D #1009(ii): L’altro giorno ho detto a un amico che non ho alcun bisogno quando sono con altra gente: cerco di dare semplicemente agli altri quello che vogliono. Il mio amico ha detto che quello che sto facendo è non essere me stesso. Questo mi ha fatto sentire molto confuso. Non sono me stesso se mi comporto solo con rispetto nei confronti dei pensieri e dei sentimenti degli altri? Cosa è “me stesso”? Come si suppone debba agire con la gente?

R: Il Corso ci insegna che tutti i bisogni che sembriamo avere in questo mondo sono, in realtà, nostri tentativi per trovare sostituti per l’unica cosa che pensiamo di aver distrutto e che non potremo mai riavere: la pace di Dio. Inoltre, non siamo gli individui che pensiamo di essere: siamo solo personaggi in un sogno e, al risveglio, scopriremo che continuiamo ad essere una “Unità unita come Una cosa sola” (T.25.I.7:1), a casa con il nostro Creatore.

Naturalmente dalla nostra prospettiva niente di tutto ciò sembra avere senso all’interno di questo sogno di separazione e individualità. In questo sogno ci sembra di avere molti bisogni (tra quelli fondamentali l’aria e l’acqua) e l’ultima cosa che vogliamo è fingere di non averli. Ma possiamo incominciare a riconoscere che non abbiamo bisogno di nulla dagli altri per essere in pace. E possiamo incominciare a vedere come la nostra identità, sino ad ora, sia stata molto definita da tutti i nostri bisogni e chiederci chi saremmo senza di essi.

Il fatto che vuoi agire con rispetto verso i pensieri e i sentimenti degli altri è un obiettivo molto utile da avere. Solo tu puoi sapere se genuinamente senti di non avere bisogni quando sei con gli altri o se stai negando qualcosa. Come studente del Corso, non c’è un unico modo in cui “si suppone” si debba agire con le persone. Ma, alla fine, se continui a monitorare i tuoi pensieri, puoi, con l’aiuto dello Spirito Santo, incominciare a provare pace indipendentemente da con chi ti trovi.