D # 994: Se Dio non sa che noi esistiamo, chi diavolo abbiamo pregato per migliaia di anni ? Ci siamo “ricamati” le nostre stesse risposte ? Se le nostre preghiere non sono state esaudite, è perché non siamo stati in grado di creare bene ? E’ per questo motivo che milioni di persone sono state uccise durante l’ Olocausto benché fossero persone devote, pie – perché non c’ era nessuno che ascoltasse le loro preghiere e che li aiutasse ? Tutti quelli che hanno creduto che ci fosse un Dio che si prendeva cura di loro, che li guidava, che li amava, sono stati ingannati ? Sto interpretando tutto ciò correttamente ?
R: No, non stai interpretando nel modo corretto il messaggio di Un Corso in Miracoli. Il Corso ci offre un modo di pensare a Dio e alla natura di questo mondo radicalmente diversa da quella che le religioni occidentali hanno insegnato per secoli. Tuttavia, il suo messaggio centrale non è che soffriamo perché Dio non può sentirci o perché non siamo in grado di “creare bene”, ma piuttosto che noi soffriamo perché decidiamo attivamente di sperimentare la sofferenza anziché l’ Amore di Dio. Il Corso ci informa che ci siamo sbagliati riguardo a Dio perché ci siamo sbagliati profondamente riguardo a noi stessi. Cerchiamo di approfondire un po’ meglio come il Corso spiega queste dinamiche.
Gesù ci dice che Dio non sa che siamo qui perché noi non siamo qui. Nell’istante originale, pieno di colpa immaginaria, abbiamo voluto scappare da Dio – credendo allo stesso tempo di averLo ucciso e che Egli sarebbe risorto per darci la punizione che pensavamo di meritare per aver osato considerare l’ idea di separazione. Così abbiamo scelto di ascoltare l’ego, addormentarci, e sognare questo mondo. Essendo nato da un pensiero di colpa, questo è un mondo ricolmo di colpa nel quale tutti sembriamo condurre delle vite ricolme di dolore per la punizione. Mentre, come hai ricordato, le vittime dell’Olocausto forniscono un esempio di estrema sofferenza fisica e angoscia psicologica, non dobbiamo assolutamente guardare ad esse come prova di una sofferenza umana che ci si aspetterebbe che un Dio Amorevole alleviasse. In realtà, il semplice vivere in quanto corpo fisico è una condizione che porta con sé un dolore quasi continuo – il dolore per le necessità materiali, malattie, invecchiamento, perdite, dipendenze e così via. Il Corso ci chiede di guardare con onestà tutto ciò, ed ammettere, che per quanto possiamo dichiarare di amarLo, se noi crediamo che Dio ha creato e controlla gli eventi in questo mondo e nelle nostre vite, una parte della nostra mente proverà odio per Lui perché non interviene per migliorare le cose.
E tuttavia, in ultima analisi, il messaggio del Corso è un messaggio di felicità, che ci fa sapere che l’ Amore di Dio è molto più vicino di quanto la maggior parte di noi possa immaginare. Non abbiamo bisogno di supplicare Dio, di ingraziarceLo, o di lottare per ottenere il Suo Amore perché, in realtà, noi siamo già avvolti al sicuro in esso, a casa in Cielo. Come dice il Corso, “Una vita non in Cielo è impossibile, e ciò che non è in Cielo non è in alcun luogo. Fuori dal Cielo c'è solo il conflitto dell'illusione: senza senso, impossibile e al di là di ogni ragione, e tuttavia percepito come un'eterna barriera al Cielo.” (T.23.II.19:6,7).
Quindi, tutto quello che dobbiamo fare per iniziare a risvegliarci a quella realtà è disfare quell’unico errore che abbiamo fatto nel momento in cui il tempo è sembrato iniziare – scegliendo il sistema di pensiero dell’ego invece dello Spirito Santo (Che rappresenta la memoria di Dio nella nostra mente). Quando sceglieremo l’Amore dello Spirito Santo, saremo felici indipendentemente dal fatto che le circostanze della nostra vita siano quelle che il mondo giudica come piacevoli o sfortunate. Allo stesso modo, quando scegliamo l’ego, siamo infelici non importa quanto buona o cattiva possa sembrare la nostra situazione esteriore. Per questo motivo, non possiamo giudicare come giusta o ingiusta la vita di qualcun altro. Mentre certamente la vita esteriore di virtualmente ogni essere umano sembra piena di gravi ingiustizie, non possiamo conoscere il motivo per cui ognuno di noi sceglie un “copione” particolare, o le lezioni che possiamo imparare come risultato della nostra scelta.
Coloro che hanno creduto che Dio avesse cura di loro, li guidasse e li amasse non sono stati ingannati se questo loro credo li ha aiutati ad entrare in contatto con il Suo Amore nella loro mente. Alla fin fine, in realtà non importa come noi concettualizziamo Dio o la nostra relazione con Lui, fintanto che troviamo un modo per farlo che ci aiuti a rimpiazzare la colpa e la paura con l’ amore e la pace interiore. Fondamentalmente, Gesù vuole soltanto aiutarci a trovare la strada verso casa e ci ha dato il Corso come strumento per aiutarci a fare il viaggio. Ma questo non rende il Corso più o meno vero di altri strumenti che la gente ha usato per lo stesso scopo. Ricorda, niente in questo mondo è vero, e niente in questo mondo può aiutarci maggiormente ad avvicinarci alla verità (amore) nella nostra mente se quello è lo scopo che gli diamo. Ecco perché Gesù, dopo aver stabilito la natura illusoria del mondo fisico e del corpo, può fare un’ affermazione quale, “Se ti può essere d’aiuto, pensa che io ti tengo per mano e ti guido. E ti assicuro che questa non sarà una futile fantasia” (L.pl.70.9:3,4). Allo stesso modo, se le persone nel corso della storia hanno sentito l’ Amore di Dio anche concettualizzandolo in un modo che è chiaramente in contrasto rispetto a come è presentato nel Corso, questa non è stata una futile fantasia.