D #1035: Ultimamente ho osservato dal punto di vista di Un corso in miracoli i miei “sogni nel sonno” rispetto ai “sogni da sveglio” e la mia comprensione del “sognare” si è un po’ più approfondita. Sebbene non sempre, talvolta mi aiuta a mettere nella giusta prospettiva “i problemi di questo mondo”. Nella prima cassetta audio dal titolo “Cause and Effect” di Kenneth Wapnick, egli afferma: “Un sogno è un desiderio realizzato”. Potete commentare?
R: Una parte significativa del lavoro di Freud si basa sulla teoria che i sogni che abbiamo di notte sono realizzazioni di desideri: che noi abbiamo nella nostra mente dei desideri segreti che poi si manifestano nei nostri sogni notturni. Gesù dice la stessa cosa, salvo che generalizza questo concetto per includere la nostra vita per intero, come pure la “vita” dell’intero universo fisico. Così noi “siamo a casa in Dio, sognando l’esilio ma perfettamente in grado di risvegliarci alla realtà” (T.10.I.2:1). Le nostre vite in questo mondo sono parte di questo sogno di essere separati da Dio. Questo è illusorio, naturalmente, poiché è impossibile separarsi dall’Infinità e dalla Perfezione, ma siccome pensiamo di essere veramente vivi in questo mondo molto reale, Gesù usa l’analogia del sogno per aiutaci a ritornare al nostro stato originale, immutato, di unità con la nostra Fonte. Egli ci insegna a diventare “sognatori lucidi”: processo graduale che riporta nella nostra consapevolezza il potere della mente di decidere di svegliarci da questo sogno di separazione o di restare addormentati, ignari del fatto che siamo i sognatori dei nostri stessi sogni.
Ciò che ci impedisce di svegliarci, tuttavia, è il nostro desiderio segreto di mantenere la nostra esistenza individuale, ma di proiettarne la colpa su qualcosa d’altro o su qualcun altro. Questa è la causa del nostro sentirci vittimizzati e trattati ingiustamente nella nostra vita (l’effetto). E’ una strategia assolutamente bizzarra, ma il nostro desiderio segreto è realizzato all’interno del sogno ogni volta che sentiamo che stiamo soffrendo ingiustamente per mano altrui. Siccome teniamo sotterrato questo desiderio, ci sembra di essere vittime innocenti, ma siamo tutt’altro che innocenti. Contrariamente alla nostra esperienza, il mondo non è la causa della nostra sofferenza e dei nostri problemi. “La percezione è il risultato e non la causa” (T.28.in.1:8). Il mondo con il suo potenziale di infliggere sofferenza e i corpi all’interno del mondo che possono essere così afflitti sono entrambi la realizzazione del desiderio segreto della mente di avere una propria esistenza facendola però sembrare di non esserne responsabile. Correggere questa illusione è l’obiettivo del programma di studi di Gesù con il suo corso. Ma l’efficacia di questa correzione poggia sulla nostra disponibilità a mettere in dubbio la validità delle nostre percezioni riguardo a noi stessi e al mondo. Dobbiamo arrivare al punto in cui siamo aperti a vedere noi stessi e chiunque altro al mondo – e il mondo stesso – come personaggi in un sogno.
Per ulteriore studio, riportiamo i riferimenti di alcune sezioni del testo che affrontano queste idee: “La base del sogno” (T.18.II); “Il sognatore del sogno” (T.27.VII); “L’eroe del sogno” (T.27.VIII).