D # 710: Si può dire che quanto segue sia vero: che ciò che desideriamo sia o Dio o un Suo sostituto; che tutto ciò che desideriamo (nelle persone, nei luoghi, nelle cose, negli eventi, nelle situazioni, nelle attività) cada nell’una o nell’altra di queste due categorie, di cui una è vera, l’altra un’illusione, una porta alla libertà, l’altra alla sofferenza. Inoltre che tutti i nostri dubbi e le nostre paure alla fine si riducono ai dubbi e alle paure relativi a Dio.
R: Sì, è vero. Il contributo unico di Un corso in miracoli, tuttavia, è che esso non sostiene l’evitare o il rinunciare ai sostituti di Dio – né tanto meno li chiama peccaminosi – anche quando diventiamo consapevoli che questo è ciò in cui siamo coinvolti. Così ci sono due livelli di discorso nel Corso. Al Livello Uno troviamo affermazioni di verità assoluta, come la tua prima affermazione. Al Livello Due troviamo affermazioni e discussioni che riguardano la vita in questo mondo (per quanto illusoria) in modo tale da poter accettare gradualmente la sua natura illusoria come pure la natura illusoria delle nostre identità di individui separati. “Il corpo non è stato fatto dall’amore. Ma l’amore non lo condanna e può usarlo amorevolmente, rispettando ciò che il Figlio di Dio ha fatto e usandolo per salvarlo dalle illusioni” (T.18.VI.4:7-8).
Così, a questo secondo livello, il Corso si rivolge alla mente decisionale al di fuori del tempo e dello spazio che sceglie tra l’uso che la mente sbagliata e la mente corretta fanno del mondo e delle nostre identità corporee. Quando accettiamo lo scopo (perdono) dello Spirito Santo per la nostra vita, gentilmente cresciamo nell’ideale di essere sempre in pace indipendentemente da cosa avviene nel nostro mondo personale o nel mondo in generale. Questo è il significato di libertà nel Corso: essere liberati dal dominio tirannico dell’ego sul nostro pensare, che è la fonte di tutta la sofferenza e paura. Tutte le nostre paure e i nostri dubbi sulla nostra vita nel mondo sono ombre di ciò che sta realmente avvenendo nella nostra mente, poiché il mondo non è che “l’immagine esterna di una condizione interna” (T.21.in.1:5; T.25.VIII.12:3). Il processo per il raggiungimento della libertà, quindi, è la transizione dal modo di pensare della mente sbagliata al modo di pensare della mente corretta e alla fine al ripristino della Mente Una che è il nostro stato naturale.
La sezione del testo intitolata “Al di là di ogni idolo” (T.30.III) è una bella riflessione su questo tema.