D # 580: Come si sviluppa una relazione personale con Gesù? C’è un qualche modo per “accelerare” il processo di accedere alla presenza amorevole nella propria mente e, cosa ancora più importante, esserne continuamente consapevoli? C’è altro da fare oltre a lavorare sul lasciar andare l’ego e poi attendere pazientemente perché quella pace interiore appaia?
R: Dal momento che Gesù è il simbolo della parte della mente che ricorda Dio, e Un corso in miracoli è una delle forme che egli ci ha dato per aiutarci a risvegliarci dal sogno di separazione e renderci conto che siamo a casa in Dio, un modo significativo per sviluppare una relazione con lui è leggere il Corso, studiarlo e, cosa ancora più importante, applicarne gli insegnamenti nella nostra vita.
La relazione diventa personale applicando il messaggio di Gesù sul perdono alle specifiche relazioni e agli specifici eventi della nostra vita. [Per maggiori informazioni sul perdono vedere la domanda # 59]. Gesù ci chiede solo di essere disposti a fare ciò, ed è questa disponibilità a determinare la “velocità” del processo di “eliminare i blocchi alla consapevolezza della presenza dell’amore” (T.in.1:7).
Il grado in cui la relazione con Gesù è reale, la presenza dell’amore viene mantenuta nella consapevolezza e la pace interiore viene sperimentata, è commensurato al livello al quale siamo disposti a praticare il perdono. “Se sei disposto a rinunciare al ruolo di guardiano del tuo sistema di pensiero e ad aprirlo a me, lo correggerò molto dolcemente e ti ricondurrò a Dio” (T.4.I.4:7).
Sebbene questo processo sia chiaro e semplice, non è facile. Questo perché siamo molto attaccati al sistema di pensiero di separazione dell’ego. Ci aggrappiamo alla nostra credenza nel corpo ed ai nostri giudizi su tutto. Tuttavia, non appena siamo disposti a mettere in dubbio la nostra interpretazione di ogni evento alla luce dell’insegnamento del Corso, ci protendiamo fino a prendere la mano di Gesù. Il processo di perdono inizia con questo mettere in dubbio.
La correzione che Gesù offre è un altro modo di guardare ogni esperienza, interazione, pensiero o giudizio che possiamo avere. La cosa importante è applicare il più spesso possibile il perdono che Gesù insegna. Ogni passo che facciamo nel lasciar andare il nostro giudizio approfondisce la nostra relazione con lui, rendendolo reale per noi. La velocità del nostro progresso non è una nostra preoccupazione; di fatto ci viene detto che non abbiamo idea di come valutare il nostro progresso: “Non incaricartene, poiché non sei in grado di distinguere tra avanzamento e arretramento. Alcuni dei tuoi più grandi avanzamenti li hai giudicati come fallimenti e alcuni dei tuoi arretramenti più profondi li hai valutati come successi” (T.18.V.1:5,6). Veniamo così sollevati da qualsiasi senso di urgenza lungo il nostro viaggio. [Per ulteriori informazioni sulla nostra relazione con Gesù vedere la domanda # 271].