Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 882 Chi non è perdonato va all’inferno?

 

D #882: Cosa accade a chi non è perdonato? Va all’inferno?

 

R: Sì. Tuttavia, i non perdonati non sono coloro i cui peccati sono imperdonabili, e l’inferno non è un luogo di punizione in cui i condannati vengono relegati a soffrire un’indicibile agonia per aver peccato. L’inferno è credere che il Figlio di Dio possa essere separato da Lui, che possa vivere e morire in un corpo. È la colpa per aver scelto la separazione e la paura che Dio ci si ritorca contro con furibonda vendetta. È l’esperienza di rifiutare di perdonarsi per il “peccato” di credere che la separazione sia preferibile all’unità. Pertanto, ogniqualvolta scegliamo la separazione, ci aggrappiamo alla bugia di specialezza dell’ego e giudichiamo questo come peccato, siamo non perdonati e all’inferno. Sia il non essere perdonati che l’inferno sono riflessi di una scelta fatta nella mente. La scelta sta nell’accettare la versione dell’ego su chi sia il Figlio di Dio: un individuo separato, che dimora in un corpo; peccatore, colpevole e con la paura di poter essere gettato all’inferno in un momento futuro sconosciuto.

L’obiettivo del Corso è insegnarci che c’è un altro modo: quello dello Spirito Santo. Egli rappresenta la parte della mente che ricorda la verità sul Figlio di Dio e attraverso gli insegnamenti del Corso conduce alla liberazione dall’inferno. Lo fa insegnando che la mente ha il potere di scegliere tra Cielo e inferno, tra Dio e l’ego, tra perdono e non perdono. In realtà: “L’inferno non esiste” (T.15.I.7:1), ma solo l’esperienza di dolore bruciante come conseguenza dell’aver fatto la scelta sbagliata. La liberazione da questo dolore/inferno sta nell’apprendere che la mente che sceglie in modo sbagliato può scegliere di nuovo.