Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 538 Perché il Corso sembra affermare che lo Spirito Santo ci aiuterà “nell’illusione”?

 

D # 538: Uno studente ha posto la domanda se abbiamo un ruolo specifico da svolgere in questo mondo e la vostra risposta è stata: non nel mondo, ma nelle nostre menti. Tuttavia lo Spirito Santo ci aiuta “nell’illusione” e ci sono diversi riferimenti in Un corso in miracoli a ruoli specifici e a certe persone che si suppone che incontreremo, ecc. Il Corso è anche fatto all’interno del contesto dell’illusione. Io penso che voi stiate facendo un grande lavoro, dando sempre risposte sagge, ma in questo caso penso veramente che dovreste discuterne ulteriormente all’interno della vostra organizzazione.

 

R: Siamo consapevoli dei brani a cui ti riferisci e che il Corso arriva all’interno di un contesto egoico (C.in.3:1). Non c’è dubbio che le persone - come Helen Schucman, la scriba del Corso - ricevano guide molto specifiche. Come Gesù dice ne: “Il canto della preghiera” non è sbagliato o pericoloso, ma afferma chiaramente che faremo molto se riusciremo ad andare oltre quel livello, e ci invita a farlo (S.I).Helen imparò questo successivamente, e allora non si relazionò più a Gesù in quel modo. (Il Capitolo 17 del libro di Kenneth Absence from Felicity contiene una esposizione molto utile di questa dimensione dell’insegnamento di Gesù e dello spostamento di Helen a questo livello). Inoltre Gesù pone anche molta enfasi sul nostro prendere sempre in considerazione lo scopo di ciò che facciamo. Egli ci dice all’inizio del libro degli esercizi che non conosciamo lo scopo di nulla (L.pI.25) e usando l’esempio di contattare qualcuno telefonicamente (4:2,3) afferma che gli scopi che riconosciamo sono tutti ad un livello superficiale, dove lo scopo non può essere realmente compreso. Questo ha a che fare con la tua domanda nel senso che noi non sappiamo a cosa veramente servano dei ruoli specifici o delle relazioni, e pertanto imponiamo ad essi il nostro significato che con ogni probabilità è quello dell’ego, mentre il solo significato di valore per qualsiasi cosa facciamo è il perdono. Pertanto la guida dello Spirito Santo sarebbe esclusivamente in favore del contenuto di perdono. La forma in cui quel contenuto viene espresso diventa poi essenzialmente irrilevante. Il nostro seminario registrato “Making the Holy Spirit Special” [“Rendere speciale lo Spirito Santo”, disponibile su CD solo in inglese (ndt)] fornisce una esposizione dettagliata di questa tematica cruciale.

L’interesse per le cose specifiche è la fase dell’infanzia spirituale, l’inizio di un processo spirituale molto lungo il cui scopo è aiutarci a raggiungere la cima della scala dove le cose specifiche, compresa la nostra identità specifica come individui, perdono significato. Facendo nuovamente riferimento alla prima sezione dell’opuscolo che accompagna il Corso, Gesù afferma che ciò che vogliamo veramente è il canto stesso, null’altro che l’Amore di Dio. Quello è il reale contenuto delle risposte di cui facciamo esperienza come guida specifica. Egli ci addestra a gravitare maggiormente verso quel contenuto, anziché verso la forma della risposta. Noi tendiamo ad innamorarci della specialezza del ricevere una guida specifica e in questo modo perdiamo di vista il contenuto, che è ciò che ci renderebbe felici ed in pace in ogni momento indipendentemente dalle condizioni esterne. E’ con questo spirito che Gesù pone la domanda retorica: “Cosa potrebbe essere la Sua risposta se non che tu Lo ricordi? Può questo essere scambiato con un trascurabile consiglio riguardante un problema della durata di un istante? Dio risponde solo per l'eternità (CdP.I.4:5,6,7). Certamente la prospettiva di Gesù trascende di gran lunga la nostra quando egli si rivolge a noi in questo modo, ma tutto ciò che fa è invitarci ad unirci a lui là, perché sa che saremmo molto più in pace e perché quello è il luogo a cui apparteniamo veramente.

Così questi due livelli dell’insegnamento di Gesù devono essere tenuti in vista se si vuole imparare questo Corso ed usarlo come era inteso che fosse imparato ed usato. Quando ci focalizziamo sulle cose specifiche è come se porgessimo un ditale per ricevere l’amore che non può essere contenuto da alcuna forma. Noi non siamo consapevoli che ciò che stiamo segretamente facendo è cercare di conformare l’amore alle nostre indicazioni specifiche quando la realtà è che “La sua mancanza totale di limiti è il suo significato” (T.18.VIII.8:2). Gesù così ci invita a non restare al livello delle cose specifiche, non perché sia sbagliato o peccaminoso restare lì, ma perché ci stiamo accontentando di poco. In tutto il Corso ci dice in molti modo che questo mondo non è la nostra casa, quindi perché mai dovremmo limitare il suo aiuto ai nostri problemi ed alle nostre aspirazioni nel mondo? Egli vuole piuttosto aiutarci ad identificare i modi in cui restiamo alienati dalla nostra vera Casa e dalla nostra vera Identità. Non sapevamo neppure che questo fosse il senso della nostra vita qui: ora lo sappiamo ed abbiamo un insegnante che sarà con noi ad ogni passo del cammino, dall’inizio del viaggio quando siamo interessati principalmente al suo aiuto per la nostra vita nel mondo, fino al completamento del viaggio quando faremo esperienza della nostra unità gli uni con gli altri: “E così ti sei unito a me, cosicché ciò che io sono, lo sei anche tu” (L.pII.14.2:3). E così quando vediamo Gesù solo come colui che può aiutarci con i nostri problemi, a nostra insaputa, stiamo limitando la relazione con lui che a lui piacerebbe tanto che noi avessimo.