Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 716 Usiamo la malattia come giustificazione per evitare la vera guarigione?

 

D #716: Entro un mese mi sottoporrò ad un intervento chirurgico alla spalla. Sto vivendo questa condizione da circa un anno e ora finalmente sto affrontando la situazione. Ho continuato a sperare in un risultato differente e mi è persino passata la voglia di trovare la vera natura del problema. Ho continuato a cercare di tenere la mano di Gesù, ma in realtà ho continuato ad investire nei piani dell’ego. Siccome soffro, non so come uscirne. Ricordo di aver ascoltato in una registrazione o di aver letto qui che dovremmo semplicemente usare la magia necessaria per guarire la nostra malattia così da poter proseguire con lo studio di Un Corso in Miracoli. Leggo nel manuale degli insegnanti: "Chi sceglierebbe la sofferenza se non pensasse di ricavarne qualcosa, e qualcosa che per lui ha valore? ... Poiché la malattia è una scelta, una decisione. È la scelta della debolezza, nell’errata convinzione che sia forza". Dopo aver riflettuto davvero seriamente su questo, sono giunto a credere di aver utilizzato la mia situazione come scusa per “non fare” un sacco di cose che avevo fatto per anni, come le lezioni di aerobica settimanali: al loro posto ho cominciato a camminare ogni giorno. Immagino si tratti del complesso del martire. Nel corso dell’ultimo anno ho parlato varie volte della mia condizione e finora le persone mi hanno chiesto soltanto: "Come vanno le spalle?" Pertanto vedo ciò che ho fatto, ma questo non ha portato via il dolore. Potreste commentare?

 

R: Sembra che tu abbia individuato alcuni dei vantaggi secondari che trai dalla tua condizione. È sempre molto utile vedere questo, perché smaschera un po’ più chiaramente le vere intenzioni dell’ego così da permetterci di iniziare a vedere quali siano i suoi piani. E a livello più profondo c’è un vantaggio, un "qualcosa di valore" a cui allude anche la sezione che citi (M.5.I,II). Quando incomincerai ad entrare in contatto con quel valore nascosto comprenderai perché c’è una tale resistenza a lasciar andare il dolore.

Ma il fatto che tu sia disposto a cercare aiuto al di fuori di te stesso al livello del corpo, tramite la chirurgia, può essere visto come un riflesso della tua disponibilità a riconoscere che non puoi risolvere tutto questo da solo, mentre all’ego piacerebbe che tu credessi di poterlo fare.

E tale credenza – che possiamo essere o agire da soli – è in realtà la causa del dolore. Come hai scoperto, talvolta pensiamo di chiedere aiuto a Gesù per il nostro dolore quando in realtà stiamo usando la nostra richiesta come copertura della nostra stessa paura di guardare ciò che crediamo sepolto nella nostra mente: l’orribile colpa e l’orribile dolore per la separazione.

Il “valore” primario, ma inconscio, della malattia e della disabilità è che esse pongono la responsabilità del nostro dolore al di fuori della mente, nel corpo, quale vittima di forze nel mondo al di là del suo controllo. E questa apparente relazione nega che il nostro dolore abbia qualcosa a che fare con una scelta che abbiamo fatto nella nostra mente di vederci separati da Dio e dal Suo Amore. In altre parole la malattia del corpo protegge il nostro concetto di noi stessi quali individui che cercano di fronteggiare un mondo che esiste indipendentemente da noi. E la resistenza a riconoscere che tutto il nostro dolore deriva da una nostra decisione, dall’aver inventato tutto noi, è "enorme" (M.5.II.1:7) in quanto minaccia l’esistenza sia del mondo sia del sé che pensiamo di essere.

Accettare la responsabilità al livello della mente per tutta la nostra esperienza (T.21.II.2) non è qualcosa che la maggior parte di noi possa semplicemente fare tutto d’un colpo, dopo essere giunti ad una comprensione intellettuale di ciò che stiamo facendo.

Siccome la resistenza è così grande, è probabile che per la maggior parte di noi si tratti di un processo (praticare il perdono, lasciar andare il giudizio di noi stessi e degli altri) che sembrerà richiedere tempo.

Nel frattempo congratulati con te stesso per aver fatto un passo avanti, per aver riconosciuto il tuo dolore e aver preso atto di non poter risolvere la situazione da solo. Permettere a te stesso di unirti ai medici professionisti che sono lì per aiutarti ad affrontare il dolore alla spalla, può essere un simbolo della tua disponibilità ad unirti all’amore che tutto abbraccia nella mente e che elimina tutto il dolore, la colpa e l’esperienza della separazione.