D #1358: Da quanto colgo, gli “ideali dell’ego” sono parte del tema riguardante la “confusione di livello”: penso che se sono una “brava” persona e faccio cose “buone” lo Spirito Santo mi considererà più favorevolmente, o io sarò più “avanzato”; Il rovescio della medaglia è che se io “spreco” il mio tempo a guardare il baseball in TV o tratto male qualcuno si applicano i termini opposti. In questo caso, c’è normalmente carburante per pensare di essere colpevole, e qui è dove arriva la parte più dura. È ovvio che al livello del comportamento abbiamo moltissime decisioni da prendere e alcune non sono moralmente buone. Se decido di saltare una riunione alla quale so che dovrei presenziare ma mi pare che sia del tutto priva di importanza, sento mancanza di integrità in me stesso, creo la colpa che proietto sullo Spirito Santo pensando di essere colpevole e non meritevole di pace, come se il mio saltare la riunione fosse parte del panorama spirituale. Da quello che comprendo il problema non è saltare la riunione, quanto piuttosto che inconsciamente ho fatto tutto questo per creare colpa usando “l’ideale dell’ego” come difesa contro l’amore? Un altro esempio: i miei genitori stanno portando in vacanza la mia famiglia in un luogo che non mi interessa realmente, inoltre sarà affollato e pazzesco. Sto pianificando di non andare ma di passare del tempo da solo, ecc. Mia moglie non ha problemi al riguardo, e anche se so che i miei genitori potrebbero essere un po’ contrariati, ho fatto diventare questa storia un grosso problema, come se ci fosse una giusta scelta morale: dovrei andare ad adempiere i miei doveri ed essere un bravo figlio. Stessa cosa della riunione, giusto? O sono nella negazione?
R: Sei sulla giusta traccia, ma non sei ancora arrivato al nucleo centrale del problema. “L’ideale dell’ego” non è di per sé la difesa contro l’amore. E’ il criterio esterno che all’ego fa comodo chiamare in causa ed impiegare come schermo fumogeno per ingannarci sul perché ci sentiamo in colpa. Ma la sola ragione per cui possiamo mai sentirci in colpa non ha niente a che fare con alcunché di esterno. Il nucleo centrale del pensiero di separazione è che abbiamo già preso una decisione interna di essere egoisti, di mettere i nostri interessi personali al di sopra di quelli di chiunque altro, di vederci separati e bisognosi di prenderci cura innanzi tutto di noi stessi e che tutti gli altri siano dannati. E viene dalla nostra paura dell’amore, che nega la verità di chi siamo. Qualsiasi decisione sugli eventi o le situazioni esterne che proceda da questa decisione interna a favore dell’egoismo rinforzerà semplicemente questi sentimenti e sembrerà anche essere responsabile di essi. Ma ci inganneremo sulla causa reale.
Il solo riferimento del Corso agli ideali dell’ego descrive il loro ruolo nell’oscurare la fonte della colpa nella nostra mente:
“Tuttavia considera che strana soluzione è quella dell’ego. Tu proietti la colpa per liberartene, ma in realtà stai semplicemente nascondendola. Senti la colpa, ma non hai la minima idea del perché. Al contrario, la associ con uno strano assortimento di “ideali dell’ego”, che l’ego afferma tu non abbia soddisfatto. Ma non hai la minima idea del fatto che, vedendolo colpevole, stai tradendo il Figlio di Dio. Credendo di non essere più tu, non ti rendi conto che stai tradendo te stesso” (T.13.II.2, corsivo aggiunto).
L’obiettivo allora non è essere in grado di prendere decisioni che proteggano il nostro interesse personale senza sentirci in colpa, quanto piuttosto rivolgerci alla nostra Guida Interiore ogni qualvolta sentiamo di avere una importante decisione da prendere, così che ci possa essere ricordato qual è la decisione veramente importante: con chi la prendiamo. Ora l’ego ci direbbe: “Certo, rivolgiti allo Spirito Santo e vedrai che Egli ti dirà che devi fare quello che non vuoi fare”. L’ego confonde sempre l’amore con il sacrificio. E l’attenzione dell’ego è sempre sul comportamento, o forma, anziché sulla mente, o contenuto. E così la moralità – fare la cosa giusta – è una occupazione dell’ego. Perché l’ego si preoccupa delle regole comportamentali. Ma lo Spirito Santo si occupa solo delle regole per la decisione. In tal senso possiamo dire che il Corso è un sistema di pensiero a morale: non si occupa di cosa facciamo, ma solo di come pensiamo.
Così la colpa non viene dagli “ideali dell’ego” che detterebbero la scelta “morale” o “giusta”, ma piuttosto dal fatto che stai prendendo decisioni da solo. E così, negli esempi che descrivi, hai già stabilito nella tua mente qual è il problema e cosa vuoi fare prima di chiedere aiuto, nella speranza di poter decidere per conto tuo e ottenere quello che vuoi senza colpa. La colpa tuttavia non viene da ciò che stai decidendo di fare o non fare, ma dal fatto che stai decidendo da solo, il che significa con l’ego (T.30.I.14). Nella sezione del testo intitolata “Regole per la decisione” Gesù afferma: “Questo è adesso il tuo problema principale. Tu prima prendi una decisione e poi decidi di chiedere cosa dovresti fare. E ciò che senti potrebbe non risolvere il problema come lo hai visto in prima istanza. Questo conduce alla paura, perché contraddice ciò che percepisci e così ti senti attaccato. E quindi ti arrabbi. Ci sono regole con le quali questo non avverrà. Ma succede così all'inizio, finché stai imparando ad ascoltare (T.30.I.3).
Gesù offre la soluzione nel paragrafo precedente:
“La prospettiva comincia così: Oggi non prenderò decisioni da solo. Questo significa che scegli di non essere tu a giudicare cosa devi fare. Ma deve anche significare che non giudicherai le situazioni nelle quali sarai chiamato a dare una risposta. Perché se le giudicherai, avrai stabilito le regole di come dovresti reagire ad esse. E allora un'altra risposta non potrà che produrre confusione, incertezza e paura” (T.30.I.2).
In altre parole la decisione importante non è se partecipare ad una certa riunione o fare con la famiglia una vacanza speciale, ma se desideri avere l’ego o lo Spirito Santo come tuo interprete e guida in qualsiasi cosa finisca col fare. E siccome non sappiamo mai quali siano i nostri migliori interessi, non sapremo mai in anticipo quale sia la cosa “giusta” da fare, indipendentemente dai giudizi “morali” dell’ego. Ma saremo in pace riguardo a qualsiasi cosa finiremo con l’essere guidati a fare perché non avremo deciso da soli, da una credenza nella nostra colpa, nei nostri limiti e nella nostra mancanza. E la nostra esperienza sarà allora di pace e gioia, libera da conflitto, dolore e colpa, indipendentemente da cosa sembra stia accadendo intorno a noi.