la paura di aver perso irrimediabilmente l’innocenza per via dell’attacco che la mente ha fatto al Sé. E così, motivato da un profondo sentimento di indegnità, il carnefice si sente costretto ad attaccare in una qualche forma come ad esempio l’abuso verbale. Il pensiero distorto è che il far sembrare un altro cattivo faccia sembrare migliore colui che attacca.

Così la perdita di qualcun altro diventa il guadagno di colui che attacca. Questa è un’espressione della quarta legge del caos che si trova nel capitolo 23 del testo: “Questa apparente legge é il credere che possiedi quello che hai preso. Con ciò, la perdita di un altro diventa il tuo guadagno, e quindi essa non riconosce che non puoi mai portare via se non a te stesso” (T.23.II.9:3,4). Il carnefice si convince che le sue accuse siano davvero giustificate. La credenza sottostante è che egli abbia preso l’innocenza dell’altro e adesso ce l’abbia per se stesso.  La vittima crede che – avendo perso la pace e sentendosi trattata ingiustamente - sia il carnefice da incolpare. È lei la vittima innocente e si possono trovare molti testimoni a sostegno di questo modo di vedere. La vera fonte di questi sentimenti, tuttavia, è la mente che ha scelto di buttare via la pace e l’innocenza identificandosi con l’ego. Il complotto vittima-carnefice è uno scenario ideale perché l’ego possa mantenere lontano dalla consapevolezza il potere di scelta della mente focalizzando l’attenzione sulle dinamiche esterne della relazione.

Come in ogni relazione, la pace si trova nel perdono. Inizia con la disponibilità ad applicare all’esempio che porti i principi dell’insegnamento del Corso che ho precedentemente menzionato, e questo libera il tuo esempio dal modo in cui l’ego interpreta qualsiasi situazione vittima/carnefice. Ora viene visto in una luce diversa e con uno scopo differente. Mentre la sensazione di vittimizzazione può restare e non dovrebbe essere negata, la fonte non è più vista nell’attacco di un altro, ma nella scelta fatta dalla mente di negare la sua vera identità di innocente Figlio di Dio. L’attacco allora diventa un’opportunità per vedere la colpa generata da questa scelta nella sua forma proiettata. All’inizio del testo Gesù ci offre un processo per aiutarci a praticare il perdono in ogni situazione: “… il primo passo nel disfare è riconoscere che hai attivamente deciso in modo sbagliato, ma che puoi altrettanto attivamente decidere altrimenti. … La tua parte è semplicemente di riportare il tuo pensiero al punto in cui è stato fatto l’errore e affidarlo in pace all’Espiazione. Dì a te stesso, più sinceramente che puoi, ricordando che lo Spirito Santo risponderà pienamente al tuo più lieve invito: Devo aver deciso erroneamente, perché non sono in pace. Ho preso io stesso la decisione, ma posso anche decidere diversamente. Voglio decidere diversamente perché voglio essere in pace. Non mi sento in colpa perché lo Spirito Santo disferà tutte le conseguenze della mia decisione sbagliata se glieLo permetterò. Scelgo di permetterGlielo, lasciandoLo decidere in favore di Dio per me” (T.5.VII.6:3,5,6,7,8,9,10,11).

Siccome la vera fonte di vittimismo è una decisione nella mente, questo formato affronta il problema senza fare alcun riferimento a “colui che attacca”. La cosa importante è assumersi la responsabilità della scelta della mente senza giudicare questa scelta sbagliata come se fosse un peccato. Quando questo avviene la pace è possibile indipendentemente da quale tipo di attacco possa essere sferrato contro di noi. Allora, con l’aiuto dello Spirito Santo, puoi scegliere di fare dei passi per migliorare in qualche modo la relazione o per interromperla del tutto. Quando si è scelto lo Spirito Santo, qualunque cosa segua sarà amorevole sia per te che per l’altra persona.