Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 999 Perché il Corso fa emergere così tanti conflitti?

 

D #999: Perché Un corso in miracoli fa emergere così tanti conflitti? Non mi sono mai imbattuto in alcuna pratica spirituale o psicologica che si focalizzi così tanto sulla nostra resistenza. Comprendo il motivo per cui il Corso lo faccia, ma lo trovo personalmente insostenibile. Immagino che, come persino Helen Schucman (scriba del Corso) non fu in grado di soddisfare gli elevati obiettivi del Corso, anche io posso lasciarlo scivolar via. Ma non c’è un altro modo? Trovo che il Corso sia una deviazione in direzione della battaglia. Di certo non era questa l’intenzione di Gesù!

 

R: Hai ragione nel dire che Gesù non intendeva che il corso fosse una deviazione in direzione della battaglia. Tuttavia, ciò che intendeva effettivamente era che fosse uno strumento che ci portasse a guardare direttamente la battaglia che sta già infuriando nella nostra mente: la battaglia tra l’agognato ritorno all’amore di Dio e il nostro desiderio di mantenere la nostra identità di esseri individuali, autonomi. Per questa ragione può sembrare che il Corso provochi l’esperienza di maggior conflitto. In realtà ci porta semplicemente a riconoscere la nostra guerra interiore per tenere lontano dalla nostra consapevolezza il ricordo dell’Amore di Dio.

Il fatto che noi crediamo di essere effettivamente in questo mondo di sogno mostra che abbiamo scelto di allinearci con l’ego e la sua insistenza sul fatto che siamo più al sicuro e felici di quanto non saremmo nella nostra vera casa in Cielo. Non c’è pertanto da sorprendersi se è tipico per gli studenti lottare con il messaggio del Corso secondo cui nulla in questo mondo ci renderà mai felici. Per l’ego nulla è più insostenibile dell’affrontare il fatto che tutte le strade di questo mondo “non portano che alla delusione, al nulla e alla morte” (T.31.IV.2:3). Tuttavia, Gesù non si sta appellando a noi in quanto ego: egli sta in realtà parlando al decision maker nella nostra mente che sceglie tra gli insegnanti interiori. Egli predispone un processo per cambiare la nostra guida interiore passando dall’ego allo Spirito Santo. Ogni volta che lo facciamo, automaticamente passeremo dal proiettare rabbia, colpa ed attacco all’estendere invece amore e perdono.

L’obiettivo del Corso, tuttavia, effettivamente non è così alto o elevato. Non è inteso per portarci a fare quel cambiamento interiore in modo permanente e diventare fasci radianti di luce. Piuttosto è inteso ad aiutarci a vedere che questo cambiamento è possibile – che lo Spirito Santo esiste veramente nella nostra mente – e a motivarci a guardare come è la nostra scelta contro questo cambiamento, e non qualsiasi altra cosa nel mondo esterno, che ci mantiene miserevoli. Questo è il motivo per cui il Corso afferma che esso è “un inizio, non una fine” (L.ep.1:1). Quando ci accostiamo al Corso in questo modo ne faremo esperienza in modo diverso: come una fonte di ispirazione anziché di colpa.

Questo significa anche che non siamo in grado di sapere o giudicare come un’altra persona è stata influenzata dal Corso. Tu hai portato l’esempio di Helen Schucman. Di certo il libro Absence from Feclicity: The Story of Helen Schucman and Her Scribing of A Course in Miracles, rende chiaro che sembrò sperimentare resistenza nei confronti dell’amore di Gesù. Chiarisce anche che era consapevole di questa resistenza e, il più delle volte, continuava a seguire la guida di Gesù. In questo senso noi, come studenti del Corso, potremmo vedere la sua vita come di grande ispirazione.

Una nota finale. Se trovi che lavorare con il Corso sia continuamente e costantemente insostenibile, è possibile che non sia il percorso giusto per te. Ricorda che il Corso afferma “Ci sono molte migliaia di altre forme [cioè percorsi spirituali] tutte  con lo stesso risultato” (M.1.4:2). Alla fine, ciò che importa non è la forma del percorso che prendi, solo che ne trovi una che ti aiuti a risvegliarti all’Amore di Dio per te e al tuo per Lui (T.4.III.6:3).