Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1044 Perché Helen dice che Gesù le ha detto l’opposto di quello che lei voleva sentire?

 

D #1044: La mia domanda fa riferimento alla pagina 155 di Absence of Felicity dove Kenneth afferma che le persone fanno esperienza di Gesù in maniera diversa e che Helen sapeva che era Gesù che parlava con lei perché “Lui le ha detto l’opposto di ciò che lei voleva sentire”. Comprendo che Gesù parla ad ogni persona in modo individuale, tuttavia come può essere benigno qualcosa che parla contro la pace di qualcuno? Io credo che Gesù non avrebbe mai detto cose simili.

 

R: E’ importante conoscere il contesto del commento di Helen per comprenderlo appropriatamente. Nella stessa pagina che citi in Absence from Felicity, Kenneth afferma che Helen era dolorosamente consapevole del suo conflitto interiore, tra “il Cielo e Helen”, come lo descriveva lei. In questa cornice “la volontà di Gesù e la sua erano sempre separate” e pertanto lei era consapevole di quello che stava arrivando da lei – intendendo con questo la parte di lei che era terrorizzata nell’accettare il suo amore – e ciò che stava arrivando da quella presenza amorevole che lei sapeva essere Gesù. Lei era consapevole che stava facendo resistenza nell’accettare emozionalmente ciò che aveva accettato intellettualmente da Gesù. “Helen credeva nella verità degli insegnamenti del Corso, per non parlare dell’esistenza del suo autore. Tuttavia non era in grado emozionalmente di accettarne la verità nella sua vita personale” (pag. 156). Questa è una distinzione cruciale. Lei sapeva che sarebbe stata meglio nel fare ciò che Gesù le chiedeva: aveva solo paura delle conseguenze dell’accettare incondizionatamente in ogni momento la sua volontà. Gesù non parlava contro la sua pace, come hai interpretato essere il significato del suo commento. Proprio l’opposto: lei sapeva che sarebbe stata meglio se avesse integrato nella sua vita quotidiana ciò che sapeva essere vero intellettualmente. Kenneth conclude dicendo che questa integrazione avvenne “tutta insieme nel momento della sua morte” (pag. 157; vedi anche il capitolo 18 dove Kenneth descrive gli ultimi giorni di Helen e la sua morte).

Ogni studente di Un corso in miracoli è destinato ad incorrere in questo stesso dilemma. Tutti abbiamo una mente divisa tra volere Gesù come figura centrale del nostro viaggio e una feroce resistenza nel lasciar andare il sé che pensiamo essere la nostra identità, ma che è un falso sé determinato a tenere il più lontano possibile il vero Gesù. Questa intensa paura ci provocherà inevitabilmente un’esperienza distorta del suo amore. Ecco perché egli pone moltissima enfasi sul bisogno di diventare consapevoli di queste due parti della nostra mente. E’ vitale per il nostro progresso con il Corso riuscire a conoscere e rispettare la nostra paura della verità su di noi, cosicché non erigeremo ancora maggiori difese contro di essa, sotterrandola così ancora più profondamente nella nostra mente. Questo è ciò per cui Gesù vuole aiutarci più di ogni altra cosa, se glielo permettiamo. Se glielo permettiamo, saremo più in pace, più spesso, mentre camminiamo insieme lungo il percorso verso casa.