Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

Spunti 15 - 16 - 17 - 18 - 19

 

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Inizia con questa newsletter una serie di spunti di riflessione centrati su un nuovo argomento: la mente ed il suo addestramento.
Come abbiamo già fatto con il tema della pace, cercheremo di comprendere che cosa dice il corso e quali sono le trappole in cui uno studente principiante tende a cadere.
Iniziamo con un paragrafo del primo capitolo, in cui per la prima volta - dopo l’introduzione - il corso dà una chiara definizione di sé stesso.

Questo è un corso di addestramento della mente.
Ogni apprendimento implica attenzione e studio a qualche livello.
Alcune delle ultime parti del corso si basano troppo profondamente
su queste sezioni iniziali per non richiedere uno studio approfondito.
Tuttavia man mano che studi queste sezioni iniziali,
inizierai a vedere alcune delle implicazioni che verranno ampliate più avanti.
(T.1.VII.4:1-3,6)

Questa definizione è inequivocabile: questo è un corso di addestramento della mente.
Ho notato spesso che a questo proposito gli studenti fanno due errori basilari: non comprendono appieno che il corso va studiato, e va studiato in modo approfondito, e quindi si limitano a trattarlo come un libro elevato da consultare di tanto in tanto per trarne ispirazione.
Quindi lo leggono una o due volte, e poi concludono “di aver fatto il corso”, o praticano superficialmente le lezioni limitandosi a cercare di ricordare in qualche modo la frase del giorno. Salvo, naturalmente, stupirsi del fatto che nonostante lo stiano “studiando” da qualche anno, non riescono a raggiungere quello stato di pace che è il vero obiettivo del corso.
O addirittura –è questo è il secondo errore che vorrei evidenziare- lo consultano per ricevere indicazioni comportamentali, quasi fosse una specie di testo oracolare, senza rendersi conto che stanno usando quanto leggono per avere una sorta di “autorizzazione spirituale”.che confermi le proprie aspettative egoiche. Se poi quanto leggono smentisce le proprie aspettative, non esiteranno a proiettare sul corso il proprio senso di colpa, arrabbiandosi con esso perchè “non funziona”, “è troppo difficile”, ecc ecc.
Sarebbe un po’ come leggere affrettatamente le istruzioni di un nuovo costosissimo strumento elettronico, e stupirsi del fatto che “non funziona”. E di conseguenza arrabbiarsi con chi lo ha costruito.

Prima di procedere, dunque, sarebbe bene che ancora una volta andassimo a guardare -senza giudizio né colpa- i nostri pensieri riguardo a quanto scritto sopra, cercando di rispondere alla seguente domanda: qual è il modo in cui studio il corso?

 

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Una base teorica come quella fornita dal testo è una struttura necessaria per rendere significativi gli esercizi di questo volume.
Tuttavia è il fare gli esercizi che renderà possibile raggiungere l’obiettivo del corso. Una mente non addestrata non può realizzare nulla.
Lo scopo di questo libro di esercizi è di addestrare la tua mente a pensare secondo le linee del testo.
(L.pI.In.1)

Quante volte ci viene ripetuto che questo è un corso di addestramento della mente!
Ora - nell’introduzione al libro degli esercizi - lo studente viene nuovamente informato della necessità di un lavoro accurato, perché una mente non addestrata non può realizzare nulla. Nel corso la mente viene addestrata in due fasi: bisogna studiare quella teoria, ampiamente trattata nel testo, che anima gli esercizi e li spiega; e bisogna praticare gli esercizi.

Ho notato che spesso gli studenti fanno bene una sola delle due cose. Per esempio conoscono la teoria - a volte addirittura a memoria - ma non praticano gli esercizi. Oppure praticano più o meno approfonditamente gli esercizi ma trascurano la teoria.
Sarebbe come se una persona non avesse mai messo le mani su un piano pur studiando gli spartiti, o facesse degli esperimenti in un laboratorio chimico senza conoscere la teoria.
Che risultati otterrebbe?

Hai certamente iniziato a renderti conto che questo è un corso molto pratico,
ed un corso che sta a significare esattamente ciò che dice.
(T.8.IX.8:1)

Forse dovremmo cominciare a domandarci se la ragione per cui non raggiungiamo gli obiettivi che ci promette è costituita dal fatto che non facciamo esattamente quello che ci dice?

 

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Ci stiamo perciò imbarcando in un programma organizzato, ben strutturato e attentamente pianificato…..
(T.12.II.10:1)

Nel corso non c’è nulla di casuale o inutile. Le costanti ripetizioni sono volute. Le apparenti contraddizioni sono volute. I passaggi repentini da un livello di scrittura ad un altro sono voluti. E così pure le incoerenze formali a fronte della coerenza di contenuto
. A volte gli studenti dicono: “In fin dei conti il corso ripete sempre la stessa cosa usando parole diverse. Che bisogno c’è di studiarlo approfonditamente? Una volta che hai compreso un concetto non c’è bisogno di ripeterlo in continuazione”.
E’ vero, il corso ripete sempre la stessa cosa. Tuttavia perché lo fa?
Se consideriamo la frase che stiamo esaminando oggi, ossia che “ci stiamo imbarcando in un programma organizzato, ben strutturato e attentamente pianificato…” allora forse il “dire sempre la stessa cosa” non è un errore, non è dovuto a superficialità, ma ad un preciso intento didattico. Forse il corso vuole che noi apprendiamo lo stesso concetto in mille situazioni diverse. Forse il corso vuole che noi - dopo aver appreso un concetto - continuiamo a studiarlo da mille angolazioni diverse. E forse tale intento è quello di insegnarci il processo di generalizzazione, sul quale viene posta molta enfasi nell’Introduzione al Libro degli esercizi. In sostanza forse il Corso usa mille modi diversi per insegnarci la stessa cosa, perché noi crediamo che esista la pluralità. E allora le costanti ripetizioni ci addestrano al processo mentale di ricondurre il molteplice (cioè la frammentazione della quarta separazione) a quel dualismo (che è la dissociazione della seconda separazione) su cui si basa la sola decisione che dobbiamo imparare a prendere in ogni situazione della nostra vita.
L’idea della pianificazione che sta dietro a tutto il corso e l’importanza del processo di generalizzazione vengono ripetute anche nell’introduzione al libro degli esercizi.

Gli esercizi sono pianificati per aiutarti a generalizzare le lezioni…
(L.pI.In.4:2)

Non è confortante sapere che stiamo seguendo un percorso stabilito nei minimi dettagli da un insegnante amorevole ed attento?

 

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Tu non sei abituato al modo di pensare della mente disposta ai miracoli,
ma puoi essere addestrato a pensare in questa maniera.
Tutti coloro che operano miracoli hanno bisogno di questo tipo di addestramento
(T.2.VII.9:10)

Da qualche newsletter ci stiamo concentrando sul tema dell’addestramento della mente, e su alcuni degli errori che gli studenti tendono a fare a questo proposito.
Perché il corso insiste tanto sul fatto che il programma di studio implica una fase di studio approfondito e serio? Perché tutto il nostro abituale modo di pensare è errato, in quanto è basato su una premessa totalmente errata, cioè su quella che il corso definisce “piccola folle idea”, l’idea egoica di essere separati da Dio. (T.27.VIII.6:2)
Il corso ci insegna a prendere atto di tale basilare distorsione percettiva e a metterla in discussione in modo radicale.
Non si tratta dunque di modificare solo qualche pensiero. E’ tutto il nostro modo di pensare che va modificato nella sua interezza.

Non potrà mai essere messo abbastanza in evidenza che questo corso ha come scopo la completa inversione del sistema di pensiero
(M.24.4:1)

 

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Non stai facendo uso del corso
se insisti ad usare mezzi che hanno servito bene ad altri,
trascurando ciò che è stato fatto per te.
(T.18.VII.6:5)

Un altro errore in cui gli studenti cadono frequentemente è credere che la fase di addestramento della mente proposta dal libro degli esercizi vada integrata con altre tecniche, soprattutto di natura energetica o fisica.
Non avendo compreso appieno la natura del corso e la sua didattica, gli studenti possono dedurre che il corso sia eccellente sul piano teorico, ma carente sul piano esperienziale. Ho spesso sentito frasi di questo tipo: “il corso è puramente teorico, si limita a lavorare sulla mente, e non fornisce alcuna indicazione pratica di tipo fisico o energetico”.
Di conseguenza gli studenti a volte si rivolgono ad altri percorsi, e integrano di propria iniziativa le presunte deficienze del corso con ogni tipo di pratica tratta da altre strade spirituali o di crescita: forme varie di meditazione, visualizzazioni, canalizzazioni, affermazioni, mantra, diete, esercizi fisici, processi energetici, tecniche psicologiche, e quant’altro.

Altre volte paragonano il corso ad altri percorsi, sostenendo che “sono proprio uguali”. Ed utilizzano brani di altri libri per spiegare il corso, concludendo con un sospiro che “alla fin fine dicono tutti la stessa cosa”.

Dimenticano completamente che il corso è assolutamente unico, completo ed autonomo. E’ costituito da una parte teorica, che deve essere studiata a fondo proprio per comprendere il tipo di pratica richiesto allo studente, e da una parte pratica rappresentata dalle lezioni, che devono essere esercitate affinché gli assunti teorici divengano esperienza.
Forse gli studenti che cadono in questo errore non hanno compreso il significato del concetto di “esperienza”?
…hhmmm…potremo parlarne la prossima volta.