Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 522 Cosa accade se preferisco i piaceri mondani alla meditazione?

 

D # 522: Molte cose di questo mondo sono piacevoli e tuttavia chiaramente in conflitto con ciò che Un corso in miracoli insegna. Mi piacciono il calcolo e la fisica e mi trovo a lavorare sui problemi per la gioia dell’esercizio. E’ uno dei piaceri dell’illusione e sì, mi tiene radicato moltissimo in questo mondo. Sì, c’è la promessa di unità, ma non mi motiva sufficientemente da praticare regolarmente il silenzio.

 

R: Sembra che tu stia confondendo il Corso con altri percorsi spirituali. Nulla nelle discipline del calcolo o della fisica sarebbe di per sé in contrasto con gli insegnamenti del Corso. Tutte le forme del mondo, una volta che ci troviamo nell’illusione, sono neutrali. La sola domanda che il Corso ci incoraggia a porci è quale scopo diamo loro (T.4.V.6:4,5,6,7,8,9,10,11). E ci sono solo due alternative: lo scopo di separazione dell’ego (T.11.V.7) e lo scopo di perdono dello Spirito Santo (T.25.III.5:1,2,3).

Quindi, per esempio, se sei abituato a lavorare con il calcolo o con i problemi della fisica come modo per evitare qualcuno con cui stai avendo difficoltà, rifugiandoti nell’attività mentale per spingere via sensazioni disagevoli o spiacevoli, il tuo scopo sarebbe mantenere la separazione. Per contro, se hai visto la semplice eleganza della soluzione a un particolare problema di calcolo o di fisica come un promemoria della semplicità che tutti noi condividiamo come unico Figlio di Dio, il tuo scopo sarebbe il perdono o la guarigione.

La pratica primaria del Corso non è la meditazione o la contemplazione, ma il perdono (T.18.VII.4,5,6). Il Corso, con maggior chiarezza rispetto ad altri percorsi spirituali, non solo riconosce ma spiega la nostra resistenza all’unità, e non ci giudica per questo. Non è che Dio abbia scelto di mantenerSi nascosto da noi, ma che noi abbiamo scelto di nasconderci da Lui, per paura della Sua ritorsione per la peccaminosità che percepiamo in noi. E così, invece di un approccio diretto alla verità ed alla unità che molti altri percorsi abbracciano, rappresentati da pratiche di meditazione e contemplazione, il Corso offre un approccio indiretto che si focalizza sul disfare – il perdono – piuttosto che sul fare (T.14.I.4,5). Così il semplice riconoscere la tua resistenza all’unità senza giudicarti per questo, significherebbe mettere in pratica i principi del Corso. E diventare più consapevole dello scopo che hai scelto per ogni cosa della tua vita, includendo ma non limitandoti alle tue occupazioni preferite, ti permetterà di fare una scelta diversa quando riconoscerai di aver dato loro lo scopo dell’ego.