D #604: Se è stato l’ego ad inventare il concetto di aldilà, e non accade nulla quando il corpo muore dal momento che non è mai vissuto, la mia domanda è: non trovandomi ancora nel mondo reale, e identificandomi quindi con il sé che penso di essere, quale sarà la mia esperienza dopo la "morte" del mio corpo?
R: Quando il corpo muore la persona con la quale ti identifichi come corpo non sembrerà più esistere. Se in quel momento la mente non è guarita il pensiero di separazione che si identificava con quel corpo continua come pensiero. Siccome non è contenuta nel corpo, la mente non cambia con la morte del corpo. Cambia solo quando sceglie lo Spirito Santo invece della separazione. È questa scelta che alla fine disfa la separazione e ci porta a risvegliarci dal sogno di morte dove i corpi sembrano vivere e morire. Fintanto che la mente sceglie di credere nel pensiero di separazione questo pensiero, assieme alla colpa che inevitabilmente lo accompagna, verrà proiettato all’esterno in qualche forma corporea (fisica, esoterica, di energia, ecc.). Il risultato è che continua l’esperienza del ciclo di nascita-morte-rinascita, fino a che non verrà fatta una scelta differente nella mente. La mente, pertanto, è il luogo dove avviene l’azione, e l’unica azione è scegliere.
Mentre rimaniamo addormentati nel sogno il nostro unico scopo o obiettivo, sia nel corpo che fuori dal corpo, è imparare a fare un’altra scelta. Pertanto, per rispondere più direttamente alla tua domanda, la tua esperienza dopo la morte del corpo sarà la stessa di adesso: imparare a scegliere.
In Un Corso in Miracoli Gesù ci dice che stiamo sempre imparando, perché stiamo sempre insegnando: "…insegnare è imparare …l’insegnamento è un processo costante: procede in ogni momento del giorno e continua persino nei pensieri del sonno" (M.in.1:5, 6). Possiamo pertanto parafrasare: "l’apprendimento continua persino dopo la morte del corpo". La cosa importante che Gesù ci insegna è che non siamo corpi, ma menti con il potere di scegliere.