Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1347 Come si concilia la teologia del Corso con persone che provengono da culture agnostiche o “senza Dio”?

 

D #1347: Perché agnostici di un paese come il Giappone, dove c’è pochissimo interesse nella religione organizzata, e altri che certamente hanno poca paura di Dio, come nella tradizione delle tre religioni abramitiche, si sarebbero inizialmente scissi dalla loro Fonte? Se ci nascondiamo tutti da un Dio vendicativo mediante la creazione di questo mondo e questo corpo, cosa dire delle persone che non hanno paura o a cui non importa di alcun Dio?

 

R: È difficile per le nostre menti fare domande che non vengano da premesse quali ad esempio che il mondo è reale ed è popolato da persone diverse con diverse credenze e filosofie, ciascuna esistente in un tempo molto specifico e in uno spazio molto specifico. Di certo questa è la nostra esperienza, identificati come siamo con questi sé individuali che sembrano avere le loro esistenze individuali, relativamente scollegate e non influenzate dalla maggior parte degli altri sé separati nel mondo.

Dalla prospettiva del Corso queste premesse non potrebbero essere più lontane dalla verità. Il mondo è semplicemente la proiezione unitaria di una mente frammentata e scissa che crede di poter esistere al di fuori dell’Unità della Realtà (T.18.I.4,5,6). Ci sono molte forme differenti che i vari aspetti di questa mente separata assumono mentre sembrano essere proiettati all’esterno in un mondo di forma, ma c’è una cosa che tutti hanno in comune: simboleggiano tutti la credenza che la separazione sia reale e che ciascuno sia solo nel mondo. Magari non tutti sono sicuri di come siamo finiti qui, ma tutti sono assolutamente sicuri di essere qui. E il mondo sarà talvolta sperimentato come un luogo potenzialmente minaccioso e pericoloso, o a causa di forze impersonali della natura o per via di più potenti forze personali – altre persone – al di fuori di noi.

Così, indipendentemente dalle credenze religiose o spirituali di cui siamo consapevoli e indipendentemente dalla loro mancanza, il fatto che tutti sembriamo trovarci in un mondo di separazione, identificati con il nostro corpo, significa che condividiamo tutti lo stesso sistema di pensiero egoico. E tutti stiamo quindi usando inconsciamente il mondo per nasconderci dalla nostra colpa conseguente al credere di essere separati, colpa proiettata su una qualche forza fuori di noi. Quindi non importa se crediamo consciamente in un qualche dio oppure no: tutti crediamo nell’ego e nelle sue difese. Ed abbiamo accettato l’apparente difesa che il mondo ed il corpo forniscono così da non sembrare responsabili di tutto il peccato, la colpa e la paura nella mente scissa, che chiunque creda di essere nel mondo condivide.

Un corso in miracoli, come insieme di simboli, è molto specifico da un punto di vista culturale e così può non risuonare con coloro che sembrano abbracciare un diverso insieme di credenze culturali sulla natura e l’esistenza di Dio e del mondo. La specifica mitologia del Corso deriva semplicemente dalla ricca mitologia del Giudaismo e del Cristianesimo. Ma il suo contenuto è universale poiché descrive – in forma o terminologia Giudeo-Cristiana ciò che in definitiva crede ogni mente che crede di essere un corpo nel mondo. E così, alla fine, ogni aspetto apparentemente frammentario e separato della mente scissa deve giungere a questa realizzazione: che non è separato dall’Amore e che la sua colpa per la separazione non è reale, anche se i simboli che portano a questa realizzazione differiranno ampiamente nella Figliolanza. (M.29.2:6).