Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 225 Se qualcuno mi attacca, davvero si suppone che io “non faccia nulla”?

 

D # 225: Sto leggendo Un corso in miracoli per la seconda volta e sto avendo problemi con la lezione 135. Significa forse che se qualcuno mi attacca fisicamente o verbalmente non si dovrebbe fare nulla? Dovremmo forse permettere a qualcuno di “picchiarci” fisicamente? Io non penso che questo sia il suo significato. Voglio essere sicuro di interpretarla correttamente. La pratica delle arti marziali è in conflitto con gli insegnamenti del Corso?

 

R: Hai ragione riguardo la Lezione 135 “Se mi difendo vengo attaccato”.  Non significa che dovresti permettere di essere picchiato o abusato, o di guardare qualcun altro che viene abusato e non intervenire. Questo è uno dei concetti dell’intero Corso più incompresi o applicati in modo errato. E’ importante ricordare che il Corso non parla mai del comportamento, e che la pratica del Corso non dovrebbe mai escludere il buon senso. Il Corso si focalizza sempre sul contenuto della nostra mente. Così puoi essere nella tua mente corretta e impedire con forza a un’altra persona di picchiarti, o puoi essere nella tua mente sbagliata mentre fai la stessa cosa. Puoi essere nella tua mente corretta e non fare nulla, o puoi essere nella tua mente sbagliata e non fare nulla. Se potessimo andare per un istante oltre il nostro ego allora tutto ciò che faremmo sarebbe “corretto”.

Per tutto il Corso Gesù ci insegna che il nostro modo di pensare fluisce sia dal sistema di pensiero dell’ego che da quello dello Spirito Santo, a seconda di quello che scegliamo. Così in questa lezione egli ci insegna specificatamente che ogni qualvolta percepiamo un attacco e sentiamo il bisogno di difenderci rinforziamo in noi il concetto di paura e vulnerabilità, il che significa che ci vediamo come un corpo, non come Dio ci ha creato. Solo se abbiamo paura abbiamo bisogno di difese. Questa è una informazione utile, perché ci permette di sapere con quale sistema di pensiero siamo identificati. Ma non possiamo correggere il nostro errato concetto di noi stessi semplicemente permettendo di essere in qualche modo abusati o violati. Questo non ci farebbe avanzare spiritualmente, proprio come l’eliminare ogni serratura dalla nostra porta e cancellare le polizze di assicurazione non ci farebbe avanzare spiritualmente. Fintanto che ci viviamo come corpi abbiamo bisogno di rispondere ai nostri bisogni corporei e di rispettarli, siano essi fisici o psicologici.

Gesù ci parla dalla sua prospettiva di mente guarita, che sa con certezza che i corpi e questo mondo sono totalmente illusori. Egli dice semplicemente che noi, le cui menti non sono guarite, dovremmo prestare molta attenzione al sistema di pensiero col quale abbiamo scelto di identificarci e poi di chiedere il suo aiuto per guardare attraverso i suoi occhi e vedere cosa è veramente questo mondo e quale ne è lo scopo. Allora avremmo le basi per fare una scelta diversa. Egli ci aiuta a renderci conto che c’è una paura intrinseca in ciascuno, e che essa viene dalla nostra mente, non da elementi ostili nel mondo o nel corpo che sono tutti parti della strategia dell’ego per tenerci senza mente. Una difesa contro la paura e la colpa nella nostra mente non è necessaria, perché sono inventate dall’ego. Abbiamo solo bisogno di chiedere aiuto per correggere la nostra scelta sbagliata di identificarci con il sistema di pensiero dell’ego di peccato, colpa e paura. E sappiamo che abbiamo fatto questa scelta errata ogni volta che ci sentiamo vulnerabili ed attaccati. Di nuovo, questo non significa che non dobbiamo proteggerci in qualsiasi modo sia appropriato nel mondo, compreso l’uso delle arti marziali.

Infine, Gesù in questa lezione non intende che non dovremmo mai fare dei piani: egli afferma soltanto che dovremmo consultarci con lui prima, perché siccome siamo menti non guarite non abbiamo idea di quale sia il nostro miglior interesse, o quale sia la cosa migliore per qualsiasi altro. Dobbiamo persino essere vigili in merito al presumere di sapere quali siano i nostri problemi, per timore di cadere nella trappola dell’ego di dire a Gesù o allo Spirito Santo come Loro dovrebbero risolvere i nostri problemi. Sarebbe meglio mettere le nostre energie ed i nostri sforzi nel chiedere aiuto per perdonare, perché solo questo eliminerà le barriere al vero ascolto della Voce dell’Amore, la Cui saggezza ci guiderà gentilmente in ogni nostra parola ed azione. La colpa è il problema, il perdono è la risposta. Non c’è bisogno di essere più specifici di così.