D #1073: Sono relativamente nuovo a Un corso in miracoli. Mi sto chiedendo se, prima di cercare di incorporare il Corso nella nostra vita quotidiana, non possa essere di maggior beneficio per uno studente usare la magia nell’illusione per affrontare la minaccia dell’ego. Se usassimo la magia della psicologia per affrontare tematiche quali l’odio per se stessi e i comportamenti distruttivi e arrivassimo in un luogo dove ci amiamo e perdoniamo pienamente in questa illusione, non ci sarebbe d’aiuto nel vedere il Corso come metodo per cambiare la mente e non tanto come fonte di aiuto in questa illusione? Io, per esempio, sto attraversando un momento difficile e sto cercando piccoli miracoli che mi aiutino ad attraversarlo. Ma comprendo pienamente che il Corso non è inteso per questa illusione. Mi lascia sentimenti di solitudine e paura (ego ). Ma se riesco ad accettare, amare e perdonare me stesso tramite la magia mi sarà più facile puntare allo scopo più elevato.
R: L’uso della magia non è mai sbagliato, ed infatti Gesù ci dice che è una scelta saggia quando siamo così attanagliati da una condizione che non siamo in grado di affrontare efficacemente le dinamiche dell’ego nella nostra mente. Egli lo definisce un “approccio di compromesso tra la mente ed il corpo, nel quale si crede temporaneamente che qualcosa di esterno possa guarire” (T.2.IV.4:6). Questo approccio viene riassunto in un passaggio che citiamo spesso: “Il valore dell’Espiazione non risiede nel modo in cui viene espresso. In effetti, se è usato veramente, verrà inevitabilmente espresso in qualunque modo rappresenti il massimo aiuto per colui che lo riceve. Questo significa che un miracolo, per raggiungere la sua piena efficacia, deve essere espresso in un linguaggio che chi lo riceve possa capire senza paura” (T.2.IV.5:1,2,3).
Così l’intervento esterno rappresenta spesso la direzione più utile e gentile da prendere quando c’è uno schema di comportamento distruttivo scatenato da un intenso odio per se stessi. Ma non dovrai necessariamente raggiungere il livello in cui ami e perdoni te stesso completamente prima di poter lavorare con il Corso e trarre da esso beneficio. Anche senza l’elemento del comportamento distruttivo, la maggior parte delle persone non ha raggiunto quel livello. Se lo avessero fatto non avrebbero bisogno del Corso. Gesù si rivolge alla persone che si trovano ai piedi della scala della spiritualità, non alla cima. Come indicato in dozzine e dozzine di passaggi, egli è chiaramente consapevole delle misere immagini che abbiamo di noi stessi e che ci portiamo appresso (Vedi, per esempio, L.pI.93 e L.pI.191). Non potrebbe essere diversamente, visti i mezzi con cui abbiamo acquisito la nostra esistenza: attacco e rifiuto dell’Amore e dell’Unità perfetti.
Una volta che il nostro comportamento è sotto controllo e siamo in grado di funzionare in modo ragionevolmente buono nel mondo, il Corso può essere utile nell’insegnarci come relazionarci a noi stessi e agli altri in un modo che gradualmente diminuisca l’odio per noi stessi, la colpa e il giudizio, e porti un più pacifico modo di procedere nelle nostre interazioni quotidiane. In questo senso il Corso è utile nell’illusione, nella quale siamo radicati. Esso ci aiuta dunque ad iniziare dolcemente il processo che ci rende più facile uscirne.