Spunti 167 - 168
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L’insegnante di Dio viene definito in parecchi modi nel Manuale degli Insegnanti che a lui è dedicato.
Questa è la prima delle varie definizioni:
“Un insegnante di Dio è chiunque scelga di esserlo. I suoi requisiti consistono unicamente in questo: in qualche modo, da qualche parte, egli ha fatto una scelta deliberata in cui non ha visto i propri interessi separati da quelli di qualcun altro. Una volta che ha fatto ciò, la sua strada è stabilita e la sua direzione è certa. Una luce è entrata nell’oscurità. Può trattarsi di una luce sola, ma è sufficiente. Ha fatto un accordo con Dio anche se non crede ancora in Lui. E’ diventato un portatore di salvezza. E’ diventato un insegnante di Dio”
(M.1.1)
L’insegnante di Dio è lo studente che ha percepito almeno una volta la totale, assoluta uguaglianza con un fratello, ossia il fatto di avere il medesimo scopo ed i medesimi interessi di tornare a Casa che ha lui. Questo è il significato della prima frase che abbiamo letto nel paragrafo precedente. La scelta ancora una volta non è formale, non consiste nel dire a sé stessi “voglio essere un insegnante di Dio” perché “le parole sono solo simboli di simboli” (M. 21.1:9), e quindi potrebbero simboleggiare uno scopo o contenuto egoico. Questo studente ha dunque iniziato il cammino di disfacimento del proprio ego, avendo accettato di ascoltare almeno una volta la correzione dello Spirito Santo, e quindi avendoGli permesso di estendere la pace nella propria mente. L’espressione non definisce pertanto chi ha ultimato il percorso di apprendimento o addirittura chi è entrato nel Mondo Reale; non definisce chi ha compreso alla perfezione la teoria del corso, né tantomeno chi è in grado di applicarla costantemente a tutte le situazioni della sua vita; e -non riferendosi alla forma ma al contenuto- non definisce affatto chi insegna formalmente il corso.
Come abbiamo visto negli spunti precedenti), tutti insegniamo tutto il tempo, perché – che ci piaccia o no- dimostriamo l’uno o l’altro contenuto (ce ne sono solo due) che si trova dentro la nostra mente e in cui crediamo in quel momento: o il sistema di pensiero dell’ego, che viene proiettato dal nostro ego sulle situazioni della nostra vita, o il sistema correttivo dello Spirito Santo che estende alle medesime situazioni della nostra vita la luce, la forza e la pace che già si trovano –spesso non riconosciute- all’interno di noi.
Dunque diveniamo tutti insegnanti di Dio nel momento in cui sperimentiamo l’Istante Santo e mettiamo in discussione l’arroganza dell’ego, vedendo che condividiamo gli stessi interessi degli altri, ossia siamo tutti uniti nello scopo di tornare a Casa. Ma ridiventiamo tutti insegnanti dell’ego nel momento in cui ritorniamo ad abbracciare il suo sistema di pensiero e ispirati dall’ego ricominciamo a proiettare colpa sugli altri e/o a cercare di predare la loro specialezza.
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Lo studente del corso sperimenta degli alti livelli di fluttuazione tra le due menti. “L’investimento alternato fra i due livelli di percezione viene usualmente sperimentato come un conflitto, che può diventare molto acuto” (T.2.III.3:9), e quindi - a causa delle forti interferenze opposte dal suo ego - può cadere nelle molte trappole che l’ego gli tende man mano che avanza nel suo percorso.
Nei termini messi in luce negli ultimi spunti, lo studente del corso alternerà costantemente i due livelli di insegnamento-apprendimento, divenendo alternativamente insegnante di Dio ed insegnante dell’ego, a seconda della voce o della Voce che sceglie di ascoltare. E se il corso ci conforta dicendoci che “la riuscita è certa così come lo è Dio” (T.2.III.3:10), in più punti ci mette in guardia dal credere che il percorso sia rapido e facile. Per esempio:
Ed ora deve raggiungere uno stato che potrà rimanere impossibile da raggiungere per molto, molto tempo. …. Se ogni passo in questa direzione non fosse così marcatamente rinforzato, sarebbe davvero difficile!
(M.4.1.A.7:7,9)
L’espressione “insegnante di Dio” non definisce dunque una qualifica stabilmente raggiunta, ma un percorso che si è liberamente scelto di seguire. E’ un percorso graduale fatto di piccoli passi, tutti uguali nel contenuto, che ci portano dalla fase iniziale, descritta in M.1.1, alla fase avanzata, in cui l’insegnante ha accettato pienamente tutte le caratteristiche che vengono elencate nel IV brano del Manuale degli insegnanti: la fiducia, l’onestà, la tolleranza, la dolcezza, la gioia, l’assenza di difese, la generosità, la pazienza, la fedeltà e l’apertura mentale. Tra queste due fasi si dipana tutto il percorso di disfacimento del proprio ego, definito in questa sezione “lo sviluppo della fiducia”. E’ una fiducia che l’insegnante impara a rafforzare dentro di sé man mano che la insegna, ossia la dimostra, attraverso le apparenti relazioni della propria vita.