D #428: Dai racconti di molte persone che hanno avuto esperienze di pre-morte possiamo concludere che il mondo materiale e il nostro pianeta sono molto importanti e designati all’apprendimento, all’addestramento e all’evoluzione spirituale. Non ci sono cose futili in essi e tutto ha significato. Al contrario, dal punto di vista di Un Corso in Miracoli, il nostro mondo è senza significato ed è designato dall’ego per mantenere l’illusione della separazione e per controllare la colpa conseguente alla separazione. La contraddizione è palese. Percepisco i racconti delle persone che hanno avuto esperienza di pre-morte come una testimonianza del mondo spirituale. Come è possibile spiegare la contraddizione?
R: Se la separazione da Dio non è mai avvenuta, allora in realtà non c’è alcun mondo. "Questo è il pensiero centrale che il corso tenta di insegnare" (L.pI.132.6:3). Tuttavia, siccome pensiamo che il mondo sia reale, allora Un Corso in Miracoli ci insegna come usare il mondo – "fatto come un attacco a Dio" (L.pII.3.2:1) – per imparare che in ultima analisi è illusorio ed inoltre che il sé che pensa di esistere nel mondo è anch’esso illusorio. In questo senso il mondo è la nostra aula scolastica, fino a quando con l’aiuto dello Spirito Santo cambiamo tutte le credenze sbagliate nella nostra mente. Pertanto, al livello della verità assoluta, il mondo è totalmente illusorio; ma al livello del sogno di separazione possiamo imparare ad usare le nostre interazioni nel mondo per aiutarci a risvegliarci dal sogno e a quel punto il mondo scomparirebbe per tornare nel nulla da cui è venuto.
Pertanto Il mondo è significativo o importante solo nella misura in cui le nostre esperienze nel mondo possono dirci se abbiamo scelto di rinforzare lo scopo dell’ego o lo scopo di Gesù. Scegliere l’ego come nostro insegnante servirebbe a mantenerci radicati nel mondo e per sempre separati dalla pace di Dio. Scegliere Gesù come insegnante ci servirebbe a ricordarci l’assurdità di voler esistere separati dalla nostra vera casa in Cielo, come stranieri in un mondo di esseri separati sempre coinvolti, a qualche livello, in battaglie per la vita e la morte.
Un’esperienza di pre-morte può essere di estremo valore nell’aiutare le persone a rendersi conto che c’è qualcosa oltre l’esperienza corporea; ma la stessa esperienza può avvenire – ed è avvenuta molte, molte volte – a prescindere da esperienze di pre-morte. In una sezione del testo intitolata "Oltre il corpo" (T.18.VI), Gesù descrive il corpo come un "limite imposto alla comunicazione universale che è una proprietà eterna della mente" (8:3), e poi parla dell’esperienza di essere liberati o portati oltre il corpo. In parte Gesù spiega: "Ciò che accade in realtà è che hai rinunciato all’illusione di una consapevolezza limitata e perso la tua paura dell’unione" (11:7). Poi alla fine della sezione ci invita a venire "a questo luogo di rifugio dove puoi essere te stesso in pace. Non tramite la distruzione, non tramite un’evasione, ma semplicemente per mezzo di un quieto fondersi. Poiché lì la pace si unirà a te, semplicemente perché sei stato disposto a lasciare andare i limiti che hai posto all’amore e ti sei unito ad esso dov’è e dove ti conduce, in risposta al suo gentile invito ad essere in pace" (14:5,6,7).
Dalla prospettiva di Un Corso in Miracoli, pertanto, le esperienze di pre-morte possono essere utili, non come testimonianza di un mondo spirituale oltre il mondo fisico, ma come testimonianza di un’altra dimensione nella propria mente, che può essere scelta ogniqualvolta il valore di un’esistenza separata e individuale viene messo in discussione. Il modo in cui viene sperimentata (la forma) varia da individuo ad individuo. Ma avvicinarsi alla morte non è la condizione per averla.