Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 237 La guerra può essere uno strumento di salvezza?

 

D # 237: La preghiera dal “Terzo ostacolo alla pace”:

i. Prendi questo da me e guardalo, giudicandolo per me.
Non lasciare che io lo veda come segno di peccato e di morte, né che lo usi per distruggere.
Insegnami come non farne un ostacolo per la pace, ma usalo Tu per me, per facilitare la sua venuta.
Ci chiede di non usare le nostre percezioni come ostacoli alla pace, ma come facilitazioni della pace. Corretto?

ii: Questo vale anche per la guerra? È possibile che la guerra, che abbiamo scelto per fare del male a noi stessi e agli altri, possa diventare lo strumento della nostra salvezza?

 

R: i. Sì, dici bene. In effetti questa preghiera è un’affermazione molto chiara sul processo di perdono come viene insegnato in Un corso in miracoli. Non appena diventiamo consapevoli dell’inquietudine interiore, riconosciamo che abbiamo giudicato in modo errato e chiediamo allo Spirito Santo di giudicare la situazione (o la persona) per noi. È in questo modo che le nostre percezioni, che hanno causato l’inquietudine ed hanno ostacolato la nostra pace, diventano facilitatori della nostra pace.

ii. La tua incertezza incontra una risposta inequivocabile: , questo vale anche per la guerra. Qualsiasi comportamento in questo mondo può diventare uno strumento per la nostra salvezza: “… il Suo uso di ciò che hai fatto, per guarire invece di ferire” (T.25.VI.4.1). Questo è il motivo per cui Un corso in miracoli non si focalizza sul comportamento, ma piuttosto sul cambiare i nostri pensieri. O, più specificatamente, sul cambiare con chi pensiamo. Cercare di cambiare il nostro comportamento (o quello di un altro) è di fatto cercare di usurpare la funzione dello Spirito Santo: “La correzione non è la tua funzione. Essa appartiene a Colui Che conosce l'equità e non la colpa. Se ti assumi il ruolo della correzione, perdi la tua funzione di perdono (T.27.II.10:1,2,3). Di nuovo una affermazione molto chiara. Ogni ambiguità che emerge nella nostra pratica del Corso viene inevitabilmente dalla nostra paura di disidentificarci dall’ego, in quanto Gesù non potrebbe affermare più chiaramente i passi necessari per far sì che la pace sia nella nostra consapevolezza. Detto questo, prima di “andare in guerra” è necessario essere veramente chiari sul fatto che l’ego non ne sia coinvolto.