D # 769: Un corso in miracoli afferma che tutte le creazioni sono protette da Dio “e mantenute per noi” fino al nostro ritorno (nel punto che non abbiamo mai lasciato, per esempio quando ci risvegliamo). La mia domanda è duplice: Qualcuno è mai ritornato dopo averlo fatto? Se l’ego è solo un ramo del nostro albero dell’Anima, allora non è protetto anch’esso, e tutti i nostri tentativi di contrattaccarlo/disfarlo non sono vani? Dovremmo prestare attenzione ad esso dandogli così “energia” e “realtà”?
R: Non abbiamo una risposta alla tua prima domanda in quanto non c’è modo di saperlo. Le nostre creazioni sono solo in Cielo: sono l’estensione eterna dell’Amore che il Padre e il Figlio condividono e sono “protette” nel senso che sono eterne e non possono mai essere altro da ciò che sono. Questo naturalmente non è comprensibile per noi nel nostro stato separato, come ci dice Gesù in un punto del libro degli esercizi: “Nel mondo non è neppure possibile concepire la creazione. Non ha alcun significato qui” (L.pI.193.3:1,2). Nel manuale per gli insegnanti, tuttavia, si riferisce a “coloro che hanno raggiunto Dio direttamente, senza conservare alcuna traccia dei limiti del mondo e ricordando perfettamente la propria Identità. Questi si potrebbero chiamare Insegnanti degli insegnanti perché, sebbene non siano più visibili, si può ancora invocare la loro immagine” (M.26.2:1,2). Gesù parla anche del “mondo reale”, che è lo stato mentale raggiunto da coloro che hanno la chiara consapevolezza che il mondo e tutti gli stati corporei sono illusori. Costoro non vanno più avanti e indietro tra il sistema di pensiero dell’ego e quello dello Spirito Santo. Questi stati, forse, sono ciò a cui tu ti riferisci nella tua domanda.
Il Corso non parla dell’ego come di un “ramo del nostro albero dell’Anima”: questa definizione viene da un sistema spirituale diverso. L’ego, di fatto, non è neppure un’entità. Esso “non è nient’altro che una parte di ciò che credi di te stesso ... la parte della mente che crede che la tua esistenza sia definita dalla separazione” (T.4.VI.1:6; T.5.VII.1:5). Quindi “disfare l’ego” significa semplicemente cambiare la tua mente in merito alla realtà dell’ego: accetti la verità che la separazione da Dio non è reale, ma totalmente illusoria. Quando accetti la verità su te stesso senza riserve – e precisamente che “Io sono come Dio mi ha creato” – allora l’ego semplicemente scompare. “Il miracolo corregge questo terribile errore riguardo a te stesso con la stessa dolcezza con la quale una madre amorevole canta al suo bambino perché riposi” (C.2.8:2). Un miracolo nel Corso è questo cambiamento nella nostra percezione di chi siamo, è la luce che disperde l’oscurità dell’ego, come Gesù spiega nella chiarificazione dei termini: “Dove prima c'era l’oscurità, ora vediamo la luce. Cos'è l'ego? Ciò che era l’oscurità. Dov'è l'ego? Dove prima c'era l’oscurità. Cos’è ora e dove può essere trovato? Nulla e da nessuna parte” (C.2.6:1,2,3,4,5,6,7). Così diamo realtà all’ego solo quando lo temiamo, lo combattiamo o lo neghiamo. E’ necessario prestarvi attenzione solo per poterlo portare fuori dall’oscuro nascondiglio che gli abbiamo fornito e verso la luce dell’amore di Gesù nella nostra mente, dove semplicemente non è più. Ecco perché egli enfatizza che il miracolo guarda “la devastazione, e ricorda alla mente che ciò che vede è falso” (L.pII.13.1:3). E anche nel testo puntualizza che il solo modo per andare oltre l’ego è guardarlo con lui: “Nessuno può sfuggire alle illusioni a meno che non le guardi, perché il non guardarle è il modo in cui sono protette. Non c’è bisogno di ritrarsi dalle illusioni, perché esse non possono essere pericolose. Noi siamo pronti a guardare più da vicino il sistema di pensiero dell’ego perché insieme abbiamo la lampada che lo disperderà …” (T.11.V.1:1,2,3).