Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 1151(ii) Come faccio a vedere un fratello senza peccato?

 

D # 1151(ii): Inoltre, quale sarebbe la formula per vedere ora un fratello, che in passato non ti piaceva, con una visione spirituale anziché con giudizio? Quali pensieri/preghiere è meglio usare quando mi trovo con i miei fratelli/sorelle allo scopo di lasciar andare il giudizio?

 

R: Non c’è una formula del genere nel Corso, ma vedere in molti modi tuo fratello senza peccato è ciò a cui mira l’intero Corso, perché quando vedi il volto di Cristo in tuo fratello, allora ricordi Dio. Ci sono due parti importanti nel processo che porta a questa visione di assenza di peccato: riconoscere lo scopo che il giudizio serve e il costo del giudicare. Il giudizio è la linfa vitale dell’ego: mantiene vivo il credere nelle differenze, e il credere nelle differenze mantiene reale la separazione. Così giudichiamo perché vogliamo restare separati ma non essere ritenuti responsabili di tale scelta. Individualizzare i nostri problemi e la mancanza di pace in ciò che gli altri ci fanno, giudicandoli in questo modo come peccatori e colpevoli, nasconde efficacemente la scelta che stiamo mantenendo nelle nostre menti.

Pertanto, quello che dobbiamo fare, come ci insegna Gesù in molti modi differenti, è guardare con lui il nostro bisogno di giudicare ed imparare che il prezzo che siamo disposti a pagare per continuare a giudicare è la perdita della nostra stessa pace. Gesù così ci esorta: Non hai idea dell’enorme liberazione e della profonda pace che deriva dall’incontrare te stesso e i tuoi fratelli completamente senza giudizio. Quando riconoscerai ciò che sei e ciò che sono i tuoi fratelli, ti renderai conto che giudicarli in qualsiasi modo è privo di significato. In effetti, il loro significato è perso per te proprio perché li stai giudicando” (T.3.VI.3:1,2,3). Giudicare ci costa caro! Perdiamo la nostra pace e tutto il senso dell’identità che condividiamo gli uni con gli altri. In cambio otteniamo di avere ragione (almeno alcune volte) e manteniamo la nostra individualità speciale. Ne vale la pena? Dobbiamo solo guardare questo, e non forzarci a smettere di giudicare quando ha ancora tanto significato per noi. Alla fine ci permetteremo di sentire il dolore del continuo giudizio e allora saremo meno disposti a pagare il prezzo, specialmente quando ci rendiamo anche conto che rinunciare al giudizio non è un sacrificio, in considerazione del fatto che siamo innanzitutto incapaci di giudicare ((vedi M.10.2).

La lezione 335, “Scelgo di vedere l’assenza di peccato di mio fratello” (L.pII.335), può essere utile per mantenere presenti questi insegnamenti nella tua mente. Ricorda, tuttavia, di non voler mai combattere contro il tuo bisogno di giudicare gli altri (o te stesso). Questo ti costringerà soltanto a negare e allora il tuo progresso sarà interrotto. E’ molto più utile essere onesti sul non voler vedere tuo fratello senza peccato e poi non condannarti per questo, ricordandoti tuttavia che c’è un prezzo da pagare per tale resistenza. La gentilezza e la pazienza sono essenziali.

Riassumendo: “La tua funzione qui sulla terra è soltanto di perdonarlo [tuo fratello], cosicché tu lo possa accettare di nuovo come tua Identità. Egli è come Dio lo ha creato. E tu sei ciò che lui è. Perdonagli dunque ora i suoi peccati e vedrai che sei uno con lui” (L.pI.192.10.10:6,7,8,9).