D # 181: Quando ho fatto le lezioni della seconda parte del libro degli esercizi di Un corso in miracoli, la mia esperienza dell’amore di Dio è stata molto profonda. Sembrava molto sensuale. Persino ora, talvolta, durante la meditazione, provo le stesse sensazioni calde, sensuali. Mi ritrovo a sentirmi in colpa. È sbagliato sperimentare l’Amore di Dio come sensuale?
R: Sebbene sia vero che qualsiasi esperienza genuina dell’Amore di Dio sia al di là di ogni sentimento, sensazione, pensiero e simbolo, un paio di cose continuano ad essere vere finché continuiamo a vederci come esistenti separati da quell’Amore:
Per prima cosa: le nostre menti, che ancora credono che noi siamo specifici e concreti, vorranno contenere quell’esperienza illimitata in una forma o esperienza con la quale ci possiamo identificare, per evitare di sentirci sopraffatti dalla sua immensità. Così la nostra mente può tradurre l’esperienza in qualcosa di familiare e confortante, persino piacevole, come quella che descrivi. All’inizio del testo Gesù parla della “confusione degli impulsi al miracolo con gli impulsi fisici” e aggiunge che “tutto il vero piacere viene dal compiere la Volontà di Dio” (T.1.VII.1:2,4).
E un’altra cosa che è vera è che il nostro ego si afferrerà qualsiasi cosa possibile per sabotare l’esperienza di amore e di pace allo scopo di seminare semi di conflitto. Ma questo avviene soltanto perché è minacciato dall’assenza di limiti dell’amore nel quale cessa di avere qualsiasi esistenza.
Così la cosa più saggia è semplicemente quella di non giudicare quello che accade, riconoscendo che il tuo ego può avere i suoi obiettivi con l’esperienza, ma non c’è bisogno di cercare i suoi consigli. Permettiti le esperienze che fai senza giudizio, e senza trasformarle in alcun modo in qualcosa di grosso. E ricorda che l’esperienza di Dio può e dovrebbe essere l’esperienza più naturale che si possa avere. E se non l’abbiamo certamente non è perché Lui stia trattenendo qualcosa!