Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 385 È stata la preghiera a guarire il tumore o si è trattato di diagnosi errata?

D # 385: Agli inizi di marzo alla mia compagna è stato diagnosticato un tumore al polmone. Lo scorso mercoledì, nel corso dell’intervento chirurgico per l’asportazione del tumore, si è scoperto non soltanto che il tumore non era nel polmone ma anche che era benigno. Tutti hanno detto che è stato un miracolo…che la preghiera ha portato alla trasformazione del tumore. Come studente di Un Corso in Miracoli mi vergogno a dirvi che penso che i medici abbiamo fatto un’errata diagnosi da subito. Penso che i medici siano sempre alla ricerca del cancro e così lo trovano dappertutto. Mi sento in colpa per la mia mancanza di fede. Potete darmi qualche parola di conforto o di saggezza in qualche modo?

 

R: Nella tua domanda c’è un’ipotesi sottintesa di cui forse non sei consapevole. E cioè che sarebbe in qualche modo più spirituale credere che sia stata la preghiera a trasformare il tumore rispetto al credere che ci sia stato un errore nella diagnosi fin dall’inizio. Dalla prospettiva del Corso nessuna delle due cose è vera! Salvo per le rarissime eccezioni di coloro che hanno guarito la loro mente, i sintomi della malattia nel corpo sono sempre solamente riflessi, proiettati sul corpo, della colpa nella nostra mente. La malattia riflette sempre una scelta nella mente di vedersi vittima di forze al di là del proprio controllo. E tutti noi, nella nostra vita, facciamo ripetutamente la scelta di essere vittime – la malattia è solo un’espressione particolare di tale scelta – e poi, come difesa contro la verità di chi siamo in quanto spirito (L.pl.136.2,3,4), dimentichiamo di aver mai fatto questa scelta.

Dal momento che ogni sintomo rappresenta una scelta che compiamo nella nostra mente in ogni istante, possiamo anche fare una scelta diversa in ogni istante successivo. La scelta iniziale in favore della malattia viene fatta con l’ego. La scelta di un’esperienza diversa può essere fatta sia con l’ego sia con lo Spirito Santo, a seconda del nostro scopo. Se identifichiamo nella nostra mente la colpa che sta dietro al sintomo e la portiamo allo Spirito Santo per la guarigione, allora il sintomo diminuirà o sparirà, perché non sentiremo più il bisogno di punirci. È possibile che questo cambiamento avvenga senza che ne siamo pienamente consapevoli, benché l’obiettivo del Corso sia diventare coscienti delle nostre decisioni.

Nell’altro caso facciamo semplicemente una scelta diversa con l’ego, non portando mai veramente attenzione alla colpa sepolta, e così un sintomo sparisce per poi essere sostituito ad un certo punto da un altro sintomo, forse simile o forse no. Questo è il modo in cui tutti sperimentiamo la nostra vita quando siamo identificati con l’ego, passando da un problema ad un altro, con la sensazione di perdere la pace per ogni problema, e provando un senso di sollievo quando sembra risolversi, per poi perdere apparentemente la pace al presentarsi del problema successivo, senza mai entrare in contatto con la reale causa della perdita di pace – la nostra costante decisione di vederci separati dall’amore.

Ciò che spero sia evidente da questa spiegazione è che Dio e la fede non hanno niente a che fare con la guarigione dei sintomi fisici. La parte della nostra mente che prende la decisione, con la quale la maggior parte di noi è raramente in contatto, è responsabile della comparsa e della sparizione dei sintomi.

Alla luce di ciò, quindi, può anche essere evidente che è irrilevante che il sintomo a livello di forma fosse cancro e poi si sia modificato oppure in realtà non sia mai nemmeno stato cancro.

In quanto studenti del Corso, l’unica domanda da fare a noi stessi quando siamo consapevoli di reagire a sintomi nostri o altrui, è: “Con quale insegnante voglio imparare la lezione che questo sintomo porta con sé?”. Se scelgo l’ego la mia lezione sarà che la colpa e la punizione sono reali. Se scelgo lo Spirito Santo la mia lezione sarà che ora ho l’opportunità di fare una scelta diversa riguardo alla colpa che credo essere sepolta nella mia mente, rilasciandola alla luce guaritrice del perdono piuttosto che continuare ad aggrapparmi ad essa e proiettarla in qualche forma mascherata.