Secondo gli insegnamenti di Kenneth Wapnick

D 623: Dalla prospettiva del Corso qual è il significato di parlare "in lingue"?

 

D#623: Ho appena iniziato a leggere Un Corso in Miracoli e finalmente sto ottenendo delle risposte che cercavo da lungo tempo. Però una cosa continua a tormentarmi. Sono cresciuto come cattolico e poi a sedici anni sono diventato un cristiano rinato e ho iniziato a parlare in lingue. Da allora continuo a farlo. Quando ci si riunisce la Bibbia dice di permettere a due o tre persone al massimo di pregare in lingue, a meno che non ci sia un interprete.  Qualcuno del Corso mi ha spiegato i concetti di contenuto e forma.

Da ciò sono arrivato alla conclusione che il contenuto è lo Spirito Santo e la forma sono le lingue e questo deve pertanto significare (dal momento che la preghiera tradizionale non ha uno scopo reale) che le lingue sono semplicemente il prodotto della consapevolezza dell’ospitare lo Spirito Santo. Quando parlo questo linguaggio vengo edificato o illuminato alla consapevolezza del mio sé naturale, spirituale ed eterno. Poi se c’è un’interpretazione la chiesa è diventata spiritualmente consapevole (per così dire).

Tutto questo è anche solo lontanamente corretto? Recentemente ho anche fatto profezie per una dozzina di persone che non avevo mai incontrato, dicendo loro cose che non avrei potuto sapere su di loro. La Bibbia parla anche di questo come di un dono o manifestazione dell’ospitare lo spirito. Di nuovo so cosa dice la Bibbia su cosa sia il profetizzare e sulle sue applicazioni, ma non mi fido del tutto di queste informazioni. Spero che qualcuno possa chiarirmele in base ai principi del Corso, così che io possa massimizzare il mio uso di questi meravigliosi doni. 

 

R: Mi dispiace, ma il Corso non offre alcuna interpretazione specifica di tali capacità o doni come il parlare in lingue e fare profezie. I commenti e le raccomandazioni su di essi nel Nuovo Testamento, come quelli che offre Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi, arrivano nel contesto di un insegnamento spirituale completamente differente che vede sia il peccato sia il corpo come molto reali, e quindi cercare di integrarli con gli insegnamenti del Corso molto probabilmente condurrà solo a confondere maggiormente entrambi gli insegnamenti.

Questo perché il Corso non offre spiegazioni di ciò che il corpo fa in modo specifico, indipendentemente da quanto comune o inusuale possa essere, o di ciò che il corpo sembra fare o dire in relazione ad altri corpi, in quanto una delle premesse di base del Corso è che il mondo dei corpi è illusorio.

Il Corso si preoccupa solo dello scopo e non del comportamento: la distinzione tra contenuto e forma che tu menzioni. Dalla prospettiva del Corso nel parlare in lingue o nel fare profezie non c’è nulla di intrinsecamente spirituale e nulla che di per sé rappresenti l’influenza dello Spirito Santo o l’ospitarLo.

Ciò che può determinare se queste attività, in un qualsiasi momento, siano spirituali o meno è come vengono utilizzate in quel momento, il che significa che non sono differenti da qualsiasi altra attività che noi potremmo intraprendere. E gli unici due scopi a cui possono servire sono quello dell’ego o quello dello Spirito Santo. In altre parole parlare in lingue o fare profezie avrebbe uno scopo egoico se, ad esempio, chi parla li vedesse come doni speciali di Dio che lo/la rendono differente dagli altri, benedetto/a dallo Spirito Santo in un modo speciale. E potrebbero avere lo scopo di perdono dello Spirito Santo se venissero usati per ricordare a tutti che siamo tutti ugualmente benedetti e amati figli di Dio.

Mentre cerchi di riconciliare la tua comprensione e le tue esperienze con gli insegnamenti del Corso puoi trovare di aiuto un paio di domande che affrontano dalla prospettiva del Corso il tema dei poteri psichici (Domanda #497 sulle profezie e Domanda #589 sui poteri psichici).