D # 228: In Un corso in miracoli Gesù afferma che: 1) siamo tutti parte di un unico essere senza forma che è stato creato da un altro essere senza forma; 2) I concetti di tempo sono illusori. Il termine prima non è un concetto di tempo? Come è possibile che un essere ne crei un altro e non venga prima di esso?
R: È utile rendersi conto che ogni qualvolta Gesù nel Corso cerca di trasmettere qualcosa riguardo alla creazione e alla nostra vera realtà in Dio, deve usare parole e concetti che inevitabilmente alla fine non riusciranno a fare niente altro che suggerire uno stato che non siamo in grado di comprendere. Perché non è possibile descrivere ciò che è al di là della descrizione, e ciò che è illimitato ed infinito non può essere definito in termini finiti. Gesù deve usare il linguaggio della percezione per parlare di ciò che è al di là della percezione, al di là del tempo e dello spazio.
Ma il Corso ha anche lo scopo di tentare di spiegare l’inesplicabile. E questo allo scopo di fornire una correzione per i concetti e le credenze errati del sistema di pensiero dell’ego. Fondati su una dualità percettiva, questi concetti e queste credenze asseriscono, per quanto ora inconsciamente, che ci siamo separati da Dio, abbiamo usurpato il Suo potere di creare e di fatto siamo il creatore e la fonte di tutta l’esistenza (T.11.in.1:6,7,8;2).
E così la correzione che Gesù offre usa anche parole dualistiche, come Padre e Figlio, che implicano dimensioni sia spaziali che temporali nella relazione. Ma queste parole sono usate solo per disfare il nostro credere che possiamo essere la causa di noi stessi, restituendo a Dio il ruolo di Fonte di ogni essere. Diventa evidente che Gesù non intende queste spiegazioni alla lettera quando leggiamo i brani che tentano di fornirci delle intuizioni sulla vera natura di Dio e della realtà, una realtà al di là del tempo e dello spazio, nella quale non ci sono due esseri separati denominati Dio e Cristo.
Così, per esempio, pur continuando ad usare il linguaggio dualistico del sistema di pensiero dell’ego, Gesù osserva che “Dio… non fa distinzioni fra ciò che è Sé Stesso e ciò che è ancora Sé Stesso. Ciò che Egli crea non è separato da Lui, e non c’è alcun luogo dove il Padre finisca, e il Figlio cominci come qualcosa separato da Lui" (L.pI.132.12:3,4). E i concetti fondati sul tempo, quali prima e dopo, o primo e ultimo, semplicemente non si applicano a Dio nel senso usuale. Dio “non fa nulla da ultimo, perché ha creato per primo e per sempre. Si deve comprendere che la parola “primo”, applicata a Lui, non è un concetto temporale. Egli è il primo nel senso che è il primo nella Santa Trinità Stessa. Egli è il Creatore Primo, perché ha creato i Suoi co-creatori. In virtù di ciò che ha fatto, il tempo non si applica né a Lui, né a ciò che Lui ha creato" (T.7.I.7:3,4,5,6,7; corsivo aggiunto).
Se non sei soddisfatto di ciò che non può che essere un resoconto insoddisfacente di ciò che non siamo in grado di comprendere, sii confortato dal fatto che non sei solo. Nel tentativo di descrivere la natura e la condizione della vera creazione, Gesù conclude: “Questo non è descrivibile per nessuno qui. E non c’è alcun modo per imparare cosa significhi questa condizione. Non potrai capirlo finché non andrai oltre l’apprendimento a ciò che è Dato…” (T.24.VII.6:8,9,10). E così possiamo semplicemente accettare con umiltà che non comprendiamo. Ma la bella notizie è che, nonostante il nostro credere che abbiamo bisogno di comprendere, non dobbiamo comprendere per trovare la via per tornare a casa (T.IV.7:5,6,7). Possiamo praticare le nostre lezioni di perdono, fiduciosi nel fatto che se facciamo la nostra parte il resto sarà nostro quando saremo pronti ad accettarlo.
Per un’ulteriore indagine sulla natura dualistica del linguaggio del Corso in relazione alla sua metafisica non dualistica, vedi la domanda #85.