Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

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Proseguiamo la nostra indagine sulle ombre del passato cercando di comprendere qualche elemento in più sulla natura del tempo, così come viene spiegata in Un Corso In Miracoli.
Il Corso dice moltissime cose sul tempo. Possiamo cominciare la nostra indagine andando a leggere la sintesi compiuta da Kenneth Wapnick nel suo Glossario (cliccare qui) .

TEMPO

livello I: parte integrante del mondo illusorio di separazione dell’ego, in contrapposizione con l’eternità che esiste solo in Cielo; mentre il tempo sembra essere lineare, è tutto contenuto in un minuscolo istante che è già stato corretto e disfatto dallo Spirito Santo ed in verità non è mai accaduto.
livello II:
mente sbagliata: mezzo per mantenere l’ego, preservando i peccati del passato attraverso la colpa proiettata nel futuro dalla paura della punizione, trascurando il presente che è l’approssimazione più vicina all’eternità.
mente corretta: mezzo per disfare l’ego perdonando il passato attraverso l’istante santo, il mezzo dei miracoli; quando il perdono sarà completo, il mondo del tempo avrà soddisfatto lo scopo dello Spirito Santo e semplicemente scomparirà.


Come ho brevemente accennato nei primi spunti (per rileggerli cliccare qui) il Corso è scritto a molti livelli, riconducibili essenzialmente a due: il primo livello (non dualistico) che tratta il rapporto tra la Realtà dell’Uno e l’illusione dualistica in cui noi crediamo di esistere; ed il secondo livello che raffronta fra di loro le due percezioni -sbagliata e corretta- di tale illusione dualistica. Gli stessi concetti avranno un significato diverso nei due livelli, e quindi una stessa parola – a seconda del livello di scrittura in cui è inserita- potrà simboleggiare due esperienze interiori addirittura antitetiche.
Nel primo livello il tempo è un’illusione, perché solo l’eternità esiste. In questo primo livello quindi il tempo non viene preso in considerazione se non per ribadirne la totale inesistenza.
Nel secondo livello (in cui l’illusione non viene ignorata, ma temporaneamente considerata per poter essere trascesa), il tempo diventa un importante aspetto da perdonare, perché può essere percepito in modo sbagliato o corretto. Per poter essere perdonata, e quindi corretta, la percezione del tempo deve tuttavia essere consapevolizzata. In altri termini dobbiamo comprendere qual è l’uso che l’ego fa del tempo, e di conseguenza qual è l’uso che ne facciamo noi quando diamo retta all’ego dentro la nostra mente.
E’ quello che cercheremo di fare nei prossimi spunti.

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Come abbiamo visto la scorsa settimana la parola “tempo” ha nel corso un significato totalmente diverso se si riferisce al primo livello di scrittura e di comprensione del Corso, o al secondo livello. Ricordando che il secondo livello, e non il primo, è quello da tenere in considerazione per poter attuare il processo di perdono o correzione, andiamo a rileggere nel Glossario di Kenneth il significato della parola “tempo” nel secondo livello (cliccare qui) .

TEMPO

livello I: parte integrante del mondo illusorio di separazione dell’ego, in contrapposizione con l’eternità che esiste solo in Cielo; mentre il tempo sembra essere lineare, è tutto contenuto in un minuscolo istante che è già stato corretto e disfatto dallo Spirito Santo ed in verità non è mai accaduto.
livello II:
mente sbagliata: mezzo per mantenere l’ego, preservando i peccati del passato attraverso la colpa proiettata nel futuro dalla paura della punizione, trascurando il presente che è l’approssimazione più vicina all’eternità.
mente corretta: mezzo per disfare l’ego perdonando il passato attraverso l’istante santo, il mezzo dei miracoli; quando il perdono sarà completo, il mondo del tempo avrà soddisfatto lo scopo dello Spirito Santo e semplicemente scomparirà.


Dunque nel secondo livello il tempo viene usato in modo antitetico dall’ego e dallo Spirito Santo attraverso i due sistemi di pensiero che sembrano popolare la nostra mente. Nella mente sbagliata il tempo non è altro se non un mezzo per mantenere l’illusione della colpa dentro la mente. Questo concetto è sintetizzato in una frase che troviamo nel 5° capitolo del testo:

I sensi di colpa sono i preservatori del tempo .
(T.5.VI.2:1)

Perché la colpa preserva il tempo? Perché mantiene nella nostra mente il legame tra il passato ed il futuro. Non potremmo sentirci in colpa e temere la punizione futura se non ci riferissimo a qualcosa che abbiamo fatto o abbiamo omesso di fare nel passato. E allo stesso modo non potremmo incolpare gli altri e auspicare la loro punizione futura se non li accusassimo di qualcosa che hanno fatto o hanno omesso di fare nel passato.
Tuttavia nella mente corretta il tempo diviene proprio lo strumento per disfare sia l’ego che il tempo stesso. Infatti il perdono lascia andare la colpa, e in contemporanea disfa il collegamento che l’ego -allo scopo di perpetuare sé stesso - ha instaurato nella nostra mente tra il passato ed il futuro.

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I sensi di colpa sono i preservatori del tempo. Essi inducono paure di rappresaglia o di abbandono e così assicurano che il futuro sarà come il passato.
(T.5.VI.2:1-2)

Nelle scorse settimane (cliccare qui) abbiamo visto che l’ego usa la colpa per mantenere dentro la nostra mente l’illusione del tempo. Infatti se oggi mi sento in colpa perché ieri ho dimenticato un appuntamento con un amico, sto collegando nella mia mente il momento presente, in cui mi sento in colpa, al momento passato, in cui è avvenuto l’evento di cui mi accuso.
Tuttavia l’ego non si limita solo a collegare il passato al presente. Dato che per definizione la colpa richiede punizione (T.19.II.1:6), l’aspettativa di tale punizione nel futuro instaura un ulteriore collegamento temporale, quello tra il momento passato ed il futuro. In altri termini la colpa presente mette in collegamento il momento passato, quello in cui è avvenuto l’evento, al momento futuro, in cui temo da parte dell’amico una rappresaglia (potrebbe comportarsi con me allo stesso modo) o un abbandono (potrebbe non invitarmi più).
In questo modo l’ego dentro la mia mente renderà il futuro uguale al passato. Forse non nella forma, in quanto nel futuro potranno verificarsi eventi diversi da quelli che si sono verificati nel passato, ma sicuramente nel contenuto, perché entrambi rientreranno nella logica colpevolizzante del sistema di pensiero dell’ego e lo manterranno immutato dentro la mia mente.

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I sensi di colpa sono i preservatori del tempo. Essi inducono paure di rappresaglia o di abbandono e così assicurano che il futuro sarà come il passato. Questa è la continuità dell’ego.
(T.5.VI.2:1-3)

La definizione di tempo che troviamo in Un Corso in Miracoli è veramente singolare: l’illusione della continuità temporale dell’ego viene mantenuta in essere nella nostra mente mediante la colpa.
Se per esempio accuso un partner di aver tradito la mia fiducia sto ospitando nella mia mente l’idea della colpa, che ovviamente non attribuirò a me stessa ma al mio partner, visto che percepisco il suo comportamento come se fosse un tradimento nei miei confronti. Quindi, pur attribuendo la colpa ad un comportamento altrui avvenuto nel passato, di fatto continuerò a sperimentarne l’esistenza dentro la mia mente nel momento presente sotto forma di rabbia.
Grazie alla colpa collego dunque fra di loro il presente ed il passato come se fossero continui. In altri termini la rabbia (cioè la proiezione di colpa) che abita la mia mente nel momento presente mi permette di instaurare un collegamento causale tra il passato ed il presente, come se il passato fosse la causa del presente.
Tuttavia l’accusa che sto rivolgendo al mio partner instaura anche un altro collegamento temporale: quello tra il passato ed il futuro. Infatti le mie accuse metteranno in moto nella mia mente un circolo vizioso colpa attacco, che mi farà percepire gli eventi successivi come se fossero punitivi, basati sulla rappresaglia o sull’abbandono: per esempio, dato che nella mia mente collego ormai il mio partner al tradimento, avrò paura che anche in futuro possa tradire la mia fiducia o abbandonarmi, e sarò incline ad interpretare qualunque suo comportamento in tal senso.
La colpa che ospito nella mia mente mi permette dunque di collegare un passato percepito come colpevole ad un futuro percepito come pauroso. Guidata dall’ego sto letteralmente “inventando” il tempo dell’ego attraverso un espediente molto semplice: mantenendo nella mia mente l’idea della colpa nelle sue varie forme.
Questo è il modo in cui l’ego ci offre l’illusione della sua continuità.

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I sensi di colpa sono i preservatori del tempo.
(T.5.VI.2:1)

Abbiamo visto nelle scorse settimane come l’ego usi la colpa con uno scopo ben preciso: mantenere dentro la nostra mente l’illusione del tempo. Infatti se sperimentiamo sentimenti di colpa nel momento presente vuol dire che stiamo giudicando un evento passato come peccaminoso. E proprio la colpa -o la rabbia ad essa collegata- che proviamo ora ci farà temere un futuro punitivo. La colpa collega dunque il passato al futuro come se fossero continui, e anche se la forma degli eventi potrà essere completamente diversa, quello che rimarrà immutato sarà il contenuto di colpa dell’ego.
E’ possibile non sperimentare la colpa nel momento presente? Ovviamente sì, ed il perdono attua proprio questo miracolo: sganciando gli eventi dal contenuto di colpa, ne modifica la percezione in modo da lasciar andare la colpa che avevamo proiettato su di essi.
Ma come si fa a non sperimentare colpa quando un evento passato sembra averci colpito in modo devastante?
Ricordiamo innanzi tutto che possiamo sperimentare colpa in due modi: sentendoci in colpa o accusando un altro di colpa. In entrambi i casi la colpa occupa il nostro spazio mentale ed instaura la continuità temporale dell’ego.
Come si fa dunque a non sentirsi in colpa quando abbiamo gravemente ferito qualcuno? Come si fa a non accusare qualcuno di colpa quando ha veramente compiuto un’azione volutamente aggressiva nei nostri confronti, o nei confronti delle persone che ci sono care?
Il Corso ci aiuta nel processo ricordandoci di distinguere il peccato dall’ errore. Non ci invita minimamente a negare gli eventi avvenuti, ma ci suggerisce di imparare a perdonarli vedendo in essi un errore invece che un peccato.

Il peccato richiede la punizione come l’errore la correzione
e il credere che la punizione sia la correzione, è chiaramente una follia.
(T.19.II.1:6)

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Il peccato richiede la punizione come l’errore la correzione e il credere che la punizione sia la correzione, è chiaramente una follia.
(T.19.II.1:6)

Abbiamo visto negli spunti precedenti che il Corso ci aiuta a distinguere il peccato dall’errore.
Il peccato è la percezione colpevolizzante dell’errore. L’errore è la percezione non colpevolizzante del peccato. Non è una differenza da poco, perché il superamento del peccato implica la punizione, mentre il superamento dell’errore richiede la correzione.
La punizione è il modo per mantenere la colpa dando l’illusione di estirparla. La correzione invece non mantiene nella mente il sistema di pensiero dell’ego, ma instaura quello dello Spirito Santo, Che è per definizione il principio di correzione:

Lo Spirito Santo….. è il grande principio di correzione: il portatore della vera percezione, il potere intrinseco della visione di Cristo
(C.6.3:4)

Il perdono è un processo molto profondo e può richiedere una lunga elaborazione, che a volte può durare tutta la vita. E sicuramente abbiamo bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo dentro la nostra mente per poterlo sperimentare con successo. Tuttavia, se vogliamo possiamo farcela perché siamo noi a decidere quali emozioni vogliamo ospitare dentro la nostra mente e quale voce o Voce vogliamo seguire: l’ego o lo Spirito Santo.
Se seguiamo le indicazioni dell’ego, e scegliamo di vedere il peccato in un evento, allora sperimenteremo la colpa nel momento presente, e la paura del futuro. L’ego avrà instaurato una sua continuità temporale dal passato al futuro in cui non avverrà alcun mutamento sostanziale, perché la paura della punizione futura manterrà nella mente la credenza nel peccato.
Se invece seguiamo le indicazioni dello Spirito Santo e scegliamo di vedere nello stesso evento un errore, allora sperimenteremo la pace del perdono nel momento presente, e non vivremo più il futuro come se fosse la temibile conseguenza del passato, perché il presente si estenderà nel futuro e lo libererà.

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Puoi restare attaccato al passato solo per mezzo della colpa.
Poiché la colpa stabilisce che sarai punito per quello che hai fatto, e così dipende dal tempo unidimensionale, poiché procede dal passato al futuro.
(T.13.I.8:2-3)
Questa è la continuità dell’ego.
(T.5.VI.2:2)

Nelle scorse newsletters abbiamo visto come la colpa ci lega al passato ed al futuro e come questo mantiene dentro la nostra mente l’illusione della continuità temporale dell’ego.
Ma c’è ancora un punto che dobbiamo tenere presente per comprendere appieno questa continuità. E’ un punto che abbiamo affrontato a lungo negli spunti precedenti (cliccare qui).
Tutte le volte che formuliamo accuse, giudizi d’attacco e condanne nei confronti di altri o di noi stessi, stiamo mettendo in atto le due fondamentali difese dell’ego: la negazione e la proiezione. Stiamo in sostanza negando che proviamo un devastante senso di colpa dovuto alla nostra presunta separazione da Dio e poi –per rendere più efficace la negazione- proiettiamo questo senso di colpa primario su qualunque evento esterno alla nostra mente, evento che percepiamo come colpevole.
L’evento esterno alla nostra mente può essere stato compiuto sia da noi che da qualcun altro; in entrambi i casi sarà esterno a chi siamo veramente: una mente che sceglie quale voce ascoltare. Nel primo caso ci sperimenteremo come se il peccato fosse stato compiuto da noi, mentre nel secondo caso sperimenteremo che il peccato sia stato compiuto da un altro.
In entrambi i casi la colpa che vediamo all’esterno della mente ci servirà a negare la presenza del presunto peccato metafisico interno alla mente, di cui tutti ci accusiamo (la cosiddetta minuscola folle idea: T.27.VIII.6:2-3). E avendolo negato a questo punto non ne faremo più esperienza cosciente. Quindi crederemo veramente di sperimentare migliaia di problemi nel mondo quando invece ne stiamo soltanto nascondendo uno – che oltretutto è inesistente- dentro la mente.
Crederemo in sostanza di vivere una vita ricca di eventi diversi, e potrà anche apparire così nella forma. Tuttavia se questi eventi saranno percepiti in modo sbagliato, seguendo il suggerimento dell’ego che ci spinge a vedere in essi la colpa, non faremo altro che portare avanti un unico contenuto sempre uguale e sempre doloroso. Saremo caduti in un vero e proprio stato di allucinazione grazie al quale non ci accorgeremo di aver dato innumerevoli forme ed innumerevoli nomi all’ego garantendone la continuità. E se non sarà intervenuta la miracolosa guarigione del perdono tutti i nostri tentativi di migliorare il nostro futuro non faranno altro che rinnovare dolorosamente il contenuto del passato.

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Il tempo sembra andare in una direzione, ma quando raggiungerai la sua fine, si arrotolerà come un lungo tappeto steso lungo il passato dietro di te e scomparirà. Fintantoché crederai che il Figlio di Dio sia colpevole camminerai lungo questo tappeto, credendo che esso conduca alla morte. E il viaggio sembrerà lungo, crudele e senza senso, perché così è.
(T.13.I.3:5-7)

In questo celebre passaggio del Testo, che descrive il tempo come se fosse un tappeto, il Corso mette insieme il concetto di tempo lineare con quello di colpa e stabilisce un forte collegamento fra di loro: se c’è colpa c’è la percezione della linearità del tempo, e se c’è percezione della linearità del tempo c’è colpa.
Non dimentichiamo che secondo il Corso la nostra percezione che il tempo esista è dovuta al nostro stato di allucinazione: il tempo non c’è perché solo l’eternità è reale. (per la definizione di tempo nel primo livello, rileggiamo la sintesi compiuta da Ken nel suo glossario. Cliccare qui)
Dunque non solo - come abbiamo visto negli spunti precedenti- l’illusione della colpa mantiene l’illusione della continuità temporale, ma è anche vero il contrario: l’illusione della continuità temporale mantiene l’illusorietà della colpa.
Abbiamo visto per alcune settimane come il provare rancore, il condannare gli altri, l’attaccare sé stessi prolunga l’esperienza dell’ego dentro la nostra mente, perché lo proietta dal passato al futuro in un continuum temporale, proprio come avviene ad un tappeto, che srotolandosi si allunga.
Il brano odierno ci mostra come sia vero anche il contrario: se porteremo costantemente la nostra attenzione al passato o al futuro, e non riusciremo a rimanere consapevoli del miracolo del perdono nel momento presente, allora resteremo imprigionati nelle molte forme che assume il sistema di pensiero dell’ego –attacco, rimpianto, rabbia, senso di colpa, paura, aspettativa, ecc.- e queste forme manterranno dentro la nostra mente la colpa dandole molti nomi diversi.
Ed entrambi -sia la colpa che il tempo- ci manterranno strettamente nella morsa dell’ego.

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L’ego ha una strana nozione del tempo e potresti benissimo cominciare a metterlo in dubbio partendo da questa nozione. L’ego investe pesantemente nel passato e alla fine crede che il passato sia il solo aspetto significativo del tempo.
(T.13.IV.4:1-2)

L’ego ha un forte investimento nel passato, perché questo investimento gli permette di raggiungere un importante obiettivo: ci impedisce di rimanere in tempo presente. Ascoltando la sua voce dentro la nostra mente passeremo tutto il nostro tempo a ricordare i torti subiti, le colpe commesse, le felicità perdute. A noi potrà anche sembrare che questo dipenda dall’intensità degli eventi di cui siamo stati protagonisti o spettatori, ma secondo il Corso non è così. Questo attaccamento al passato non è indipendente dalla nostra volontà, anzi noi lo scegliamo volutamente, perché in questo modo non ci assumiamo la responsabilità di scegliere la pace, responsabilità che possiamo esercitare solo nel presente, in quell’istante che il Corso definisce “istante santo”.

La guarigione non può essere compiuta nel passato.
Deve essere compiuta nel presente per dare via libera al futuro
(T.13.IV.9:3-4)

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L’ego ha una strana nozione del tempo e potresti benissimo cominciare a metterlo in dubbio partendo da questa nozione. L’ego investe pesantemente nel passato e alla fine crede che il passato sia il solo aspetto significativo del tempo. Ricorda che la sua enfasi sulla colpa lo mette in grado di assicurarsi la sua continuità rendendo il futuro come il passato e così evitando il presente. Con la nozione di pagare nel futuro per il passato, il passato diventa ciò che determina il futuro, rendendoli continui senza l’intervento del presente. Poiché l’ego considera il presente come una breve transizione verso il futuro, nella quale porta il passato nel futuro interpretando il presente nei termini del passato.
(T.13.IV.4)

L’attaccamento al passato è un piano deliberato che l’ego attua dentro la nostra mente, e che noi scegliamo di seguire tutte le volte che diamo retta all’ego.
Questo piano prevede di legare strettamente il passato al futuro senza che fra di loro intervenga la liberazione che può avvenire solo nel momento presente. Se guardiamo attentamente i nostri pensieri, ci renderemo conto che tutte le volte che siamo presi da un qualche turbamento (paura, rabbia, tristezza, colpa, esaltazione, specialezza, desiderio) stiamo ricordando con rimpianto o colpa un qualche evento passato, oppure stiamo alimentando la speranza che il futuro sia migliore del passato, grazie al fatto che qualcuno (noi o un altro) pagherà per le colpe commesse. Tuttavia come possiamo nutrire una speranza del genere, se non la riferiamo a qualcosa di passato che desideriamo cambiare? Nel sistema di pensiero dell’ego il futuro è soltanto un’appendice del passato, perché in esso proiettiamo proprio l’ombra di un passato non perdonato, che sembrerà assumere la forma (ma soltanto la forma) di un cambiamento.
Il contenuto non cambierà.
Ed è questo il modo in cui l’ego mantiene la sua continuità dentro la nostra mente, facendola passare per cambiamento.

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Il “presente” non ha alcun significato per l’ego. Il presente gli ricorda semplicemente le ferite passate ed esso reagisce al presente come se fosse il passato. L’ego non può tollerare la liberazione dal passato e, sebbene il passato sia finito, l’ego cerca di preservare la propria immagine reagendo come se fosse presente. Detta le tue reazioni nei confronti di coloro che incontri nel presente prendendo come punto di riferimento il passato, oscurando la loro realtà presente. In effetti, se segui i dettami dell’ego, reagirai a tuo fratello come se fosse qualcun altro e ciò sicuramente ti impedirà di riconoscerlo per quello che è. E riceverai da lui messaggi provenienti dal tuo passato perché, rendendolo reale nel presente, ti stai proibendo di lasciarlo andare. In questo modo ti neghi il messaggio di liberazione che ogni fratello ti offre nel presente.
(T.13.IV.5)

Se nel momento presente manteniamo nella nostra mente il ricordo di torti subiti o di colpe commesse, il presente sarà di fatto un nome diverso che diamo al passato. Lo useremo per continuare a mantenere l’idea della colpa dentro la nostra mente e non lasciarla andare. Vedremo gli altri attraverso le ombre del passato che continuano ad intasare il nostro spazio mentale, e non riusciremo a vederli come sono in realtà.
Seguendo i suggerimenti dell’ego, il cui unico scopo è mantenere la colpa dentro la nostra mente perché essa garantisce la sua sopravvivenza, perderemo tutto il dono che il momento presente può offrirci: la liberazione dal passato.
Ma dato che – come abbiamo visto negli spunti precedenti- il futuro nelle mani dell’ego non è altro se non il passato in una forma diversa, perderemo anche la possibilità di aprirci ad un futuro veramente e sostanzialmente diverso.

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Le figure indistinte del passato sono precisamente ciò a cui devi sfuggire. Non sono reali e non hanno presa su di te a meno che tu non le porti con te. Esse portano nella tua mente i segni del dolore, e ti incitano ad attaccare nel presente come rivalsa per un passato che non è più. E questa è una decisione che porta ad un dolore futuro.
(T.13.IV.6:1-4)

Questo è il tempo nell’interpretazione dell’ego: la continuità del contenuto di colpa, mascherato in modo da assumere forme diverse. La rabbia che sperimentiamo nel momento presente si basa su eventi passati di cui ci percepiamo vittime, eventi che manteniamo in memoria allo scopo di poter conservare nella mente l’idea della colpa. Sono queste le figure indistinte che portiamo con noi, e che non lasciamo andare. E non vogliamo lasciarle andare perché ci permettono di attuare le due fondamentali difese dell’ego: la negazione della minuscola folle idea, l’angoscia metafisica che tutti celiamo nelle profondità della nostra mente, (T.27.VIII.6:2-3) e la sua proiezione su eventi esterni che vengono percepiti come causa di essa.
Il Corso ci invita a cercare di sfuggire a queste figure indistinte che popolano la nostra mente e la intasano trasformandola in un luogo di dolore. Possiamo farlo, perché non sono reali. Appartengono al passato ed il passato non esiste più, a meno che noi non vogliamo portarlo con noi. Se lo facciamo, allora il passato continua ad esistere nel momento presente. E noi perdiamo la possibilità che il momento presente ci offre: la liberazione dall’angoscia del nostro passato metafisico.

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Le figure indistinte del passato sono precisamente ciò a cui devi sfuggire. Non sono reali e non hanno presa su di te a meno che tu non le porti con te. Esse portano nella tua mente i segni del dolore, e ti incitano ad attaccare nel presente come rivalsa per un passato che non è più. E questa è una decisione che porta ad un dolore futuro. A meno che non impari che il dolore passato è un’illusione, scegli un futuro di illusioni e perdi le molte opportunità che potresti trovare per liberarti nel presente. L’ego vuol preservare i tuoi incubi ed impedirti di risvegliarti e comprendere che sono passati.
(T.13.IV.6:1-6)

Il piano dell’ego consiste nell’intasare la nostra mente con pensieri che in un modo o nell’altro sono legati alla colpa, nostra o altrui: se guardiamo con attenzione i nostri turbamenti vedremo che non sono mai molto lontani dalla colpa. Per esempio possiamo provare dolore per una colpa commessa, o rabbia per le offese subite per colpa di un altro; rimpianto per una felicità perduta per colpa nostra o stizza per l’occasione mancata per colpa di un altro. Ma a ben guardare anche la tristezza, la delusione, il senso di mancanza e l’invidia ci parlano di colpa: forse non si tratterà della colpa di una persona conosciuta, ma della colpa del fato, del destino, di qualche forza o potere più grande di noi che ci sovrasta e che non siamo in grado di controllare. Ogni volta che non siamo in uno stato di pace, è come se dicessimo: “non sono in pace per colpa di….”.
Il passato è quel serbatoio di informazioni che – sotto la guida dell’ego- manteniamo immutato dentro la nostra mente allo scopo di attingervi tutte le volte che vogliamo rinforzare la presenza della presunta colpa metafisica dentro la nostra mente.
Se non decidiamo che il passato è finito, e che quindi il dolore passato non ha ragione d’essere, ci apriamo ad un futuro altrettanto doloroso, perché il futuro – proprio perché concepito dall’ego come risposta al passato- sarà intessuto dello stesso contenuto di colpa che ha dato origine alla nostra percezione negativa del passato.

Questo è un piano deliberato dell’ego per impedirci il risveglio.

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Il tempo può liberare come imprigionare, a seconda di come lo interpreti. Passato, presente e futuro non hanno continuità, a meno che tu non forzi la continuità su di essi. Puoi percepirli come continui, e renderli tali per te. Ma non lasciarti ingannare per poi credere che sia così. Perché credere che la realtà sia ciò che tu vuoi che sia a seconda dell’uso che ne fai è delirante. Vorresti distruggere la continuità del tempo spezzettandolo in passato, presente e futuro per i tuoi scopi. Vorresti prevedere il futuro sulla base della tua esperienza passata e pianificarlo di conseguenza. Ma facendo così allinei passato e futuro e non permetti al miracolo, che potrebbe intervenire fra loro, di liberarti per rinascere.
(T.13.VI.4)

Il Corso sostiene che il tempo non esiste nella Realtà. Tuttavia nel mondo dell’illusione non solo il tempo sembra esistere, ma sembra anche essere lineare, e quindi sembra che il passato determini il presente, ed il presente determini il futuro. Come abbiamo visto negli spunti precedenti questo a noi sembra naturale, perché questo è il modo in cui sembra funzionare il mondo della forma. Tuttavia secondo il Corso questa successione di causa-effetto non è affatto naturale: è uno stato di allucinazione determinato dall’ego che cerca di mantenere nella nostra mente la colpa trasformandola in forme diverse, in modo da darci l’illusione del cambiamento.

Tu consideri “naturale” usare le tue esperienze passate come punto di riferimento da cui giudicare il presente. Tuttavia questo è innaturale poiché è delirante
(T.13.VI.2:1-2)

Così il senso di colpa che sperimentiamo nel momento presente contiene in sé il ricordo degli affronti subiti nel passato, e la pianificazione di un futuro migliore. Ma il futuro concepito in reazione al passato verrà allineato ad esso e non potrà quindi essere realmente diverso, perché conterrà lo stesso contenuto di colpa. La forma potrà mutare, ma il contenuto sarà lo stesso.

Nulla è così accecante come la percezione della forma.
(T.22.III.6:7)

Se quindi nella forma il tempo potrà effettivamente sembrare spezzato in passato, presente e futuro, il suo contenuto rimarrà sempre identico: ego, ego, ego.
Non avremo permesso al presente dello Spirito Santo, l’istante del miracolo, di spezzare la continuità dell’ego e liberarci dallo stato di allucinazione in cui l’ego ci aveva imprigionati

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Il miracolo ti mette in grado di vedere tuo fratello senza il suo passato, e così di percepirlo rinato. I suoi errori sono tutti passati e quando lo percepirai senza di essi lo liberi. E poiché il suo passato è il tuo, sei partecipe di questa liberazione. Non permettere ad alcuna nube oscura del tuo passato di oscurartelo, perché la verità si trova soltanto nel presente e tu la troverai se la cercherai lì.
(T.13.VI.5:1-4)

Negli spunti precedenti abbiamo visto che il presente, nelle mani dell’ego, è solo un nome diverso che diamo al passato. Ricordando i soprusi subiti o le colpe commesse, nutrendo rancori e desideri di vendetta non facciamo altro che portare nel momento presente un passato che non c’è più, e in questo modo lo attualizziamo rendendolo reale. Viviamo in uno stato di allucinazione, vedendo letteralmente ciò che non c’è.

Il passato diventa la giustificazione per entrare in una continua
alleanza non santa con l’ego contro il presente
(T.17.III.8:1)

Nelle mani dello Spirito Santo il presente ha un uso completamente diverso, perché diviene il momento della liberazione dalla schiavitù della colpa. Il presente è l’istante in cui scegliamo il perdono invece del rancore, e facendolo lasciamo andare il passato che imprigionava sia noi che i nostri fratelli e ci apriamo per la prima volta ad un futuro effettivamente nuovo.

Perché un miracolo è ora.
E’ già qui, nella grazia presente, nel solo intervallo di tempo che il peccato e la paura non hanno visto, ma che è tutto quello che esiste del tempo.
(T.26.VIII.5:8-9)

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Il presente è il tempo della salvezza, poiché il presente è la liberazione dal tempo. Protenditi verso tutti i tuoi fratelli e toccali con il tocco di Cristo. Nell’unione senza tempo con loro è la tua continuità, ininterrotta perché interamente condivisa.
(T.13.VI.8:1-3)

Nel mondo dell’ego la continuità è rappresentata dal mantenere nella mente la credenza nella presunta, terribile colpa commessa contro Dio, separandoci da Lui. (la cosiddetta minuscola folle idea: T.27.VIII.6:2-3) L’ego ci offre un piano per mantenere tale continuità: prima di tutto negare la nostra angoscia profonda, e poi proiettarla sul mondo esterno, in modo tale da credere che sia causata da fatti esterni ed indipendenti dalla nostra volontà. Tutti i turbamenti che a questo punto intaseranno la nostra mente, e che effettivamente non sembreranno più causati dalla nostra decisione di sperimentarli, sembreranno essere collegati ad eventi scatenanti passati e ci porteranno a pianificare ogni tipo di rimedio, punizione e pianificazione futuri.
L’ego a questo punto avrà costruito nella nostra mente una successione temporale che sembrerà oggettiva ed indipendente da noi e noi, credendola vera, vi rimarremo imprigionati. Metteremo tutto il nostro impegno nel cercare di cambiare il futuro, non rendendoci conto del fatto che proprio questo impegno mantiene immutato il contenuto del passato dentro la nostra mente, e ci impedisce un vero cambiamento ed una vera rinascita.

Quando sei catturato nel mondo della percezione, sei catturato in un sogno
(Prefazione, pag VIII)

Lo Spirito Santo ci offre un’altra continuità, basata su un uso diverso del tempo. Consiste nell’usare il presente per la salvezza, ossia per scegliere il miracolo del perdono, nel quale riscoprire la nostra unione (senza tempo, perché riflette l’Eternità) con tutti i nostri fratelli.

Perché il presente è il perdono
(T.17.III.8:2)

In questo modo possiamo finalmente uscire dalla morsa dell’ego che ci manteneva in un vero stato di allucinazione, e cominciare a respirare un’aria più pura.
E non sarà diverso solo il presente, ma anche il futuro, perché quest’ultimo non farà altro che estendere la pace dell’autentico rinnovamento sperimentato nel momento presente. La continuità dell’ego sarà sostituita da un’altra continuità, quella dello Spirito Santo, la Voce Che parla per Dio dentro la nostra mente. Perché…

…la garanzia della tua continuità è di Dio, non dell’ego.
E l’immortalità è l’opposto del tempo perché il tempo passa,
mentre l’immortalità è costante
(T.13.I.8:8-9)