D #1253: Un corso in miracoli parla spesso di come abbiamo “inventato il nostro mondo”. Usa il termine proiezione, affermando che è la mente che fa l’apparente azione. Ma sono confuso in merito a come io invento il mio mondo. In che modo l’ho fatto/lo faccio?
R: Per prima cosa è importante comprendere che quando il Corso afferma che siamo stati noi a inventare il mondo, non si riferisce al sé che ciascuno di noi crede di essere, con un corpo specifico, un cervello, una personalità e un nome. Questi sé, con cui siamo identificati, sono solo aspetti del mondo che abbiamo inventato. Vale a dire: essi sono gli effetti e non le cause. Gesù si rivolge a noi sempre solo come mente, ed è la mente che ha inventato tutto questo, come hai osservato. La mente esiste al di fuori del tempo e dello spazio, ossia al di fuori di questo mondo nel quale sembriamo fare esperienza di noi stessi. E più accuratamente, si può dire che il mondo del tempo e dello spazio esiste, come illusione, all’interno della mente.
Un’analogia utile per afferrare questo, è pensare ai nostri sogni notturni. Mentre dormiamo, normalmente pensiamo di essere uno dei personaggi che stiamo sognando, solitamente lo stesso sé con cui siamo identificati quando siamo svegli. Ma non appena riflettiamo sul sogno, dopo esserci svegliati, non attribuiamo alcun potere causale al personaggio del sogno con cui ci eravamo identificati, anche se poteva sembrare che avesse un qualche controllo sugli eventi mentre ancora dormivamo. Sappiamo che il sogno e tutti i personaggi sono semplicemente simboli, risultati delle immaginazioni della nostra mente. In “Le basi del sogno” Gesù di dice che la stessa mente che inventa e proietta il mondo dei nostri sogni notturni sta anche sognando il mondo che sperimentiamo quando crediamo di essere svegli (T.18.II.5:8,9,10,11,12,13,14).
Noi ci sperimentiamo come menti separate, ma di fatto siamo parte dell’unica mente, sia della singola mente dell’ego che sta sognando il mondo che sperimentiamo come fuori di noi, sia della Mente Una che non sa nulla dell’illusione. Sebbene sia interessante il come di questo intero processo di proiezione del mondo, la domanda più importante dalla prospettiva del Corso è perché lo facciamo. Come Gesù osserva successivamente nella stessa sezione, “Non è strano che i sogni possano fare un mondo che è irreale. E’ il desiderio di farlo che è incredibile” (T.18.II.8:2,3). E il desiderio viene dalla voglia insana di essere qualcosa di diverso da Chi siamo come Dio ci ha creato, e dalla colpa che deriva da questo desiderio, che cerchiamo di proiettare e vedere fuori di noi. In precedenza, nel testo, Gesù osserva che “il mondo che vedi è un sistema delirante di coloro che sono resi pazzi dalla colpa” (T.13.in.2:2). E lo intende piuttosto letteralmente! Il mondo non è niente altro che la nostra colpa come l’ha proiettata all’esterno l’unico Figlio dormiente, un processo identico agli incubi di cui possiamo fare esperienza mentre dormiamo la notte, che vengono da ciò che sperimentiamo come colpa personale che abbiamo interiorizzato. Ma sono tutti la stessa cosa, e sono folli, poiché non stiamo facendo nulla per disfare la colpa all’interno delle nostre menti, mentre stiamo invece negandone la fonte, preferendo vedere la colpa “fuori” anziché dentro.
Ogni frammento della mente apparentemente separato, credendo di essere separato, non ha il potere di cambiare il sogno dell’unica mente egoica in qualsiasi modo che sia significativo. Ma ha il potere di imparare a guardare diversamente il sogno, fino a quando alla fine non dà alcun potere al sogno e si sveglia da esso. È in questo senso che possiamo dire che ciascuno di noi è completamente responsabile per il mondo che vediamo e di cui facciamo esperienza. Ciascuno di noi inventa il proprio mondo psicologico, basato sulla nostra interpretazione di ciò che ci sembra di sperimentare. E’ sempre la mente al di fuori del tempo e dello spazio che sta interpretando l’esperienza, ma a noi sembra di avere una scelta in merito a come guarderemo ciò che sembra accadere attorno a noi e a noi, e a ciò che stiamo facendo noi come personaggi del sogno. E la sola reale scelta è a quale insegnante nella nostra mente ci rivolgiamo perché ci aiuti ad interpretare le nostre esperienze: l’ego o lo Spirito Santo. Questo è il livello più pratico su cui è scritto il Corso. Perché conoscere le basi metafisiche del nostro mondo ci aiuta ad incominciare a mettere in dubbio le interpretazioni che il nostro ego fa degli eventi, e che fino ad ora eravamo certi fossero vere. Ed incominceremo a vedere che, a seconda dell’insegnante a cui ci rivolgiamo perché interpreti ciò che sembra stia accadendo, avremo esperienze diametralmente opposte. Perché, come osserva Gesù in prossimità della fine del libro degli esercizi (in una lezione che inizia con la descrizione del processo che abbiamo discusso e tramite il quale la mente fa un mondo) “Da desideri folli deriva un mondo folle. Dal giudizio deriva un mondo condannato. E da pensieri di perdono emerge un mondo gentile, pieno di misericordia per il santo Figlio di Dio, che gli offre una dimora benevola dove può riposare un po’ prima di continuare il viaggio, aiutare i suoi fratelli ad andare avanti con lui e a trovare la via che conduce al Cielo ed a Dio” (W.pII.325.1:4,5,6).