Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 776 Cosa si intende con "un attacco reale che richiede la punizione"?

 

D #776: In “La giustificazione del perdono” Gesù afferma: “Non ti viene chiesto di offrire il perdono dove l'attacco è dovuto e sarebbe giustificato. Perché ciò significherebbe che perdoni un peccato ignorando ciò che realmente c'è. Questo non è perdono. Perché darebbe per scontato che, rispondendo in un modo che non è giustificato, il tuo perdono diventerà la risposta a un attacco che è stato fatto. E così il perdono è improprio essendo concesso dove non è dovuto”; e più avanti dice: “Non si tratta di perdonare l'imperdonabile, né di non vedere oltre un attacco reale che richiede la punizione” (T.30.VI.1:6,7,8,9,10; 2:3). Cosa significa questo? Cosa potrebbe essere considerato imperdonabile? Potreste fare alcuni esempi per illustrare la vostra risposta?

 

R: Questa sezione presenta la visione caratteristica di Un Corso in Miracoli riguardo al perdono. Il modo di vedere del mondo, che Gesù in questa stessa sezione chiama falso perdono (T.30.VI.4:1), è che mentre talvolta perdoniamo i peccatori, non dimentichiamo mai che hanno peccato (T.30.VI.3:7). In questo senso essi non meritano davvero il nostro perdono, ma noi lo concediamo comunque. Gesù ci sta dicendo che questo tipo di perdono è inappropriato in quanto stiamo tentando di ignorare ciò che crediamo essere reale, e ciò semplicemente non può essere fatto, almeno non senza sacrificare i nostri diritti (T.30.VI.2:6). Se giudichiamo un attacco come spregevole e meritevole di punizione, ma poi lo perdoniamo perché pensiamo che sia ciò che dovremmo fare, penseremmo di aver perdonato l’imperdonabile, che è una risposta “innaturale”“non appropriata a ciò che è reale” (T.30.VI.2:4). Un esempio di questo potrebbe essere perdonare i terroristi dell’11 settembre anche se pensi che ciò che hanno fatto sia imperdonabile; oppure, per essere meno drammatici, perdonare la persona che ha rubato i tuoi soldi tramite una truffa ben congegnata. In entrambi i casi, per perdonare, penseresti di dover ignorare ciò che è stato fatto.

Gesù ci insegna che il vero perdono è piuttosto differente. Questo non può essere compreso, tuttavia, senza conoscere la metafisica del Corso.Gesù inizia la sezione con due principi molto importanti: “La rabbia non è mai giustificata. L’attacco non ha alcun fondamento” (T.30.VI.1:1,2). Quando le persone attaccano lo fanno come reazione al proprio stato di paura. Hanno rifiutato l’amore e si sono invece identificati con il sistema di pensiero dell’ego, che non si basa su nulla di reale. Questo è uno sbaglio o un errore, non un peccato. Gesù ci chiede di imparare a guardare oltre l’attacco comportamentale, alla sua origine nella mente.

Questo non significa che neghiamo ciò che vedono i nostri occhi: significa che impariamo a dare alla situazione un’interpretazione differente. Questo ha a che fare solo con quanto avviene nella nostra mente. Invece dell’inclinazione “normale” a vendicarsi e punire impariamo a non prendere a livello personale ciò che chiunque altro fa, in quanto sappiamo che noi (nella nostra mente corretta) siamo invulnerabili e non possiamo mai perdere la pace che è la nostra eredità naturale quale Figlio di Dio e sappiamo che la stessa cosa è vera anche per chiunque altro. Se questi principi fossero alla base della nostra percezione allora sarebbe impossibile condannare “chi attacca”, indipendentemente da ciò che è stato fatto. (Di nuovo, questo non esclude il fatto di perseguire, ecc.). Saremmo consapevoli che questo atto proviene dal profondo terrore nella mente di questa persona, e che è il risultato del suo aver compiuto una scelta sbagliata. Com’è possibile condannare ciò? Pertanto Gesù dice: “Ti viene semplicemente chiesto di vedere il perdono come la reazione naturale a un turbamento che si basa sull'errore e quindi richiede aiuto. Il perdono è l'unica risposta sana. Impedisce che i tuoi diritti siano sacrificati” (T.30.VI.2:7,8,9).

In altre parole, passando dalla mente sbagliata alla mente corretta percepiresti che tutti condividono con te la stessa mente sbagliata, la stessa mente corretta e la capacità di scegliere tra le due. Secondo tale visione i terroristi sono uguali a coloro che essi attaccano; i maghi della truffa sono uguali a coloro che essi imbrogliano. Questo è l’unico modo mentalmente sano di percepirci l’un l’altro e di percepire ciò che accade in questo mondo. Il perdono, quindi, è significativo e completamente onesto. Il comportamento non viene negato: viene visto al suo punto di origine nel contenuto della mente. (Vedi anche D#771)