Q #1271: Un corso in miracoli mi ha aiutato ad incominciare a comprendere tante cose che in passato sono state per me fonte di confusione. Essendo stato allevato nel Cattolicesimo e avendolo poi rifiutato, nel processo ho anche rifiutato parte della mia famiglia ed ora mi rendo conto che questo non era necessario.
Tuttavia gradirei un po' d'aiuto nell’andare incontro a loro (e agli altri) senza entrare in conflitto sui principi del Corso, perché in passato ci sono state moltissime resistenze quando veniva espressa una qualsiasi idea che non concordava con la loro.
Eppure nelle loro vite sembrano essere davvero “brave persone” e io mi sono sentito una “cattiva persona” perché avevo rifiutato la fede. Ora mi sento così emozionato in merito ad alcune delle “rivelazioni” che ho avuto e che voglio condividere con loro, ma ancor prima di provare ad accostarmi alla mia famiglia (che non vive vicino a me) ho bisogno di calmare la sensazione che loro faranno forte resistenza al Corso. Forse non dovrei citare il Corso, ma semplicemente cercare di dimostrare i miei sentimenti attraverso il mio modo di comportarmi.
R: Dimostrare ciò che hai imparato da Un corso in miracoli è probabilmente l’approccio migliore e questo in realtà non ha nulla a che fare con il comportamento (forma): è solo una questione di cosa avviene nella tua mente, nel tuo modo di pensare (contenuto). Il contenuto principale su cui focalizzarti è che i tuoi interessi non sono separati da quelli della tua famiglia. Sebbene voi siate su percorsi differenti con teologie differenti, condividete ancora la stessa mente scissa in due ed il potere di scegliere tra il sistema di pensiero che ciascuna parte rappresenta. Così, anziché visitare la tua famiglia per condividere le rivelazioni e le esperienze che hai avuto, potresti cambiare lo scopo e vedere la visita come una opportunità di portare tutte le tue percezioni di differenze all’amore di Gesù nella tua mente corretta, cosa che allora ti permetterebbe di imparare a minimizzare le differenze nella forma e a concentrarti di più sul contenuto che avete in comune e condividete.
Con questo approccio puoi scoprire di aver poco o nessun bisogno di parlare del Corso, a meno che non venga ovviamente tirato fuori – nel qual caso il tuo scopo sarebbe ancora lo stesso: imparare a praticare la percezione della mente corretta che tutti voi condividete egualmente nella Figliolanza. L’amore in te si esprimerebbe allora in qualsiasi forma sia per tutti la migliore nella situazione e tu non avresti alcun investimento nel fatto che la tua famiglia ti accetti o meno.
Quello che ci viene chiesto di dimostrare è che Gesù vive in noi (T.11.VI.7:4), il che significa che il suo sistema di pensiero di perdono vive in noi. Egli ha dimostrato che il peccato non ha alcun effetto e così non è una causa, e quindi non esiste, il che significa che nulla può cambiare l’amore che siamo come unico Figlio di Dio. Egli chiede che noi si dimostri questo nelle nostre relazioni, cosa che facciamo con la nostra scelta di restare identificati con quell’amore indipendentemente da quanto avviene all’esterno. Così il messaggio che diamo a tutti coloro che incontriamo è lo stesso messaggio che ci dà Gesù: puoi fare la stessa scelta che ho fatto io, perché le nostre menti sono unite. Tutto questo, di nuovo, avviene solo nelle nostre menti. Avendo questo come tuo focus primario, l’espressione nella forma si presenterà allora automaticamente, senza richiedere alcun atto deliberato da parte tua. Cerca sempre di mantenere in primo piano nel tuo modo di pensare che la tua sola responsabilità è accettare l’Espiazione per te stesso (T.2.V.5:1), e che l’estensione del miracolo non dipende da noi (T.16.II.1,2).