Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 232 Cosa dice il Corso sui bambini e la genitorialità?

 

D # 232: Il sistema di pensiero dell’ego ci insegna che essere madre o padre è qualcosa di nobile. In altre parole, avere figli è “cosa buona”. Ma per come lo comprendo io, Un corso in miracoli dice qualcos’altro al riguardo. È semplicemente un’altra illusione? Forse qualcosa di “sbagliato”, perché ci fa credere in questo mondo e rinforza i nostri legami con questa realtà?

 

R: Gesù non dice che c’è qualcosa di “sbagliato” nell’essere genitore, né dice che è qualcosa di nobile. Qualsiasi ruolo in questo mondo è parte del piano dell’ego per fare del suo mondo la sola realtà. Così, in questo senso, essere genitori è parte dell’intera illusione che ci sia vita al di fuori del Cielo. Qualsiasi ruolo in questo mondo è un sostituto del nostro vero ruolo di unico Figlio di Dio, il Cristo. Anche se la genitorialità, in particolare, può essere maggiormente associata alla colpa – sebbene non ci siano effettivamente dei livelli di colpa – a causa del suo collegamento con il produrre la “vita”, vale a dire portare bambini nel mondo.

All’interno del sistema di pensiero dell’ego questo è un modo per competere con Dio, un modo per dire che siamo tanto potenti quanto lo è Lui, e pertanto non c’è più bisogno di Lui. Ora l’ego può produrre la vita, e porvi fine. Molte religioni benedicono questo processo descrivendolo come co-creazione, vale a dire che i genitori umani sono co-creatori della vita con Dio. Tuttavia in Un corso in miracoli la vita è pura unità astratta di Amore in Cielo. Tutta la vita corporea e la genitorialità sono pertanto illusorie. Invece, dato lo scopo dello Spirito Santo, il ruolo di genitore può diventare una classe nella quale una persona può imparare ad essere una figura di autorità amorevole, gentile, compassionevole mentre porta avanti le responsabilità di un genitore in maniera appropriata e coscienziosa. La lezione di interessi condivisi può essere appresa molto efficacemente, mentre i genitori mantengono definiti in maniera chiara i confini tra genitore e figlio. (Potrebbero interessarti le domande #179 e #202)