D # 928: Da circa tre anni sono ossessionato con la corruzione del nostro governo e la povertà, il terrorismo, la guerra, ecc. che l’America ha provocato. Questa ossessione mi ha portato ad avere problemi di salute. Trovo conforto nello scriverne e nel discutere questa tematica con certe persone. Sento come se stia raggiungendo qualche piccolo beneficio, forse. Un corso in miracoli ci insegna a guardare quello che abbiamo fatto con un sorriso e dire che questi pensieri non hanno effetti su chi sono, e che il “Perdono” è quieto e tranquillamente non fa nulla (L.pII.I.4.1:1). Ken ha anche detto che uno studente del Corso potrebbe validamente essere coinvolto in una situazione, come la guerra, e tuttavia praticare gli insegnamenti del Corso. La tematica principale è quale insegnante stiamo seguendo. Io credo che la tua risposta alla domanda #873 sia rivolta a questa tematica, ma di certo è frustrante.
R: Anche le domande #509 e 869 sono utili su questa tematica. Saremo brevi nel risponderti, così da non ripetere semplicemente ciò di cui abbiamo discusso in precedenza. La lezione è senza dubbio difficile, forse la più difficile di tutte. Applicare il Corso significa essere in grado di vedere la corruzione e la disonestà, ecc, ed essere in grado di dissentire con i politici mentre allo stesso tempo riconoscere che questi leader sono parte della stessa Figliolanza di cui tu e tutti gli altri sono parte. Estendere compassione alle “vittime” dell’ingiustizia e non ai “persecutori” significa indulgere nella versione di compassione e giustizia dell’ego. Ed il risultato inevitabile di ciò sarà sempre il conflitto, la colpa e l’infelicità. L’esclusione è assai costosa per la propria pace mentale, perché è la negazione della verità e della realtà. L’Amore di Dio è omni-comprensivo e pertanto, come riflesso di questo Amore, Gesù avvolge tutti con il suo amore, senza eccezioni. Egli ci chiede di fare altrettanto, cosicché alla fine sapremo chi siamo in quanto Figlio di Dio: “Vieni perciò a me ed impara la verità che è in te. La mente che condividiamo è condivisa da tutti i nostri fratelli, e quando li vedremo veramente essi saranno guariti… Tu puoi apprezzare la Figliolanza solo come una cosa sola. Questo è parte della legge della creazione e perciò governa tutto il pensiero” (T.7.V.11.1,2,7,8). Questo è anche il tema centrale del recente libro di Ken “The Arch of Forgiveness”, in cui afferma: “Se pensi a Gesù come all’amore e all’innocenza totali, in cui risplende lo splendore della luce di Cristo, devi essere disposto a condividere lo stesso pensiero con coloro che sembrano incarnare il male, l’oscurità ed il peccato dell’ego. Se la luce di Cristo non risplende in tutti, non risplende in nessuno” (pag. 13; questo è anche il tema di una serie di CD e di un articolo del settembre 2004 pubblicato su “The Lighthouse”, entrambi intitolati “The Arch of Forgiveness”) [N.d.t.: La traduzione dell’articolo di The Lighthouse dal titolo “L’arco del perdono” è pubblicato sul sito www.ucim.it].
Il solo modo per fare questo è quello di cercare di elevarsi al di sopra del campo di battaglia per un istante, oltre la percezione di vittima e persecutore (T.23.IV). Vedresti allora che tutti condividono la stessa agonia di sentirsi orfani e senza speranza, vaganti in un luogo che non è casa. Questo è il contenuto della mente di tutti, leader governativi e militari, i cosiddetti malfattori, gli apparenti oppressi e tutti gli altri. Anche il ricordo del nostro glorioso Sé di Cristo è in ogni mente, ma resterà nascosto dalla decisione di condannare o escludere anche una sola persona. Questa è l’importanza, per l’ego, di avere nemici – siamo tenuti separati gli uni dagli altri, e dalla nostra mente, dove vedremmo sia il dolore condiviso ed il ricordo dell’amore che ci lega in quanto Figlio unigenito di Dio. La rabbia e l’accusa, così, hanno uno scopo preciso – sono gli effetti della nostra scelta di rimanere in uno stato di separazione, ma farla sembrare come qualcosa fatto da qualcun altro: i corrotti, i leader incompetenti, indifferenti, la cittadinanza egoista, ecc.
Gesù ci invita a guardare il prezzo che stiamo pagando per restare aggrappati alla rabbia che sentiamo essere così giustificata e poi a chiederci se ne vale la pena. Egli ci assicura che attaccare gli altri con la condanna non è peccato, ma è folle e, ancora più importante, in realtà non è la nostra volontà (T.23.IV.3:3; 4:6). L’ego cerca di convincerci che possiamo sentirci giustificati nell’attaccare gli altri senza far del male a noi stessi: “Perché la dottrina fondamentale dell’ego è che sei sfuggito da ciò che fai agli altri. L’ego non vuol bene a nessuno. Tuttavia la sua sopravvivenza dipende dal fatto che credi di essere esente dalle sue intenzioni malvagie. Il suo consiglio, quindi, è che se lo ospiti ti metterà in grado di dirigere la tua rabbia all’esterno e così sarai protetto… più rabbia investi al di fuori di te, più sarai al sicuro” (T.15.VII.4:2,3,4,5,6).
Così Gesù ci chiede di guardare a questo contenuto nella nostra mente con lui, cosicché riconosceremo il sistema di pensiero con cui abbiamo scelto di identificarci e poi valutarne onestamente il valore alla luce del sistema di pensiero di perdono che lui offre. Perché mai vogliamo ritirare il nostro perdono ed il nostro amore da anche una sola persona una volta che ci rendiamo conto che così facendo stiamo escludendo noi stessi dall’esperienza dell’amore e della pace del Cielo? Questa è la domanda che vogliamo tenere in primo piano nella nostra mente insieme alla sua assicurazione che non possiamo allontanarlo nel caso in cui continuassimo a restare attaccati alla nostra rabbia ed alle nostre lamentele. Il suo amore per noi non viene intaccato dalla nostra scelta in favore della follia.